"I bambini vedono di più, e forse anche meglio. Per questo danno alle cose risposte diverse dalle nostre".
Quando sono ancora piccoli, almeno fino a tre anni, i bambini hanno occhi con una capacità decimale diversa dalla nostra. Dev’essere per forza così. Altrimenti come si spiegherebbe che riescano a vedere una microscopica formica sul bordo del marciapiede, tra cespugli di erbacce incolte e bottigliette sparse di succhi di frutta? E come farebbero a riconoscere in una nuvola oggettivamente troppo corta la forma di un cigno? E in mezzo al traffico più caotico la statua della Madonna, quasi indistinguibile al centro della piazza? E la figura di un pinguino di dimensione ridicola sulla copertina illustrata di un’edizione economica di Moby Dick?
I bambini vedono di più, e forse anche meglio. Per questo danno risposte diverse dalle nostre. Se mentre passeggiano, la luna, che prima brillava luminosa nel cielo, per un po’ scompare dietro un albero, dicono che è andata a mettersi un vestito.
I bambini fanno la conta del mondo, ogni giorno, ogni minuto chiamano tutto quel che esiste all’appello. ‘Gatto’, ‘moto’, ‘signore’. Qualche volta ci aggiungono una qualità. ‘Gatto bello’, ‘signore povero’, ‘moto arancione’. E non si stancano di nominare le cose, come se fosse il nome pronunciato a farle esistere e restare. Poiché vogliono tutto fortemente, sono molto angosciati quando quel che vogliono viene loro sottratto o negato, anche per poco. Piangono, si lamentano, urlano, insistono insomma finchè non ricompare. Ma non pensano che qualcosa sparisca per sempre, che possa girare l’angolo e non tornare più.
Se la mamma si allontana per qualche ora o per qualche giorno, forse le terranno il muso per quelle ore e per quei giorni, non vorranno parlarci al telefono e diranno che sono arrabbiati, che lei è brutta, cioè cattiva. Non fanno eccezioni, detestano essere abbandonati, anche se poi si rientra in casa con un regalo, e si raccontano tante cose di quel che si è fatto e su dove si è stati.
I bambini sono più severi di chi li ha generati. Perciò possono, senza risentimenti, tornare presto a sorridere. Perché ai loro occhi, che vedono meglio e di più, niente e nessuno va mai via per sempre: tutti sono pronti a riapparire, prima o poi, basta aspettarli e ricominciare a nominarli. Coi loro occhi si vede bene che cose e persone possono al massimo nascondersi per un po’, ed è molto probabile che nel frattempo siano solo andate a mettersi un vestito.