Amiata: "Chiude una centrale ma la geotermia raddoppia"

Dopo 42 anni la centrale geotermoelettrica PC2 sul monte Amiata ha cessato la sua attività. Insieme al completamento del termodotto PC3 costituisce una buona notizia per il territorio amiatino che, tuttavia, continua ad essere minacciato dallo sfruttamento delle risorse geotermiche rispetto al quale le autorità continuano a rinnegare le evidenti criticità. Ce ne parlano i cittadini del Comitato Ambiente Amiata.

Amiata:
Il completamento del termodotto PC3–Casa del Corto e la chiusura della centrale PC2 sono buone notizie per Piancastagnaio e per tutto l’Amiata che finalmente vedono accolte alcune delle prime richieste delle popolazioni dell’Amiata, anche se intervenute con dieci anni di ritardo poiché potevano essere realizzate già nel 2002, come primo atto dovuto al territorio a seguito dello sfruttamento geotermico per ben 42 anni e della “dismissione controllata” della geotermia proclamata nel 2003 da tutti gli Enti Locali e Territoriali. Bene per tali risultati, ma non bisogna far festa ed essere tanto euforici come stanno facendo in 'coro' gli Amministratori pubblici, i dirigenti del PD e la stessa Enel. Bisogna piuttosto prepararsi nell’immediato ad una situazione peggiorativa della presenza geotermica (altro che miglioramento della compatibilità!) poiché, dopo la chiusura della centrale PC2, i 'prossimi passi' dell’accordo Regione-Enel saranno l’incremento dello sfruttamento geotermico (alta entalpia) da 40 a 68 Mw a Piancastagnaio con nuovi pozzi da realizzare nel bacino geotermico profondo (il primo bacino superficiale è già esaurito) e anche una nuova centrale da ben 40 Mw a S.Fiora, senza ricorrere (nonostante i contributi e soldi che circolano) alle nuove tecnologie ritenute non praticabili, forse perché troppo costose e più rispettose dell’ambiente, della rimanente economia produttiva locale, delle matrici ambientali (aria, acqua e suolo) e della salute delle popolazioni. Parallelamente si minimizzano i rischi per la salute, per le falde acquifere (certificati dalla recente misurazione piezometrica di Poggio Trauzzolo) e per l’intero territorio, si rinnegano tutte le evidenti criticità correlate allo sfruttamento geotermico (alta entalpia). Si dichiara falsamente che la geotermia è "fonte di energia rinnovabile" e quindi "innocua" per il territorio. Ma nascondere gli aspetti negativi correlati allo sfruttamento geotermico (criticità che tutti i cittadini dell’Amiata conoscono da tempo) non è più sufficiente per la sua accettabilità socio-economica nel territorio e allora si lanciano continui proclami per convincere della 'bontà della geotermia' e dei suoi benefici (soldi, occupazione e sviluppo). Lo scopo di tanti proclami, discorsi, comportamenti ed affermazioni è duplice: imporre la geotermia con tanti specchietti per allodole, come ad esempio sventolare “la pioggia di soldi, le promesse di ricadute economiche, di sviluppo e posti di lavoro”. Discorsi che costano poco (basta ricordarsi della pregressa dismissione controllata), come quando fanno leva su posti di lavoro (peraltro a tempo: “5 anni”, nonché “diretti e indiretti”) che sull’Amiata non sono stati mai prodotti dopo ben 40 anni di sfruttamento. Significa perpetuare lo sviluppo della geotermia selvaggia ad alta entalpia e di prima generazione nonostante le resistenze del territorio e sacrificare l’Amiata allo sviluppo energetico della Regione Toscana, con atti unilaterali e blindati, in barba ai sani principi della democrazia partecipativa vigenti nella stessa legislazione toscana e ai segnali dei recenti referendum popolari. Ma la verità ben visibile è che la geotermia non ha portato e non porterà nessuno tipo di sviluppo socio-economico, ma, diversamente solo sottosviluppo diffuso, calo demografico, degrado ed impoverimento dei territori (vedasi l'area Lardarello) con conseguenti svalutazioni patrimoniali dell’intero territorio (case, attività economiche, aziende e altri beni patrimoniali faticosamente realizzati dal lavoro di più generazioni) , problemi e pericoli per la sicurezza (i vari incidenti nel territorio dell’Amiata sono già stati dimenticati dalle istituzioni), tante altre criticità già citate, nonché i rischi per la salute della gente. Basti pensare allo studio ARS con i dati allarmanti che richiedono l’individuazione responsabile delle cause che non possono essere solo ricondotte agli eccessi degli stili di vita.

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