Chiuse le frontiere in Tibet, l’ultimo atto della repressione cinese

Da pochi giorni in Tibet è in atto il blocco degli ingressi, imposto a tutti gli stranieri. Una delle cause di questa misura potrebbe essere l’attenzione che i molti giovani monaci auto-immolatisi negli ultimi mesi hanno suscitato verso la causa tibetana.

Chiuse le frontiere in Tibet, l’ultimo atto della repressione cinese
Il regime cinese ha reagito con decisione alla concatenazione, in questo periodo, di diversi eventi che portano ancora una volta alla ribalta la violenza della sua condotta, in particolare nei confronti del popolo tibetano, da anni vittima di una accanita repressione. Il 4 giugno è ricorso il ventitreesimo anniversario della strage di piazza Tienanmen, quando l’azione dell’esercito comunista cinese provocò un numero di vittime che, a seconda delle stime, varia fra le poche centinaia alle diverse migliaia. Censure e arresti hanno caratterizzato quest’anno il giorno della memoria, che è stato celebrato solennemente solo a Hong Kong, dove hanno sfilato più di centomila persone. Un’altra spina nel fianco del governo cinese è la costante e drammatica testimonianza fornita dal popolo tibetano, recentemente tornata alla ribalta per via numerosi suicidi – anche se il termine è forse improprio – di monaci e monache, diverse decine negli ultimi mesi. Il Dalai Lama ha ritenuto opportuno sconsigliare ai giovani tibetani di adottare questa soluzione radicale, che tuttavia non è vietata dalla loro religione. Gli ultimi ad auto-immolarsi sono stati due ragazzi di diciannove e ventidue anni, che si sono dati fuoco a Lhasa, nei pressi del tempio del Jokhang, il 27 maggio scorso. Questa azione, secondo quanto riportato da Radio Free Asia e dal Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia, ha dato luogo a un’intensa operazione repressiva da parte della polizia cinese, che avrebbe arrestato più di seicento persone, fra le quali anche semplici passanti colpevoli solamente di aver assistito all’immolazione dei due tibetani. Lo sciame di auto-immolazioni, come spiegano in un loro report la Federazione Internazionale per i Diritti Umani e la Campagna Internazionale per il Tibet, è iniziato il 27 febbraio del 2009, con il martirio di un giovane monaco del monastero di Kirti. Da allora, altri 39 giovani tibetani hanno seguito il suo esempio; 29 di loro non sono sopravvissuti. Fra pochi giorni prenderanno anche il via le celebrazioni del Vesak, Saga Dawa in Tibet, che ricorda la nascita, l’illuminazione e il passaggio del Buddha. L’evento richiama gente da tutto il mondo ed è uno dei momenti clou della stagione turistica tibetana. Il governo cinese, già impegnato a scoraggiare l’affluenza degli stranieri nella Regione Autonoma del Tibet – a oggi, per esempio, per ottenere il visto bisogna formare gruppi di almeno cinque persone per ogni nazionalità –, sembra aver attuato un’altra misura ancora più restrittiva, ovvero il blocco totale degli ingressi nel paese himalayano a partire dal mese in corso fino a data da destinarsi, forse la fine di agosto. Questo è quanto riferiscono alcuni operatori turistici cinesi in merito a una misura che già in passato – nel biennio 1987/88 e poi, recentemente, nel 2008, in occasione dei Giochi Olimpici di Pechino – è stata adottata nei confronti di semplici turisti ma anche di giornalisti e osservatori internazionali. Oltre che ai turisti, la partecipazione al Saga Dawa è stata vietata anche a tutti dipendenti pubblici, gli studenti e i pensionati. Il turismo è per il Tibet un’arma a doppio taglio, un argomento che le associazioni occidentali di supporto e lo stesso Dalai Lama trattano con molta cura. Da un lato, infatti, la semplice presenza dei visitatori stranieri costituisce un’importante testimonianza dei brutali metodi di repressione del regime cinese, oltre ad affermare la vicinanza e la solidarietà nei confronti degli stessi tibetani. Di contro, il mercato turistico è gestito e strettamente controllato da società cinesi, che sono quindi le destinatarie degli introiti derivanti da questo settore. Spesso la decisione viene lasciata alla coscienza del singolo viaggiatore, anche se il Dalai Lama e alcuni enti, come l’Australia Tibet Council, invitano gli stranieri a visitare il Tibet, per supportarlo e instaurare un contatto umano e spirituale con i suoi abitanti. Fortemente incentivata è invece la frequentazione dei centri tibetani fuori dal territorio cinese, come il Ladakh e Dharamsala, che dal 1959 è la capitale del governo tibetano in esilio.

