La 'Casa Cubo' di Mike Page: massima sostenibilità in poco spazio

Supponiamo che vi proponiate di realizzare un’abitazione che riduca al minimo l’impatto ambientale. Dovrete scegliere un sistema di riscaldamento che risparmi energia, impiantare pannelli solari, installare infissi e vetri isolanti, selezionare elettrodomestici ad alta efficienza, ecc... Mike Page ha messo insieme tutto ciò (e molto di più) in una singola abitazione indipendente, e ha così creato la 'Casa Cubo'.

La 'Casa Cubo' di Mike Page: massima sostenibilità in poco spazio
La graduale diffusione di una coscienza ecologica tra la società civile è innegabile, ma non sempre questo si traduce in un intervento effettivo sullo stile di vita individuale, soprattutto quando si parla di abitazioni. Il più delle volte è troppo complesso e costoso, senza contare i casi in cui tali scelte sembrano entrare in conflitto con le esigenze di un’esistenza confortevole e 'moderna'. Mike Page ed una sua collega dell’Università dell’Hertfordshire hanno proposto una nuova soluzione a tale esigenza che offre il pacchetto pronto, ossia una casa-modulo indipendente già interamente costruita secondo severi criteri di sostenibilità ambientale ed energicamente auto-sufficiente. Si chiama Cube Project ed il primo prototipo, presentato lo scorso aprile al Festival della Scienza di Edinburgo, ha sollevato grande interesse ed entusiasmo. La Casa Cubo è un’abitazione compatta, che occupa un volume di 3x3x3 metri, è sviluppata su due piani collegati da tre gradoni e realizzata interamente con materiali ad alta sostenibilità. La sua caratteristica principale è la capacità di produrre tanta energia quanta ne consuma (facendo una media su un anno). L’energia viene generata tramite pannelli solari integrati nella struttura. In particolare, sono stati installati due moduli di area di circa 11m2 a testa, con potenza di picco di 1,48kWh. Naturalmente tale potenza è prodotta solo quando i pannelli sono sottoposti a forte luce solare, ma un calcolo mediato su un anno e svolto prendendo in considerazione il clima del Regno Unito ha portato a stimare una generazione giornaliera di 6.8 kWh. La struttura è in legno, noce inglese all’esterno, compensato di betulla all’interno e sughero per il pavimento, tutto certificato dal Consiglio per la Tutela delle Foreste (FSC). L’edificio è ben isolato tramite l’impiego per le pareti di pannelli di PIR (Poli-Isocianurato, polimero composto di poliuretano e additivi che ne migliorano le proprietà) e di vetrocamere triple per finestre e porta d’ingresso. Una membrana anti-infiltrante, realizzata in materiale non tossico a bassa percentuale di solventi, rende il tetto resistente all’acqua. L’interno è arredato con mobili fatti su misura: al pian terreno vi è una saletta con un tavolo e due sedie, mentre al livello superiore un letto ad una piazza e mezza (120cm di larghezza). L’imbottitura delle sedie fa uso di un tessuto naturale composto per il 75% di lana e il restante 25% da fibre derivate dalle ortiche. Il materasso è in latex naturale con copertura di cotone organico. Sempre al piano superiore vi sono una doccia di dimensioni normali, il bagno e la cucina, equipaggiata con frigorifero ad alta efficienza energetica (categoria A++), piastra di cottura ad induzione (il calore è prodotto da campi magnetici di media frequenza), forno a microonde, cappa a ricircolo d’aria, lavello con scolapiatti e pensile. È presente anche una lavatrice a ridotto consumo energetico, che utilizza la tecnologia Ecobubble, ossia iniezione di bolle d’aria nell’acqua al fine di generare più facilmente la schiuma. Il gabinetto separa i solidi dai fluidi, che compongono le acque grigie. I primi vengono compostati; il contenitore che raccoglie il materiale in decomposizione deve essere cambiato ogni due-tre mesi e dopo la sostituzione esso può essere collocato all’esterno in un’area in cui il processo sia lasciato proseguire. Le acque reflue e grigie sono drenate e fatte fluire nel terreno: questo sistema può essere affiancato da bacini di fitodepurazione. Lo spreco d’acqua è minimizzato grazie all’adozione di rubinetti e doccia equipaggiati con miscelatore, il quale prende aria dall’ambiente e la mescola all’acqua, così da ridurre il consumo senza indebolire il getto. L’impianto di illuminazione fa uso solo di LED ad alta efficienza. Il televisore è anch’esso a basso consumo, essendo un LCD (cioè a cristalli liquidi), retroilluminato a LED. Il riscaldamento dell’edificio è realizzato tramite un sistema a pompa di calore, il quale estrae calore dall’ambiente esterno tramite ciclo di compressione e dilatazione di un fluido adeguato, ossia per