Covid. Dati gonfiati in Germania per giustificare misure restrittive: le rivelazioni di Die Welt

Rivelazione del Die Welt: in Germania i dati sulla diffusione della pandemia sarebbero stati gonfiati per giustificare l'imposizione di determinate misure restrittive. Il tutto influenzando i ricercatori assoldati dal governo.

Covid. Dati gonfiati in Germania per giustificare misure restrittive: le rivelazioni di Die Welt

Proponiamo ai nostri lettori il servizio realizzato da ByoBlu, che rilancia le dichiarazioni del Die Welt tedesco.

«Provate a immaginare per un attimo quanto siano cambiate le vostre abitudini a causa delle chiusure forzate in questi dodici mesi. La vita sociale, il lavoro, la scuola e il tempo libero. Tutto ridotto se non eliminato in nome dell’emergenza sanitaria.

Bene, ora provate per un attimo a immaginare che queste chiusure siano state disposte per mere ragioni politiche senza avere una vera base scientifica.

La rivelazione del Die Welt
In realtà non si tratta di un esercizio di immaginazione, ma è quanto emerge da una documentazione pubblicata sul Die Welt, uno dei più importanti quotidiani tedeschi. Si tratta nello specifico di una corrispondenza di più di 200 pagine tra la dirigenza del Ministero dell’Interno tedesco e i ricercatori dell’Istituto Robert Koch.

Quest’ampia corrispondenza mostrerebbe che, tra febbraio e marzo, il Ministero degli Interni con a capo Horst Seehofer avrebbe influenzato i ricercatori affinché fornissero dati allarmanti sulla pericolosità del virus. L’obiettivo? Secondo il Die Welt i ricercatori avrebbero dovuto elaborare modelli di calcolo statistici, senza basi reali, che potessero giustificare l’introduzione di pesanti misure restrittive da parte delle autorità tedesche.

E i ricercatori dell’Istituto Koch, l’equivalente del Comitato Tecnico Scientifico in Italia, si sarebbero affrettati ad eseguire gli ordini del Governo. È stato così calcolato un “worst-case-scenario”, secondo il quale più di un milione di persone in Germania sarebbero potute morire a causa del coronavirus se la vita sociale fosse continuata.

La cosa sorprendente è la certezza con cui un giornale autorevole come Die Welt riporta la notizia come dichiarato anche direttamente da una giornalista del quotidiano tedesco.

Le denunce di Fuellmich e Lukashenko
Si tratta di una rivelazione che tuttavia si colloca in perfetta linea con quanto denunciato qualche mese fa dall’avvocato tedesco Reiner Fuellmich e riportato anche su Byoblu. In quel video denuncia Fuellmich annunciava l’avvio di una class action mondiale contro i Governi che hanno applicato lockdown duri, anticipando proprio quanto riportato ora dal Die Welt: i lockdown sono uno strumento politico senza giustificazione sanitaria.

Il puzzle che lega Fuellmich alle rivelazioni del giornale tedesco dovrebbe essere composto poi da un altro tassello che arriva dalla Bielorussia. Era il giugno 2020 quando il Presidente bielorusso Lukashenko rivelava l’esistenza di pressioni internazionali affinché il Paese adottasse un lockdown all’italiana. Nello specifico Lukashenko avrebbe ricevuto in offerta dal Fondo Monetario Internazionale 940 milioni di dollari per introdurre rigide restrizioni. Offerta rispedita al mittente dal Presidente bielorusso.

A che scopo i lockdown?
Come in un normale processo oltre agli indizi serve un movente. Perché applicare lockdown senza una ragione sanitaria? La risposta potrebbe essere semplicemente già intorno a noi. Dodici mesi di chiusure hanno infatti cambiato in via definitiva le abitudini quotidiane, spostando la ricchezza verso pochi soggetti economici.

I lockdown hanno fatto la fortuna delle multinazionali del digitale e sono lo strumento ideale per attuare quel Grande Reset sponsorizzato al World Economic Forum. Ci sono gli indizi e c’è il movente: siamo stati vittime di un’emergenza utilizzata per favorire gli interessi economici di pochi?».

 

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