Rebecca, 12 anni: non vuole il telefono cellulare

Trovatelo, se riuscite, un adolescente che non abbia l’occhio abbassato sul display del cellulare, che oggi sono minimo smartphone quando non iPhone. Difficile vero? Noi ce l’abbiamo fatta. Caso più unico che raro, Rebecca, 12 anni, ha deciso che il cellulare non lo vuole. La ragione la spiega lei, con le sue parole.

Rebecca, 12 anni: non vuole il telefono cellulare

In alcuni dei vari corsi di formazione organizzati dall’associazione Paea, di cui faccio parte, ho conosciuto prima l'attivissima mamma Laura e poi Rebecca e suo padre Paolo. Rebecca mi ha colpito per la sua intelligenza, maturità e capacità di fare domande mai banali o scontate. Soprattutto notavo che non aveva per le mani l'immancabile smartphone. Allora le ho chiesto perchè non lo avesse e lei molto semplicemente mi ha detto che non ne aveva bisogno. Le risposte che mi ha dato in merito credo che possano essere, nella loro semplicità e razionalità, di grande aiuto soprattutto per contrastare uno degli enormi problemi della nostra epoca, cioè il "lo fanno tutti" oppure "ce l'hanno tutti". Dietro a queste risposte si giustifica qualsiasi scelta: se tutti fanno qualcosa, dobbiamo farlo anche noi, altrimenti ci sentiamo diversi o a disagio. Forse è il momento di iniziare a ragionare e a dire qualche no, netto e chiaro, chissà che non faccia bene a noi e ai nostri figli.

Dove vivi Rebecca e cosa fai normalmente nella tua vita?

Io e la mia famiglia (mamma, papà , cane e gatti) siamo italiani e viviamo da 6 anni nella Svizzera italiana, per permettere a me di frequentare la scuola steineriana e per il lavoro di mio padre. Abitiamo nel nucleo di un paese di circa mille abitanti, dove non conosco nessuno a parte i miei vicini di casa. Non passo molto tempo con loro perché sono per la maggioranza anziani, a parte una famiglia con un figlio di una ventina d'anni e un'altra famiglia con 3 bambine sotto i 7 anni. Da settembre fino a inizio estate una volta a settimana andavo a lezione di danza contemporanea espressiva: ero la più grande. Da ottobre, un fine settimana al mese, frequento la mia tribù indiana: un ritrovo di un gruppo di bambini e ragazzi con animatori. Svolgiamo attività nella natura, cantiamo attorno al fuoco, mangiamo biologico, facciamo escursioni, laboratori manuali con materiali naturali, partecipiamo a cerimonie sciamaniche. D'estate ci ritroviamo per i campi estivi. Ci vado da anni e ne sono entusiasta. A parte i compiti, nel resto del mio tempo leggo, gioco, disegno, penso, suono l'arpa e a volte scrivo. Leggo moltissimo, mi piace e divoro tantissimi libri in poco tempo.

Come mai hai deciso di non volere il cellulare? Alla tua età praticamente ce lo hanno tutti ed è ormai considerato un oggetto indispensabile.

Ho deciso di non avere il cellulare o simili per la semplice ragione che mi sembrano cose inutili. Dato che per millenni siamo “sopravvissuti” benissimo nonostante questa “gravissima” mancanza. Inoltre, chissà perché, molti minorenni portano gli occhiali.

Quando hai deciso di non volere il cellulare?

Non c'è stato un giorno preciso in cui ho deciso di non volerlo, è stata semplicemente un'idea che piano piano ha preso posto nella mia testa.

Ti senti a disagio perché le tue coetanee, i tuoi coetanei lo hanno e tu no?

Assolutamente no.

Come comunichi con i tuoi amici/amiche?

Quando li guardo in faccia, nel senso quando siamo nello stesso posto, comunico con loro. Al telefono non so neanche cosa dire, ho bisogno di sapere l'umore delle altre persone per poter parlare con loro senza offenderle.

Pensi che sarai tagliata fuori dalla socialità e dalle amicizie senza un cellulare?

No. Comunque non sono l'unica a non volerlo. Ad esempio, ho un'amica che non lo vorrebbe, ma lo ha poiché spesso deve tornare a casa con i mezzi pubblici e le serve per avvisare la madre di eventuali cambiamenti o ritardi.

I tuoi compagni e amici ti discriminano o ti prendono in giro perché non hai il cellulare?

I miei compagni sì, i miei amici no! Alcune delle mie compagne comunque sono mie amiche. I compagni mi discriminavano soprattutto all'inizio dell'anno (ho cambiato scuola), poi hanno smesso perché hanno capito che non serviva a niente.

Come passi le tue giornate oltre alla scuola? Riesci a divertirti e fare cose interessanti anche senza cellulare?

Frequento una scuola steineriana, per cui non ho molti compiti e per raggiungerla faccio un lungo viaggio (circa 40 chilometri). In macchina leggo, penso e guardo il panorama. Mi piace comunque molto restare a casa perché molta gente si ritrova soltanto per giocare col cellulare, per cui non mi interessa.

