Crimini contro l’Uman-ità

Ci siamo. Ancora sei mesi e avremo dunque il primo essere umano con un microchip nel cervello. Il primo... ufficialmente, almeno. Perché se Elon Musk si è esposto fino a questo punto...

Crimini contro l’Uman-ità

Ci siamo. Ancora sei mesi e avremo dunque il primo essere umano con un microchip nel cervello. Il primo... ufficialmente, almeno. Perché se Elon Musk si è esposto fino a questo punto (oltre che per tentare di riverginarsi dopo gli scivoloni sul suo “stile” manageriale protonovecentesco), è piuttosto ovvio che i primi impianti siano stati, già da tempo, segretamente effettuati con successo.
Ma stavolta non è come con Dolly, no (nella foto di apertura la pecora Dolly e Ian Wilmut). L’intento del “braccio armato” del transumanesimo è più sottile, più pericoloso e più... ipocrita. Elon Musk non cambia il codice (quello genetico, come era nel caso della pecora, o quello informatico, come potrebbe esserlo in questo). No. Lui... integra. Potenziando sia l’umano che l’artificiale. Per renderlo... divino.
Pensate che stia esagerando? Solo un po’ di pazienza...
Il postulato principale del transumanesimo è piuttosto semplice: poiché assai presto le tecnologie esponenziali e il quantum-computing consentiranno all’intelligenza artificiale un salto evolutivo impensabile (le cui facoltà cognitive supereranno quelle di Homo Sapiens), dobbiamo... potenziare Homo Sapiens. Semplice, no? Dobbiamo migliorare Homo Sapiens per evitare che le macchine prendano il largo! Più o meno come una competizione fra scuderie di Formula 1: se McLaren monta un alettone più aerodinamico, anche Ferrari migliorerà la carenatura del musetto. Obiettivo: arrivare primi. E’ la forma estrema e degenerativa di competizione fra due mondi: l’umano e l’artificiale. La somma dei due “addendi”, che li integra potenziandoli reciprocamente, si chiama transumanesimo. Lo capirebbe persino un Commodore 64. O un bambino (se siete affezionati ai vecchi schemi).
E’ poi ovvio che, essendo questa formulazione piuttosto indigesta, il progetto criminale di Elon Musk viene astutamente farcito con le solite finalità sanitarie o filantropiche. Storia arcinota. Non esito a definire criminale questo disegno, in quanto si tratta a tutti gli effetti di un crimine contro l’Uman-ità (intesa non come sommatoria di individui, ma come espressione suprema della nostra natura). La vera finalità è infatti un’altra. E la scolpisce senza mezzi termini il vero, grande cantore mondiale del transumanesimo, Yuval Noah Harari (brani tratti da “Homo Deus”): 

“Sarà necessario intervenire sulla nostra biochimica e reingegnerizzare i nostri corpi e le nostre menti. Ci stiamo lavorando. Si può discutere se sia un bene o un male, ma sembra che il secondo grande progetto del XXI secolo – garantire una felicità globale – includerà una ristrutturazione di Homo Sapiens dalle sue fondamenta, affinché possa godere di un piacere senza fine. 

Ogni giorno milioni di persone decidono di delegare ai loro smartphone una porzione più grande di controllo sulle loro vite, o cercano un nuovo e più efficace farmaco antidepressivo. Nella ricerca della salute, della felicità e del potere, gli umani cambieranno con gradualità prima una loro caratteristica e poi un’altra e un’altra ancora. Finché non saranno più umani. 

Se pure riuscissimo in qualche maniera a tirare i freni, la nostra economia collasserebbe, e con lei la nostra società: l’economia moderna necessita di una crescita costante e indefinita per poter sopravvivere. [...] Un’economia che si regge su una crescita infinita ha bisogno di progetti infiniti – proprio come la ricerca dell’immortalità, della beatitudine eterna e dei poteri divini.”

Questo disegno delirante, che con i microchip nel cervello fa un sostanziale balzo in avanti, rappresenta una forma estrema e patologica di quello che mi piace chiamare il totalitarismo del controllo. Che fa ovviamente presa, spesso inconsciamente, sulle persone più fragili e disorientate, proprio per questo incapaci di riconoscere e affermare – innanzitutto a se stesse – la bellezza e l’amore per la nostra natura umana... così imperfetta, fragile e per questo affascinante.

L'equipaggio della NabucodonosorLa risposta, testimoniata e propugnata dalla nostra community di RICERCATI (come i ribelli della Nabucodonosor di Matrix), siamo noi. Umani, imperdonabilmente umani. Proprio come ci ricorda Franco Arminio in questa poesia meravigliosa, che talvolta, nei nostri itinerari notturni in giro per i boschi, dedichiamo alla luna piena:

Abbiamo bisogno di contadini,
di poeti, gente che sa fare il pane,
che ama gli alberi e riconosce il vento.
Più che l’anno della crescita,
ci vorrebbe l’anno dell’attenzione.
Attenzione a chi cade, al sole che nasce
e che muore, ai ragazzi che crescono,
attenzione anche a un semplice lampione,
a un muro scrostato.
Oggi essere rivoluzionari significa togliere
più che aggiungere, rallentare più che accelerare,
significa dare valore al silenzio, alla luce,
alla fragilità, alla dolcezza.

Preparatevi: la vera guerra dei prossimi decenni sarà questa. Clicca qui per salire a bordo.
Dal blog del collettivo di RICERCATI (https://ricercati.org/)

 

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