Chissà...

Dal teatrino della scuola a quello della politica, dall'opera di Saviano all'attivismo di Arrigoni fino alla scomparsa di Steve Jobs, icona del nostro tempo. "Ma quale è il nostro tempo? Difficile da dirsi in quanto si sta sempre più velocemente trasformando".

Chissà...
Ci troviamo proprio di fronte a dei bei dilemmi, o ad un unico dilemma fondamentale: il nostro Paese va giù in caduta libera e nessuno si muove. Passi per B&B e la loro truppa, ma la truppa della cosiddetta opposizione? Quella che dovrebbe salvarci e subentrare? I vari D'Alema, Bersani, Veltroni (e la lista continua…) in Parlamento non ci vanno praticamente mai. Che fanno per giustificare lo stipendio? Quale scusa? Il Pd? Il Partito? Ecco, da una parte quelli che arraffano più che si può e dall’altra, la parte della cosiddetta opposizione, l’inerzia o il dolce far niente, o peggio. La scuola per esempio: peggio di così non si può. Lasciamo stare Miss Gelmini del circo B (arnum). Ma prima? Chi ci ha messo mano della sinistra? L’elefantiaca commissione di esperti finalmente escogitata dal ministro Berlinguer (cugino del Berlinguer vero) è stato il massimo che si poteva escogitare, all’italiana naturalmente. Cento e passa professoroni universitari, di quelli che fanno lezione 3 volte alla settimana (sempre se e quando ne hanno voglia, quasi tutti nell’orbita della sinistra, requiescat in pacem) dovevano presentare le linee della riforma su come e che cosa raccontare a dei ragazzi del nostro tempo. Secondo voi avrebbero mai potuto riuscire nell’intento? Difatti la riforma non è mai nata e di ministro in ministro Pd, la scuola l’hanno consegnata all’ometto della Provvidenza, quello geniale delle 3 “I”, Inglese, Internet e non mi ricordo la terza. L’omino della Provvidenza (rigorosamente sua) con le linee guida delle 3 “I” ha affidato l’Istruzione alla Maria Stella Gelmini. Ogni commento è superfluo. Ma di fatto non c’è niente da ridere, né della Ministra, né dell’incredibile inerzia dei predecessori: giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno le cosiddette future generazioni sono costrette a quell’inutile, a volte disgustoso esercizio dell’'ingurgita e rivomita' come un bravo poeta, Sanguineti, ha sintetizzato i fini educativi della nostra scuola. Non si può scherzare sulla quotidiana, tutt’altro che educativa prassi della nostra scuola. Buona parte di quanto hanno inflitto alle generazioni passate, si ripete oggi. Ma sempre più stancamente di fronte al sempre più distratto e senza speranze pubblico delle generazioni future. L’amico agronomo per le coltivazioni biologiche, il dr. Giovanni Cerretelli, suole ripetere che in Italia esiste il teatro dell’agricoltura, non l’agricoltura. Ma a pensarci bene la battuta può applicarsi ad libitum, esiste il teatro della scuola, non la Scuola, esiste il teatro (avanspettacolo) della politica, non la Politica e così via estendendo. È colpa dei tempi ma anche colpa nostra, del nostro carattere. Verrebbe voglia di rivedere La dolce vita, film profetico. Anche Saviano che era diventato come il prezzemolo per gli italiani ‘di sinistra’ pare sia stato messo in disparte, o quanto meno nel frigo. Ora che mafia e camorra stanno dilagando più che mai forse non è più tanto opportuno continuare a osannare Gomorra e il suo profeta. Nell’ansia che uscisse questa opera maestra Saviano non volle ascoltare gli uomini della Digos che gli chiedevano di pazientare ancora un poco perché stavano preparando una grossa retata anticamorra. Mentre l’uscita affrettata (e forse anticipata) del libro (composto in buona parte dai verbali giudiziari, dagli interrogatori etc.) permise che tutta una serie di indagati riuscisse a sfuggire dalle maglie ancora aperte. Forse aveva ragione la moglie di Sandokan il camorrista. Al momento del suo arresto interrogata da un cronista sul successo di Gomorra rispose: "E ch’aggia a di, beato lui (Saviano), coi verbali dei giudici ha fatto i soldi…". Se ne è andato un grande, Steve Jobs. Un genio e un’icona del nostro tempo. Ma quale è il nostro tempo? Difficile da dirsi in quanto si sta sempre più velocemente trasformando. Quello che resta intatto del pianeta è sempre più strenuamente difeso da indios. Non è un caso, sono loro ‘i sopravvissuti’ che si battono per gli ultimi ambienti naturali. E i giovani: senza lavoro, senza future pensioni. I membri del nostro ‘Parla – mento’ dicono di rappresentarci ma o finiscono di riempirsi le tasche o discettano di futili e futuribili alleanze. Una volta venne presentato a Togliatti un giovanissimo pioniere, D'Alema, con la stessa faccia, allora come ora, di compiaciuto saputello e Togliatti ai suoi: “Ma questo qui è mai stato bambino?”. Il triste processo agli assassini di Vik Arrigoni. Ne riferisce Il Manifesto. Ma si intravede, dietro le corrispondenze, qualcosa dei palestinesi. Il ricordo di Vittorio a Gaza è vivo, vivo presso chi ancora attende il riconoscimento della sua esistenza e Vik condivideva questa attesa, a volte spasmodica. La sua presenza a Gaza era una scelta, un aut aut decisivo, era il condividere una vita esclusa, con l’allegria della giovinezza. Steve Jobs oltre che aver ‘inventato’ la fisionomia del nostro tempo, in qualche occasione importante ha prestato la sua voce per incitare e dare speranza dicendo con parole di sempre quali sono i ruoli determinanti da giocare oggi. Internet già è stato il tam tam del popolo dell’acqua, ha salutato la vittoria al Referendum, ha scandito i momenti salienti della Primavera Araba, consente in pochi minuti di scorrere la stampa del mondo... E poi c’è la scuola di Miss Gelmini, la triade defunta ma che va avanti di B&B&B. C’è qualcosa che non torna. Anzi molto che non torna. Dov’è l’Italia che ha detto finalmente no ai quesiti del Referendum, ma che in realtà ha detto no alla politica del governo (ladro) e alla politica dell’opposizione (finta, stanca, verbosa, capziosa, inutile)? Quest’Italia continua ad esserci, continua a lavorare ma non ha voce. E l’attesa, a volte spasmodica di una sterzata decisiva? Forse non è arrivato ancora il momento. Il cambiamento (da fare) è talmente vasto, talmente profondo, talmente radicale... Chissà.

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