mezzo del procedimento inverso a quello attuato nei frigoriferi. Simili impianti sono in genere in grado di operare bene anche a temperature di 10-15 gradi centigradi sotto lo zero. In particolare, Cube Project ha adottato una pompa di calore Mitsubishi Ecodan accompagnata da climatizzatore DeLonghi Climaveneta. Chiaramente questo impianto è dimensionato prendendo in considerazione il clima del Regno Unito. In altri casi potrebbe essere necessario affiancarvi un sistema supplementare di riscaldamento, per inverni più rigidi, o di raffreddamento, per estati torride. La pompa di calore è responsabile anche del riscaldamento dell’acqua, che è immagazzinata in un cilindro pressurizzato posto a pian terreno sotto la doccia. Come ovvio, la pompa assorbe energia elettrica per funzionare, ma la usa in modo altamente efficiente: si stima che essa la renda con un fattore 3, ossia, data un’unità di energia assorbita, il calore prodotto è pari a tre unità. La richiesta giornaliera media che Mike Page ha calcolato è di 8.6kWh di energia per riscaldamento e acqua calda: grazie alla grande resa dell’impianto, essa viene soddisfatta utilizzando in realtà solo circa 2.9kWh al giorno, con un risparmio davvero significativo. Sulla base di tali stime, la Casa Cubo dovrebbe essere in grado di sostenersi energeticamente da sola, ossia affidandosi all’energia prodotta dai pannelli. Naturalmente affinché ciò accada è necessario che l’edificio sia connesso alla rete elettrica, cosicché nelle giornate assolate l’energia in eccesso sarà immagazzinata (o meglio, venduta agli altri utenti), mentre in quelle buie l’energia mancante verrà prelevata dalla rete nazionale. Anche la messa in posa della casa è pensata in modo da ridurre l’impatto ambientale. Il Cubo è infatti installato su fondamenta prefabbricate, costituite da mini-piedistalli che vengono interrati. Queste strutture contengono meno cemento delle lastre tradizionali, inoltre sono riusabili e riciclabili e non lasciano tracce indelebili in seguito alla loro eventuale rimozione. Analogamente, l’edificio è ancorato al suolo tramite sostegni, ganci e viti a spirale che, pur essendo in grado di resistere a forze di trazione dovute a carichi superiori ad una tonnellata, non si deformano e possono essere rimossi e riutilizzati. Il prototipo, QB1, sarà presto seguito da un successore, QB2, che apporterà alcune migliorie, ossia sarà equipaggiato con un letto più grande (135cm di larghezza) ed un lavandino per il lavaggio delle mani (separato quindi da quello della cucina), inoltre esso avrà dei gradini un po’ più profondi. Ma Mike Page e i suoi collaboratori stanno lavorando anche ad un progetto di Cubo 7x7x7m, che potrà ospitare quattro camere da letto. Altre possibilità sono sul piatto, in particolare uno sviluppo di edifici più grandi tramite modularità. Per esempio, due Case Cubo potrebbero essere poste una di fronte all’altra e connesse tramite un corridoio a vetrata, il quale diverrebbe utilizzabile come area in cui coltivare piante e fiori come in una serra. Il progetto è sicuramente interessante e realizzato con estrema cura per tutti i dettagli, ma vengono in mente subito due domande: quanto costa la Casa Cubo? Si può davvero vivere una vita normale in uno spazio così limitato? Riguardo al prezzo, Mike Page afferma che per il momento è difficile rispondere a tale domanda, perché il prototipo del Cube Project è stato realizzato tutto 'a mano' e su misura. Il prossimo passo sarà quello di prevedere un’industrializzazione della costruzione, ciò abbatterà sicuramente i costi. In ogni caso, Page abbozza una stima di un costo di 60.000 euro (il dettaglio si può trovare nella sezione FAQ del sito di Cube Project). Quanto all’abitabilità, senza dubbio la Casa Cubo è piccola e non offre grossi comfort, ma resta uno spazio piuttosto vivibile. Lo stesso Page fa riferimento a gente che vive felicemente in barche, caravan o altri piccoli locali. Ed in effetti in molte città i costi delle abitazioni sono così proibitivi da limitare la scelta di molti a mini-monolocali. In verità non ci sono ancora dati per avere una risposta esauriente. Tanti visitatori che sono entrati nel Cubo lo hanno definito arioso e luminoso, afferma Page, ma occorre attendere il responso dei primi pionieri dell’esperienza. Nel frattempo, tutti possono divertirsi a fare un giro virtuale (a 360°) dentro la Casa Cubo semplicemente connettendosi al seguente link.

Commenti

Ho cliccato su link per vedere la Casa Cubo ed è apparsa la scritta SITO MALEVOLO. Quindi non ci sono entrata. E' successo anche a voi?
ELENA SQUIZZATO, 07-06-2013 04:07

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