Passa il ddl che tutela il 'Made in Italy', approvato alla Camera

È stato approvato ieri alla Camera all'unanimità il nuovo disegno di legge sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari che obbliga i produttori a dichiarare l'origine e la qualità dei prodotti, valorizzando il vero 'Made in Italy'. Dopo l'approvazione al Senato, il passaggio successivo sarà a Bruxelles.

Passa il ddl che tutela il 'Made in Italy', approvato alla Camera
All'unanimità è stato approvato ieri alla Camera il disegno di legge n. 2260 sull'etichettatura d'origine dei prodotti agroalimentari che permette ai consumatori di scegliere nella piena trasparenza i veri prodotti 'Made in Italy'. Il decreto – che oltre ad obbligare i produttori a dichiarare l'origine dei prodotti e la presenza di organismi geneticamente modificati, rincara le sanzioni per l'uso improprio delle denominazioni Dop, Igp o specialità tradizionali garantite – ha riscosso il pieno consenso non solo tra la maggioranza, ma anche tra i parlamentari dell'opposizione. Il nuovo provvedimento dovrebbe così rafforzare anche la 'vera' competitività nel settore agroalimentare. "La vera cooperazione agroalimentare che valorizza il prodotto del territorio dei propri associati non può che accogliere con entusiasmo una norma che – sottolinea il presidente di Unci/Coldietti Mauro Tonello – mette fine alla concorrenza sleale di quanti hanno fatto fino ad ora affari vendendo come 'Made in Italy' quello che non lo è. Dal concentrato di pomodoro cinese al succo di arancia brasiliano, fino ai prosciutti ottenuti dai maiali olandesi o addirittura uruguayani. Gli scaffali – ha concluso Tonello – sono pieni di marchi che sfruttano il valore aggiunto del 'Made in Italy' ottenuto con il lavoro nei campi dai nostri agricoltori". Il decreto, dopo l'approvazione in Senato, volerà a Bruxelles dove, il prossimo dicembre, si discuterà della proposta di etichettatura comunitaria basata su uno studio di impatto il cui scopo è valutare l'utilità effettiva di indicare in etichetta l'origine dei prodotti e valutarne i costi attuativi. "Il problema ora, dopo la definitiva approvazione del disegno di legge in Senato, si sposta a Bruxelles. Ci deve essere da parte del nostro Paese – afferma il presidente della Cia, Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi – un impegno serio e concreto per far valere a livello Ue una normativa che in ambito comunitario ha trovato momenti di scarsa condivisione, nonché di contrasto". "C'è il rischio che il provvedimento venga bocciato – dichiara anche François Tomei, direttore generale di Assocarni – Al di là delle parti politiche il nostro paese continua a voler disciplinare a tutti i costi un provvedimento che è di competenza della comunità europea". Giancarlo Galan, il ministro dell'Agricoltura dichiara: "sappiamo tutti che il percorso non si conclude né in Italia né in Europa, ma se mostreremo la stessa capacità di fare sistema-Paese che abbiamo mostrato in aula, credo che riusciremo a vincere questa battaglia di civiltà". Speriamo sia davvero così. SEC.

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