Commenti

Scusi sa ma lei non sa proprio quello che dice. Premesso che la questione tibetana dura da piu' di 50 anni e nessuna nazione al mondo ha alzato un dito per difenderne l'autonomia, nemmeno quando la Cina era in ginocchio e 100 milioni di cinesi sono morti di fame per la criminale gestione di Mao Zedong perche' negli affari della Cina non e' consentito di interferire a nessuno. Premesso che ci si deve certamente indignare e addolorare la situazione in cui vivono i tibetani vessati dai cinesi, chi le ha detto o dove ha visto che gli italiani fanno affari SPORCHI con i cinesi ? La predizione poi che faremo la fine dei tibetani poi e' a dir poco ridicola. Vada a farsi una passeggiata e si schiarisca le idee invece di scrivere cavolate.
Marcella, 11-06-2012 11:11
E'molto triste questa situazione,ancora oggi esistono realtà di sopprusi e violenze tra stati economicamente e militarmente forti nei confronti di stati relativamente innoqui,senza neanche un esercito e nè il concetto stesso della parola"guerra". Oggi esiste solo un modo per scoraggiare i dittatori cinesi a continuare l'occupazione e lo sterminio silenzioso del popolo Tibetano!Per protesta dobbiamo cominciare a respingere l'economia,per altro marcia,cinese,non dobbiamo comprare i prodotti importati da"italiani" che fanno affari sporchi con i cinesi. Ogni centesimo che gli regaliamo,serve a rinforzare la loro potenza economica e sopratutto MILITARE.Prima o poi punteranno i piedi,e non solo,e ci faranno assaggiare il trattamento che oggi riservano in esclusiva al popolo Tibetano.Passate parola.
Gianfranco, 10-06-2012 05:10
Si faccia lei una bella schiarita su gli affari che la malavita italiana gestisce con le merci provenienti dalla cina,si guardi qualche servizio fatto dai ragazzi delle Iene o forse e uno di quelli che la tv non la vede,si faccia una bella cultura su chi importa la merce,scadentissima e molto pericolosa,e di chi non controlla allo scalo dei containers l'arrivo di tonnellate di merce contraffatta e gestita dalla malavita napoletana.Prima di parlare si informi,tutta l'italia ha visto i servizi sul traffico di merce arrivata dalla cina e non controllata da nessuno.lei continui pure a non vedere e ad essere così superficiale sulla situazione dei tibetani.Io ho infatto detto che da quando c'è stata l'occupazione,nessun governo si é intromesso,e ancora oggi la gente come lei rafforza il menefreghismo e la superficialità dei governi europei.Lei si informi sulle notizie di attualità e poi esprima le proprie opignoni al posto di sparare a vanvera.
Gianfranco, 11-06-2012 09:11
gentili signori, non credo assolutamente a nessuna fede politica. la mia esistenza si basa sul rispetto della vita e di essa accetto le leggi. critico ogni forma di potere che si basa sull'ostentazione della forza e sulla non comunicazione. assistiamo impotenti ad abusi di governi per interessi politici incompatibili con la giustizia. vediamo alla luce del sole lo scomparire di popoli millenari per interessi economici di nazioni arroganti. lo stato tibetano è custode del più antico sapere esistente sulla terra e purtroppo questo sapere vuole essere cancellato. non mi riferisco a nulla di mistico. mi riferisco alla maggiore conoscenza tecnologica che il mondo occidentale neppure si sogna. ma indipendentemente da questo, chiedo come mai si vuole sopprimere l'indipendenza di un popolo pacifico? come mai se un gatto ha fame non lo si sfama? chi si dice cristiano, chi si dice ebreo, chi si dice mussulmano, va bene, ,a se ti insegnano a dar da mangiare agli affamati, perchè non lo fai? e ogni cosa giusta, ogni filosofia, ogni sublimazione dell'intelletto si riduce a nulla. solo per interessi personali. non mi interessano offese.
ganimede, 22-06-2012 02:22

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