Bonus del 55% anche nel 2011, ma distribuito su dieci anni

Prorogate fino al 31 dicembre 2011 le detrazioni fiscali del 55% per i lavori di riqualifica energetica su edifici. Non cambiano i tetti massimi, né gli interventi ammessi, ma la restituzione del denaro speso sarà spalmata nell’arco di dieci anni anziché cinque.

Bonus del 55% anche nel 2011, ma distribuito su dieci anni
La legge finanziaria 2011, approvata alla Camera meno di due settimane fa sotto il nome di Legge di Stabilità, protrae fino al 31 dicembre 2011 la validità della normativa sulle detrazioni Irpef del 55%. Pertanto chi voglia effettuare interventi su edifici al fine di aumentarne l’efficienza energetica (isolamento termico degli involucri esterni, messa in posa di infissi isolanti, impianto di caldaie a condensazione e pannelli solari) ha ancora tempo. La prospettiva di un solo anno in verità appare piuttosto limitante, ma la notizia è comunque considerevole, dal momento che nei mesi scorsi si era paventata a più riprese l’ipotesi di una totale cancellazione del bonus, a causa della crisi economica in cui versa il Paese. Di fronte alle proteste degli utenti e, soprattutto, degli operatori del settore (produttori, installatori, imprese edili), il Governo ha deciso di confermare l’agevolazione anche per il 2011. Una sola modifica: la restituzione del 55% delle spese sostenute sarà compiuta nell’arco di dieci anni (una rata per anno). Quando il provvedimento fu introdotto la prima volta, nel 2007, le rate stabilite erano tre, poi divennero da tre a dieci (a scelta del soggetto interessato) nel 2008, fino a stabilizzarsi a cinque nei due anni successivi. Ora si passa a dieci, evidentemente al fine di diluire su un tempo più lungo gli effetti che l’incentivo eserciterà sulle casse dello Stato. Ovviamente di contro il risparmio per gli utenti sarà inferiore, a causa dell’inflazione nel corso dei 10 anni che seguono l’intervento. Difficile dire con esattezza di quanto inferiore. Un calcolo grossolano (rimanendo conservativi sull’andamento dell’inflazione) ci dice che dopo cinque anni la detrazione effettiva diventerà pari al 50,5% e dopo dieci al 47%. Per altro, al momento non risulta che gli anziani possano recuperare le spese in tempi più brevi, come è invece previsto dall’agevolazione del 36% (cinque rate per coloro che superano i 75 anni e tre per gli over 80). Tempistica a parte, per il resto la norma è stata ripristinata tale e quale. Ossia non sono stati rivisti i tetti massimi (cioè il totale a livello nazionale degli investimenti 'scontabili'), né ridotte le tipologie di interventi contemplate, come si era ipotizzato nelle ultime settimane. In particolare era stata presa in considerazione la possibilità di privilegiare gli interventi più efficaci in termini di risparmio energetico, vale a dire quelli che prevedono una revisione complessiva dell’involucro esterno dell’edificio o dell’impianto di climatizzazione. A perderci sarebbero stati, quindi, quanti avessero eventualmente scelto di sostituire solo gli infissi. A far ricredere il Governo rispetto all’iniziale decisione di non estendere i termini sono state, oltre alle proteste già menzionate, le analisi e le proiezioni realizzate dall’ENEA e dal CRESME (Centro Ricerche Economiche, Sociologiche e di Mercato), le quali hanno dimostrato che le perdite effettive da parte dell’erario sono di gran lunga inferiori rispetto a quanto possa risultare da un primo calcolo. In primo luogo una parte non indifferente degli interventi di riqualifica energetica che vengono svolti, traggono stimolo proprio dalla prospettiva di poter attingere a questa risorsa legislativa. In un sondaggio del CRESME si legge che il 28% di coloro che, negli scorsi quattro anni, hanno usufruito delle detrazioni del 55% non avrebbero operato alcun intervento in assenza di benefici, mentre il 19% avrebbe speso il minimo indispensabile. Inoltre alcuni di questi lavori possono comunque configurarsi in termini di ristrutturazione e avvalersi del bonus del 36%, che resta (e sarebbe in ogni caso rimasto) in vigore. Oppure le due agevolazioni agiscono da traino l’una per l’altra: ossia, partendo da uno dei due interventi, l’utente decide spesso di effettuare anche l’altro, così da totalizzare un risparmio maggiore, ma in definitiva anche una maggior spesa (con conseguenti ulteriori entrate per l’erario statale). Ciò ha dato una spinta non indifferente a tutto un settore industriale del Paese che è oggi uno dei pochi in crescita. Numerose piccole e medie imprese sono nate e/o si sono affermate nel corso degli ultimi anni, generando dei circuiti economici virtuosi, offrendo posti di lavoro e definendo nuove professionalità. Infine, ma non in fondo alle priorità, non va dimenticato che la detrazione Irpef del 55% è stata introdotta principalmente per spingere i proprietari di edifici a svolgere azioni positive nell’ottica di una riduzione dei consumi (o meglio degli sprechi) energetici e delle emissioni di anidride carbonica. La risposta da parte degli utenti è stata assolutamente positiva, pertanto non potrà che seguirne un miglioramento della qualità di vita ed in generale una riduzione della bolletta energetica nazionale (perché minore spreco significa minore richiesta e quindi spesa ridotta, non solo per il singolo cittadino, bensì anche per lo Stato, che deve produrre o acquistare l’energia). Certo tra un anno saremo punto e a capo, ma per ora si registra una vittoria. Il provvedimento, che è passato alla Camera dei Deputati, è ora nelle mani del Senato, il quale deve dare il via libera entro il 10 dicembre.

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