La dieta ecosostenibile è anche economica. In Uk arriva la 'Livewell diet'

Mangiare alcuni alimenti piuttosto che altri può fare la differenza. Non solo per la linea e per la salute dell'organismo, ma anche per la salvaguardia del pianeta e dei suoi ecosistemi. A ricordarcelo stavolta è un'equipe di ricercatori dell'Università di Aberdeen che insieme al Wwf hanno messo a punto una 'dieta ecosostenibile'. Punto di partenza è la drastica riduzione dei consumi di carne e di 'cibi pronti'. Un cambiamento che costa meno di quanto possiamo immaginare.

La dieta ecosostenibile è anche economica. In Uk arriva la 'Livewell diet'
Siamo quello che mangiamo, stavolta a ricordarcelo sono i ricercatori britannici del Rowett Institute of Nutrition and Health della Aberdeen University, che con il sostegno del Wwf hanno appena messo a punto una dieta ecosostenibile ed economica: la 'dieta del buon vivere' (in inglese Livewell diet, ndr). "La scelta di alcuni prodotti alimentari nel Regno Unito - spiega il Wwf - sta distruggendo interi ecosistemi dall'altra parte del mondo. Per esempio la coltivazione di soia e l'olio di palma sono le cause principali della deforestazione in Sud America e nel Sud-Est Asiatico". Inoltre, spiegano sempre Wwf e Rowett Institute, dai consumi alimentari dipende il 30 per cento delle emissioni di gas serra e quindi ciò che mangiamo incide indirettamente sui cambiamenti climatici. In cima alla lista dei consumi insostenibili, il consumo di carne che in Gran Bretagna si aggira attorno ai 79 chili all'anno per individuo. Troppi. Che fare allora? La buona notizia, ricorda il Wwf, è che si può fare qualcosa per migliorare la situazione e partecipare attivamente al raggiungimento degli obiettivi del 2020. Il primo passo è cambiare le nostre scelte alimentari e quindi i nostri consumi. Alla base della dieta elaborata dai ricercatori britannici c'è un menù settimanale, completo di lista della spesa correlata. Tuttavia, spiegano i ricercatori, non è necessario considerare queste tabella come strettamente vincolanti (anche perché i prodotti andranno a variare a seconda delle stagioni e del luogo geografico in cui ci si trova) ma vanno capiti i principi che stanno alla base della dieta. Quindi: mangiare più frutta, verdura e cereali, e meno carne e prodotti alimentari trasformati per essere pronti al consumo. In particolare, le percentuali consigliate sono quelle illustrate nella figura in alto, e dunque: 35 per cento di frutta e verdura, 29 per cento di carboidrati, e non più dell'8 per cento di carne, pesce e uova. Nel menù la carne non è esclusa del tutto ma non sono ammessi più di 200 grammi a settimana a persona. Queste scelte, non solo abbassano il nostro impatto sul pianeta contribuendo indirettamente al miglioramento della qualità di vita nostra e degli altri esseri, ma incidono direttamente sul benessere del nostro organismo rendendo meno frequente l'insorgere di malattie cardiovascolari e tumori. Altro aspetto fondamentale della dieta è il costo, che si aggira attorno ai 150 euro al mese a persona (37,5 euro a settimana). Un costo, spiega il Wwf, che è stato calcolato considerando prodotti acquistabili in supermercati di media dimensione. L'operazione non si ferma al circuito degli ambientalisti e ha tutta l'ambizione di diventare un progetto politico che include le istituzioni. La dieta del buon vivere sarà infatti proposta al Governo del Regno Unito, con una richiesta esplicita al primo ministro David Cameron, di adottare la livewell diet come guida ufficiale per i consumatori. Ancora una volta, è la scienza stessa a comunicarci che nella drastica riduzione dei consumi di carne e di prodotti 'pronti all'uso', sta il primo passo verso la sostenibilità ambientale e il miglioramento degli stili di vita.

Commenti

Le percentuali sono intese sul fabbisogno calorico complessivo?
Baby, 02-03-2011 04:02

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