Costruzioni, meno emissioni: l'impegno dalle capitali scandinave

L’introduzione di innovazioni nell’industria delle costruzioni aiuterà a ridurre le emissioni di almeno il 44% entro il 2050, questo é il messaggio centrale del Rapporto "Building and infrastructure consumption emissions". È in Scandinavia hanno già preso l'impegno.

Costruzioni, meno emissioni: l'impegno dalle capitali scandinave

L’introduzione di innovazioni nell’industria delle costruzioni aiuterà a ridurre le emissioni di almeno il 44% entro il 2050, questo é il messaggio centrale del Rapporto Building and infrastructure consumption emissions, pubblicato dal network C40, di cui fanno parte oltre 90 città di tutto il mondo, in collaborazione con Arup e l’università di Leeds.

I sindaci di Copenaghen, Oslo e Stoccolma si sono impegnati a ridurre l'uso di combustibili fossili nel settore delle costruzione al fine di diminuire le emissioni di gas serra e di inquinanti derivanti dai cantieri. Questa decisione, volta ad affrontare la crisi climatica in atto e migliorare la salute pubblica in ambito urbano, è stata assunta in occasione del vertice mondiale dei sindaci delle città C40 che ha avuto luogo a Copenaghen.

L’impegno dei sindaci riguarda l’acquisto di biocarburanti e macchinari a zero emissioni e, al contempo, l’introduzione di soluzioni a zero emissioni negli appalti pubblici e nei progetti sostenuti dalle città. Entro il 2025, tutti i macchinari e i cantieri di Oslo opereranno a emissioni zero. Copenaghen utilizzerà combustibili senza fossili nelle proprie macchine mobili non stradali. Stoccolma, d'altra parte, mira a diventare una città priva di combustibili fossili e a impatto positivo per il clima entro il 2040; a tal scopo ha sviluppato uno strumento di analisi del ciclo di vita che valuterà, dal punto di vista climatico, materiali, macchinari e processi nel settore delle costruzioni.

Le città del mondo crescono a un ritmo elevato, si calcola circa 180 chilometri quadrati (più o meno la dimensione di Milano) a settimana.

L’industria delle costruzioni è quindi uno dei settori che sta contribuendo di più alla crisi climatica e si stima che tra il 2017 e il 2050 contribuirà per il 21% alle emissioni globali.

Il 60% delle emissioni provenienti dal settore delle infrastrutture e degli edifici è associato alla produzione e consegna dei materiali da costruzione. Il cemento è responsabile di oltre il 30% delle emissioni dai materiali di consumo; l’acciaio circa il 15%.

I sindaci di Oslo, Copenaghen e Stoccolma hanno riconosciuto che senza un'azione urgente per ridurre le emissioni generate nel settore delle costruzioni (sia edifici che infrastrutture), non vi è alcuna possibilità di rispettare l'accordo di Parigi e prevenire i catastrofici cambiamenti climatici di cui, purtroppo, ne abbiamo già testimonianza.

Il Rapporto pubblicato da C40, individua sei azioni prioritarie per ridurre l'impatto climatico del settore delle costruzioni:

• migliorare l’efficienza nella progettazione dei materiali: intervenire in fase di progettazione ha il più elevato potenziale di riduzione e potrebbe far diminuire le emissioni di gas serra del 18% entro il 2050;

• migliorare l'utilizzo degli edifici esistenti: se le città ottimizzassero l'uso delle strutture già esistenti, riducendo di conseguenza la necessità di nuovi edifici, potrebbero potenzialmente ridurre le emissioni di gas serra dell'11% entro il 2050;

• privilegiare i materiali a basso contenuto carbonico: le costruzioni in legno sono una soluzione praticabile laddove c’è disponibilità di foreste locali gestite in modo sostenibile che seguono standard riconosciuti a livello internazionale. A condizione che vengano evitati potenziali conflitti di mercato locale, il passaggio all'utilizzo del legname potrebbe ridurre le emissioni di gas serra del 6% entro il 2050;

• utilizzo di cemento a basse emissioni di carbonio: ridurre la necessità di cemento nel calcestruzzo utilizzando alternative a basse emissioni di carbonio potrebbe potenzialmente ridurre le emissioni di gas serra del 6% entro il 2050;

• riutilizzo di materiali e componenti per l'edilizia: il riciclo e il riutilizzo dei componenti degli edifici hanno un enorme potenziale a lungo termine e la riduzione dell'uso di acciaio vergine potrebbe potenzialmente ridurre le emissioni di gas serra del 3% entro il 2050.

• utilizzo di macchine edili a basse o zero emissioni: il rapporto indica che anche le emissioni in loco devono essere minimizzate e una parte fondamentale riguarda la gestione delle emissioni dei veicoli da costruzione. Tuttavia, non viene citata alcuna potenziale riduzione quantificata delle emissioni in questo settore, a causa della mancanza di dati disponibili.

Il settore delle costruzioni è composto da una vasta gamma di portatori di interesse (stakeholder), ognuna delle quali ha un impatto sulle scelte fatte nell'uso dei materiali e nell'edilizia. È essenziale stabilire i ruoli delle parti interessate e le opportunità che hanno di innescare il cambiamento, in modo che tutte le parti possano lavorare insieme per realizzare interventi con risultati misurabili. Sono tre i gruppi di stakeholder identificati: i responsabili politici, la società civile e il settore privato.

Le azioni chiave sulle quali questi soggetti devono impegnarsi riguardano, essenzialmente, la messa in atto di strategie e programmi operativi da rispettare, una guida su standard e sviluppo di strumenti accessibili e un impegno per una totale trasparenza.

Oltre alle significative riduzioni di gas a effetto serra, questi interventi hanno benefici sociali, economici e ambientali di ampia portata che si sovrappongono a preoccupazioni sociali più ampie. Ad esempio, gli interventi suggeriti ridurrebbero l'inquinamento atmosferico e acustico a livello locale, fornendo benefici per la salute dei cittadini e dell'ambiente. Innescherebbero anche il cambiamento nella crescente economia delle costruzioni, offrendo opportunità per nuovi posti di lavoro e competenze. Ottimizzare l'uso degli edifici esistenti potrebbe liberare denaro che altrimenti sarebbe stato investito in nuovi edifici. La valorizzazione di questi vantaggi trasversali può aiutare a far capire meglio i molteplici vantaggi nell’agire in modo radicalmente diverso rispetto a quanto fatto finora.

 

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