Abbiamo mercificato anche quello che è indispensabile per vivere, costruendo una società che si basa su presupposti insensati e assurdi per i quali bisogna lavorare per procurarsi quello che la natura fornisce gratuitamente in abbondanza. In questa schizofrenia esistono innumerevoli esempi ai quali si stenta a credere. Cibi strapieni di schifezze chimiche, zuccheri, coloranti, additivi, edulcoranti, aromi artificiali, grassi che fanno solo male, regolarmente venduti a tonnellate negli stessi posti dove qualche anno fa ci dicevano che bisognava proteggerci con mascherine e scafandri contro un terribile virus che di sicuro era meno terribile di tutto quello che si vende in quei posti. Se c’è una pandemia costante è quella alimentare che fa ecatombi ogni anno, ma tanto ormai è chiaro che viene salvaguardato solo il profitto di multinazionali varie, mica la salute dei cittadini.
Ma non è solo la salute da salvaguardare, anche il famoso portafoglio, quello di cui tutti si preoccupano; si pensa che i soldi non bastino mai e bisogna guadagnare sempre di più, però poi gli stessi soldi li si spreca e quindi non si capisce come se ne possa essere veramente preoccupati. Se si fosse attenti ai propri soldi non esisterebbero esempi come quelli che vi vado a esporre che mi sono stati segnalati. In un supermercato della grande distribuzione vengono venduti pacchetti da 20 gr l’uno di mele essiccate biologiche alla modica cifra di 74,50 euro al chilo!! Giusto per curiosità, l’alloro (non biologico), anche lui in comode bustine di plastica da pochi grammi, costa “solo” 198,00 euro al chilo….
Di fronte a simili follie ci si chiede: ma comprare un chilo di mele biologiche, del costo di circa 3/5 euro al chilo, tagliarle a fettine sottili e metterle in un essiccatore solare o anche elettrico, è un operazione così difficile? Siamo così intelligenti ed evoluti che non sappiamo più fare nemmeno questo? Chissà, forse l’intelligenza artificiale sta prendendo piede proprio perché la nostra sta scomparendo…
Con un essiccatore solare che ci si può costruire da soli, il costo del sole è zero, con un essiccatore elettrico il costo sarà di un euro di elettricità e per evitare anche questo costo, in mancanza di sole, se si ha una cucina economica o una stufa a legna, si possono mettere le mele a essiccare facilmente. Quindi se fosse vero che i soldi sono così importanti, perché si comprano le mele essiccate per soli 74,50 euro al chilo? Fermo restando che se un negozio espone un prodotto, c’è qualcuno lo compra, ovvio. Misteri italiani...
Si potrà dire che le mele essiccate biologiche sono un prodotto di nicchia, ma allora che dire delle famosissime e onnipresenti in ogni frigorifero italiano, sia dei ricchi che dei cosiddetti poveri, buste di insalata di plastica? Il gioco di parole è voluto, vista la qualità delle insalate stesse. Una delle prese in giro più colossali che ci siano e per le quali anche in questo caso i tanto amati soldi non hanno nessuna importanza. Infatti il costo dell’insalata in busta, a seconda delle varietà, può andare da 10 ai 15 euro al chilo e più e ci sono scaffali strapieni di varietà chimiche e bio; che poi mettere un'insalata biologica in busta, fa già ridere di per sé…
Un'industria enorme, quella delle insalate di plastica in busta, con produzione di inquinamento, spreco di acqua, di terreno, di attrezzatura, di serre, di combustibili fossili, di chimica, di lavoro, di energia, di investimenti per produrre qualcosa che se te la coltivi tu, ti costa quasi niente e in Italia far crescere l’insalata non è di certo una impresa epica…
Ma scherzi? Vuoi mettere la comodità di mettere in tavola una insalata pronta, che non si deve nemmeno lavare e che quindi ti fa risparmiare tempo? Ma risparmiare tempo per cosa? Per poter impiegare quel tempo a lavorare e potersi comprare quella stessa insalata, quelle stesse mele bio essiccate, pagandole molto più che non se le si autoproducessero. Per non parlare poi dei benefici in termini di salute e anche quella ha dei costi, perché se mangi schifezze poi devi pagare medicine e cure che ti costano i soldi che devi guadagnare andando a lavorare impegnando tempo, lo stesso tempo che pensavi di aver risparmiato comprando una busta di insalata di plastica. Piccola divagazione: non mi pare di aver visto nessuna manifestazione di protesta o comitato contro l’autentica devastazione agricola e ambientale che ha l’industria dell’insalata di plastica in busta, così come avviene contro i campi fotovoltaici e gli eolici… Anzi c’è stato un momento in cui sembrava che l’UE volesse vietare le insalate in busta e tutto il comparto degli inquinatori agricoli è insorto. Altri misteri italiani…
Suvvia quindi, non raccontiamoci le storielle di soldi che non ci sono, di caro prezzi e di questo e quello, perché il voler essere presi in giro e buttare soldi dalla finestra sembrerebbero attività molto più diffuse del far lavorare il cervello come si deve.
Se vi interessa trovare soluzioni, non buttare soldi e migliorare la vostra qualità della vita, potete partecipare al corso (a offerta libera, proprio per dare a chiunque la possibilità di partecipare), organizzato dall’associazione non profit PAEA che si terrà il sabato 6 settembre presso il progetto di tutela ambientale e autosufficienza energetica e alimentare Alba Verde in Toscana.
Qui il programma e le modalità di iscrizione
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