De Bonis: «Glifosato, ora il governo dovrà mantenere gli impegni»

Il senatore Saverio De Bonis ha illustrato il contenuto della mozione di cui è firmatario, approvata in Senato, che chiede il contrasto all'utilizzo del glifosato. A sostenerlo sono esponenti autorevoli della ricerca e della medicina. Forti le critiche verso la mozione a firma della senatrice Cattaneo che invece va in un'altra direzione.

De Bonis: «Glifosato, ora il governo dovrà mantenere gli impegni»

«La nostra mozione impegna il governo a prendere una posizione chiara sul tema del glifosato, adeguandosi al principio di precauzione e alle più recenti normative europee che ne vietano l’utilizzo in pre-raccolta»: lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, membro della IX Commissione Agricoltura del Senato, la cui mozione è stata approvata nei giorni scorsi in Senato insieme però ad altre mozioni, tra cui quella denna senatrice  vita Cattaneo, che invece appare favorevole all'erbicida.

«Ciò significa che ci saranno anche adeguati controlli nei porti, dove continuano ad arrivare grani esteri contaminati  - spiega De Bonis - Come ci spiegano autorevoli scienziati, sostanze nocive come il glifosato vanno a finire nei terreni, nelle acque e nella nostra dieta mediterranea, con effetti devastanti sulla salute pubblica. E non è, come i difensori della chimica vorrebbero far credere, un fatto inevitabile ricorrere a questa sostanza né come erbicida né come disseccante per accelerare la maturazione del grano. Così come non è vero che i nostri grani non sono sufficienti, o qualitativamente adeguati, per la produzione di pasta, pane ecc. Chi lo sostiene sta difendendo interessi particolari che poco hanno a che vedere con l’economia agricola, con la tutela dei consumatori e con l’imparzialità e la responsabilità scientifica e istituzionale che la carica di senatore a vita comporta. Pretendiamo che gli standard di salubrità e sicurezza previsti a livello nazionale e comunitario siano applicati anche per i prodotti che provengono dai paesi extraeuropei. Abbiamo ampiamente dimostrato che nel grano 100% italiano non v’è traccia di contaminanti. È questa la strada giusta da seguire, e sono felice che l’Aula, grazie alla nostra mozione, abbia preso coscienza della questione e si sia aperto finalmente un dibattito franco e trasparente».

«La nostra mozione – ha dichiarato la senatrice De Petris, co-firmataria insieme a De Bonis – che è il frutto di un lungo lavoro di studio e che grazie al dibattito è stata arricchita e aggiornata, ha segnato un risultato importante, con una larghissima maggioranza di 222 voti a favore. Discorso ben diverso è quello della mozione Cattaneo, che è stata approvata solo a livello formale. Come risulta anche dal verbale d’aula, infatti, quattro senatori hanno votato per errore a favore, salvo poi far correggere subito dopo la votazione. Dunque, se l’esito non è modificabile, dal punto di vista politico cambia tutto. L’unica mozione su cui il governo deve impegnarsi è la nostra, in linea con l’intento maggioritario espresso dall’aula».

«La salute comincia dalla terra» dichiara la dottoressa Fiorella Belpoggi dell'Istituto Ramazzini, da tempo impegnata sul tema. «In base alle nostre ricerche, il glifosato è il diserbante di cui si registra la maggiore presenza nelle acque superficiali italiane, insieme ad altri pesticidi».

In merito agli studi dello IARC, che fa capo all’OMS, la dottoressa ha precisato che la correttezza delle sue metodologie scientifiche non può essere messa in discussione «da scienziati che fanno politica», e che lo IARC ha decretato il glifosato come «potenzialmente cancerogeno».

«Il problema – ha affermato Belpoggi – è che lo IARC è un organismo troppo indipendente, e questo dà fastidio a qualcuno».

La dottoressa ha poi illustrato alcuni importanti risultati dell’Istituto Ramazzini, tra cui non solo il livello di cancerogenicità ma anche l’interferenza endocrina, l’alterazione del microbiota intestinale e l’effetto di bioaccumulo del glifosato ecc, che dovrebbero convincere a «mettere fuori commercio questa sostanza, come previsto dalle leggi europee».   

Sulla stessa linea la dottoressa Patrizia Gentilini, oncologa di Isde Medici per l'Ambiente, la quale evidenzia la «tendenza riduzionista di alcuni approcci scientifici, che non prendono in considerazione la nostra interazione con l’ambiente circostante». Gentilini evidenzia anche che «la presenza del glifosato aumenta la tossicità anche degli altri elementi di un composto». In base a diversi studi stranieri e accreditati, il glifosato, oltre a interferire con le funzionalità renali, il microbiota intestinale ecc., può essere riconducibile a un «aumento dell’autismo del 33% e del rischio di interruzione della gravidanza. I danni che provochiamo con le nostre prassi sono un peccato grave di cui dovremo rendere conto. L’agricoltura deve diventare la fonte delle soluzioni, e non dei problemi. Se il nostro sistema immunitario è preservato dagli attacchi di pesticidi e altre sostanze nocive, può difendersi meglio».

Monica Di Sisto, che ha partecipato insieme a De Bonis, Belpoggi e Gentilini a una conferenza stampa sull'argomento nei giorni scorsi, ha dichiarato: «Il Governo italiano ha l’occasione di fare la cosa giusta con questa mozione: rafforzare i controlli, il rispetto del principio di precauzione europeo e la tutela della salute a partire dalla terra e dal cibo. Le regole del commercio internazionale indeboliscono il sistema dei controlli e permettono a merci più economiche di buttare fuori mercato migliaia di aziende italiane che rispettano le regole. A partire dal caso glifosato dobbiamo impedirlo».

Manlio Masucci, di Navdanya International, ha dichiarato: «In un momento in cui in tutto il mondo si stanno approntando misure per vietare o fortemente limitare l’uso di fitofarmaci dannosi per la salute – in particolare il glifosato – è preoccupante che in Italia si assista ad un tentativo che va in direzione totalmente opposta e contraria a tutte le evidenze scientifiche raccolte dalla scienza indipendente. Chiediamo al governo che tenga conto che la salute dei nostri figli è molto più importante dei profitti delle multinazionali».

 

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