Delfinari europei sotto accusa, non sono a norma di legge

Il rapporto della WDCS, pubblicato a fine aprile, giudica i 34 delfinari presenti in 14 paesi dell'Unione europea come imprese commerciali non a norma di legge e poco educative. La richiesta all’UE, è quindi quella di eliminarli. Balene e delfini, ricordano gli esperti, non sono adatti per la vita in cattività e gli spettacoli.

Delfinari europei sotto accusa, non sono a norma di legge
L’affermazione è drastica. Secondo un dossier recentemente presentato sullo stato dei delfinari in 14 Paesi dell’Unione Europea, questi luoghi andrebbero tutti chiusi. A condurre lo studio è la Whale and Dolphin Conservation Society per contro della coalizione europea ENDCAP, in collaborazione con la Born Free Foundation. La WDCS giudica che le strutture esaminate sono gestite come parchi turistici, dove l’esposizione dei cetacei è solo un mezzo per attrarre soldi e fare business. A giudizio del rapporto, nessuno dei 34 delfinari sparsi tra Belgio, Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Malta, Olanda, Portogallo, Spagna e Svezia (i 14 paesi Ue interessati) è conforme ai requisiti previsti dalla legge (D.M. 469/2001). La direttiva europea richiede una serie di criteri vincolanti per gli zoo e i delfinari, inclusa la divulgazione per il pubblico e l'attività di ricerca a beneficio della conservazione della specie. Balene e delfini, ricordano tuttavia gli esperti, non sono adatti per la vita in cattività e agli spettacoli. Gli esemplari custoditi nelle strutture - spiega il responsabile di WDCS - soffrono di una mortalità più elevata rispetto a quella in natura, causata da un aumentato stress in un ambiente innaturale che ovviamente gli impedisce la libertà del mare aperto. Ecco quindi l'appello alla Commissione europea e agli stati membri “perché si occupino con urgenza delle raccomandazioni contenute nel rapporto e si muovano al più presto per eliminare una volta per tutte queste imprese commerciali”. Tutti i delfinari nell'Ue mostrano i cetacei in regolari spettacoli e presentazioni in cui gli animali eseguono sequenze di giochi e figure rispondenti a comportamenti del tutto innaturali. In molti casi, l’esibizione avviene sullo sfondo di musica ad alto volume. Quanto alla prescritta divulgazione d’informazioni al pubblico, la maggioranza dei parchi esaminati dal rapporto risulta svolgerla in modo insufficiente. Diciannove delfinari offrono altresì ai visitatori l'occasione di fotografare o avvicinarsi ai cetacei con programmi di nuoto o di terapia assistita dai delfini. Per quanto riguarda l'emozionante possibilità di avvicinare queste meravigliose creature, il rapporto addirittura la considera come un rischio di malattie e infortuni per il pubblico. Infine, da quanto emerge dai siti web di 34 delfinari dell'Ue, solo 14 sono attivamente coinvolti nella ricerca sui cetacei e solo il 5,4% delle ricerche presentate alla società europea dei cetacei include animali in cattività. L’Italia, anch’essa nel mirino dell’indagine, sede di sei delfinari e seconda solo alla Spagna per numero di strutture, non ne esce indenne. I quattro siti esaminati - Delfinario Rimini (Rimini), Parco tematico Oltremare (Riccione), Zoomarine (Torvajanica, Roma), Zoosafari e Fasanolandia (Fasano, Brindisi) – risultano non conformi alla legge esattamente come gli altri parchi europei e, ben 2 dei 4 zoo che custodiscono esemplari di Tursiope truncatus (il delfino più comune negli spettacoli acquatici) consentono ai visitatori il contatto diretto. Sotto accusa, sono soprattutto gli show acquatici dei cetacei. Le norme in vigore prevedono dimostrazioni “basate prevalentemente sul comportamento naturale dell'animale” e il commento sulla biologia della specie. Uscire dall'acqua appoggiandosi sul bordo della vasca, muovere o lanciare palloni da calcio, lanciare e riportare oggetti, e varie interazioni con gli addestratori, sono comportamenti mero frutto di addestramento. Mancano quindi ai delfinari italiani le finalità prevalentemente educative, anche per la mancata esposizione di pannelli o depliant illustrativi delle specie di delfini accolte. Non vengono poi rispettate norme igienico-sanitarie adeguate, né obblighi legali o morali nei confronti dei mammiferi marini. All’accusa ha replicato prontamente nei giorni scorsi il Parco Oltremare di Riccione, sostenendo d’essere “prevalentemente un'esposizione di delfini, e non uno show, e (che) per questo, come da decreto ministeriale, possiede una pannellistica didattica che è la più grande d'Italia”. Il delfinario romagnolo replica all’accusa di essere una struttura poco educativa adducendo varie precisazioni. “Al Parco Oltremare, ogni giorno, vengono dedicati al massimo 90 minuti totali per lo show dei delfini e di questi 90 minuti - precisa il delfinario - il 30% è costituito da commenti mirati all'approfondimento della conoscenza dei cetacei. Abbiamo sagome di cetacei in scala 1:1 e pannelli descrittivi lungo tutto il percorso di Pianeta Mare. Inoltre - si legge in una nota - il Parco Oltremare possiede pubblicazioni scientifiche alle quali il parco stesso ha partecipato e materiale didattico consultabile da chi ne fa richiesta.
Viene organizzata per tutto l'anno, anche in periodo di chiusura, una serie di proposte dedicate alla biodiversità in genere, per scuole di ogni ordine e grado". Infine, il Parco Oltremare ricorda che “i comportamenti dei delfini hanno a che vedere esclusivamente con la biologia del cetaceo, motivo per il quale sono stati da anni eliminati tutti gli esercizi che contemplavano l'utilizzo di strumenti non appartenenti al mondo animale”.

Commenti

delfinari,acquari, gabbie, voliere, zoo,circhi,zoosafari ecc ecc,che crudele stupidità.stupidità crudele che viene proposta diseducativamente ai piccoli,alle scolaresche in gita,agli idioti frequentatori dalla visione disneyana del rapporto uomo-animali.che amarezza.
gigi, 08-05-2012 08:08
Inviterei tutti coloro che sostengono di amare i delfini e pertanto vanno in questi tristissimi posti, di visionare il film the cove realizzato dall'addestratore di flipper anzi dei delfini, perché erano 5 che facevano flipper. Forse una più corretta anche se cruda informazione può dare una giusta anche se crudele presa di coscienza del bisness che stiamo alimentando e del danno che stiamo arrecando a queste splendide creature.
Mattia, 19-12-2012 06:19

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