Costa Concordia, serve un piano per evitare il disastro ambientale

È salito a sei morti accertati il bilancio del naufragio della Costa Concordia, la nave da crociera che si è incagliata venerdì scorso davanti all'isola del Giglio, in Toscana. 16 Restano al momento le persone disperse. Oltre al drammatico carico di vittime, il naufragio pone una seria emergenza ambientale. La nave contiene infatti migliaia di tonnellate di carburante e, verosimilmente, tonnellate di altre sostanze pericolose.

Costa Concordia, serve un  piano per evitare il disastro ambientale
Il naufragio della Costa Concordia, con il suo luttuoso carico di vittime, comunque drammatico, pone oggi una seria emergenza ambientale cui si deve rispondere con estrema urgenza. La nave contiene migliaia di tonnellate di carburante e, verosimilmente, tonnellate di altre sostanze pericolose come lubrificanti, vernici, sostanze clorurate e amianto. Nelle cisterne della Costa Concordia ci sarebbero circa 2.400 tonnellate di carburante. Lo sversamento di solo tre/quattrocento tonnellate di carburante dal portacontainer RENA, in Nuova Zelanda, ha ucciso circa 20 mila uccelli marini e inquinato decine di chilometri di costa. L'emergenza ambientale che si profila nel caso della Costa Concordia è tristemente simile a quella che ha seguito l'affondamento, il 5 aprile 2007, della nave da crociera Sea Diamond a Santorini (Grecia) e ripropone la questione dei rischi causati dall'avvicinamento alla costa dei grandi traghetti. "Greenpeace chiede che venga messo a punto e attuato con urgenza un piano che preveda subito lo svuotamento delle cisterne di carburante della nave e quindi la rimozione della medesima. Lo svuotamento delle cisterne, che potrebbe essere complicato se il carburante - a causa delle basse temperature - avesse assunto una consistenza semi-solida, deve essere avviato immediatamente, prima che eventuali mareggiate infliggano danni strutturali al relitto, causando la dispersione del carburante", dichiara Alessandro Giannì, Direttore delle Campagne di Greenpeace. Greenpeace denuncia che in un'area teoricamente protetta come il Santuario dei Cetacei non esiste alcuno strumento per bloccare una nave con carico pericoloso se è in corso una tempesta o impedire alle navi da crociera di avvicinarsi pericolosamente alla costa, come avvenuto per la Costa Concordia [1]. Il Santuario dei Cetacei nasce da un accordo tra Italia, Francia e Monaco e dovrebbe tutelare l'Alto Tirreno e il Mar Ligure per le eccezionali caratteristiche ambientali dell'area. Purtroppo, è solo un 'parco di carta', senza alcuna misura di gestione efficace. Il naufragio della Costa Concordia non è certo il primo incidente navale nel Santuario: solo un mese fa, poche decine di miglia più a nord, il traghetto della Grimaldi Lines, Eurocargo Venezia, aveva perso in mare, durante una tempesta, circa 40 tonnellate di sostanze tossiche (catalizzatore al cobalto-molibdeno per la desolforazione di idrocarburi). Note: 1. Si veda il rapporto Divieto di Balenazione (pag 4) del luglio 2010

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