Disastro di Chernobyl: ancora 5 milioni di persone in zone contaminate

Cinque milioni di persone continuano a vivere nelle aree della Russia, Bielorussia e Ucraina contaminate dall'incidente di Chernobyl del 26 aprile 1986. E' quanto denuncia Legambiente che chiede di fermare la costruzione di 2 nuove centrali nucleari. Grazie al Progetto Rugiada lanciato dall'associazione 100 bambini contaminati dalle radiazioni saranno visitati e curati.

Disastro di Chernobyl: ancora 5 milioni di persone in zone contaminate
La situazione attuale in Bielorussia, testimoniata dalla delegazione di Legambiente appena tornata dal Paese dell'ex Unione Sovietica, è gravissima. Cinque milioni di persone continuano a vivere nelle aree della Russia, Bielorussia e Ucraina contaminate dall'incidente di Chernobyl del 26 aprile 1986. Nel sud della Bielorussia, dov'è caduto il 70% del fall-out radioattivo, le famiglie vivono in situazioni di povertà assoluta, bevendo e mangiando solo acqua e cibo fortemente radioattivi, che provoca un abbassamento delle difese immunitarie e varie patologie tumorali, soprattutto nei bambini. Anche nella zona proibita, nel raggio di 30 km dalla centrale di Chernobyl, la delegazione di Legambiente ha trovato villaggi abitati con la presenza di molti bambini. Una situazione gravissima con oltre 40 curie di cesio 137 per km2: una quantità enorme considerando che la presenza di 1 curie/km2 è già considerata come fortemente allarmante dalla Comunità europea. Le gravi problematiche sociali, economiche e sanitarie unite alla pericolosissima presenza di radioattività stanno mettendo a dura prova le popolazioni che vivono in questo paese sempre più dimenticato, con un'inflazione altissima e un significativo calo demografico. “Nonostante la gravissima situazione determinata dal disastro nucleare del 1986 – afferma Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente – sono in costruzione due nuove centrali nucleari nella zona settentrionale: una in Bielorussia e una in Lituania. Una scelta assurda che deve essere fermata. Ci appelliamo alla Commissione europea e alla Comunità internazionale affinché s'intervenga in modo risolutivo ed efficace per fermare questa scelta inconcepibile per un territorio già pesantemente contaminato”. Legambiente continua a intervenire sul posto tramite aiuti sanitari e progetti di cooperazione, come quello che ha permesso di realizzare e ampliare il reparto pediatrico di terapia intensiva, all'ospedale di Gomel. “Anche per l'anno 2013 – spiega Angelo Gentili, responsabile nazionale di Legambiente solidarietà – abbiamo siglato un nuovo accordo per portare 100 bambini dalle zone fortemente radioattive al Centro Speranza di Vileijka: una struttura ecoefficente in un'area non contaminata, dove oltre a giochi e laboratori creativi, i bambini mangiano cibo non radioattivo. Inoltre i piccoli ospiti vengono monitorati dal punto di vista medico per evidenziare eventuali patologie per poterli poi seguire anche durante l'anno: un speranza concreta per le vittime innocenti della catastrofe nucleare di 26 anni fa”.

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