I tuoi genitori come hanno preso la cosa? Sono d’accordo? Sono ansiosi magari quando sei fuori di casa e non sanno come rintracciarti?

Non me lo avrebbero comunque dato. Anche se ad un certo punto quest'anno a mia mamma è venuta quasi la voglia di darmene uno perché quando ho iniziato a tornare a casa da sola da scuola (circa 1 ora e mezza di viaggio, con tratti a piedi e cambi bus/treno) aveva paura che sbagliassi treno o che ci fosse qualche imprevisto. Comunque sì, i miei genitori sono d'accordo con la mia scelta. Anche mio papà non lo vorrebbe anche se mia mamma ha insistito per farglielo avere per le emergenze. Ne ha uno semplice con la tastiera con cui può fare telefonate e spedire messaggi, ne avrebbero dato uno anche a me così, usato (non usano cellulari nuovi, solo di seconda mano). Non rispondo neanche al cellulare di mia mamma perché non so come usarlo e sinceramente non ci tengo neanche a imparare (anche se la mamma ci terrebbe, per le emergenze).

Cosa pensi dei genitori che comprano il cellulare ai propri figli perché “ce l’hanno tutti” e quindi hanno paura che si sentirebbero esclusi?

Il mio unico pensiero è: poveretti!

Sai qualcosa della nocività dei cellulari sulla salute delle persone e dei più giovani in particolare?

Non proprio, però per esempio un giorno mia mamma ha risposto al cellulare , stavamo andando in auto e ovviamente s'è fermata per questo, e quando ha risposto ho sentito male alla testa dalla parte opposta dalla quale lei aveva il cellulare, fino a che non l'ha rimesso giù. Inoltre quando lo guardo mi dà molto fastidio, soprattutto alle tempie, e devo stare lontana. E comunque so che fanno male.

Da persona senza cellulare cosa ti sentiresti di dire a chi ne è ormai totalmente dipendente?

Vorrei convincere queste persone che è una cosa inutile che fa male e basta. Quello che vorrei dire è: «Metti giù quella roba che ti fa male. Buttala via!».

Però mi limito magari a dire: «Ma lo sai che il cellulare non fa molto bene , vero? Ci sono altri mezzi per divertirsi e comunicare con la gente, per esempio potremmo metterci a giocare insieme, cosa ne dici?». Ma la gente non vuole smettere tanto facilmente di usare questo “magnifico” oggetto...

 

 

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Commenti

Tutti gli strumenti tecnologici sono utili, basta solo non abusarne. Il cellulare per esempio, in particolari emergenze da Primo Soccorso è determinante.
roberto ghisellini, 27-07-2015 09:27
Tutto molto giusto ma anche un pò inquietante Specie il fatto che Rebecca percepisca dolore alla tempia quando la mamma telefona. Io credo che l'equilibrio stia in un uso ragionevole , ragionato e controllato del cellulare. Troppo spesso noi genitori tendiamo a passare ai figli anche i nostri modi di pensare e di vivere ma non bisogna trascurare il loro libero arbitrio e il loro bisogno di socialità in gruppi di pari
Carla, 28-07-2015 12:28
Eppure io sento qualcosa di triste in questa bambina. Ricordiamoci che quasi niente è cattivo in sé. Tutto è relativo, ciò che conta è l'essere, chi siamo e vogliamo essere. Chi siamo. Non cosa abbiamo o NON abbiamo.
elisabetta, 28-07-2015 11:28
Brava, Rebecca, tieni duro. Non hai certo scelto la strada più facile, perché non è facile oggi agire con senso di responsabilità e spirito critico. Ma, se può consolarti, neanche i ragazzini maniaci del cellulare hanno scelto la vita facile, perché l'alienazione e l'incapacità di comunicare, né tantomeno il conformismo, hanno mai migliorato la vita. Che tristezza quei ragazzini sull'autobus, ai giardini, in pizzeria col cibo abbandonato nel piatto, che ciancicano sullo smartphone completamente avulsi da ciò che li circonda. E questa la chiamano socialità! Senza contare i danni alla salute. Persino l'associazione dei pediatri italiani ha messo in guardia i genitori sulla nocività dei cellulari nei bambini. Forse fra dieci o quindici anni, quando non sarà più possibile occultarne le conseguenze, ci diranno dei cellulari e delle loro onde elettromagnetiche quello che oggi ci dicono del fumo. Sarà un po' tardi ma meglio tardi che mai. Quanto al far decidere ai bambini, è un buon proposito, ma i genitori devono prendersi le loro responsabilità. Se si lasciasse decidere ai bambini, credo che ce ne sarebbe un buon numero che sceglierebbe di non andare a scuola, o di non andarci molto. E io non mi sento di dire chi avrebbe ragione. Ma pare che la maggior parte dei genitori abbiano le idee chiare in proposito.
sonia savioli, 30-07-2015 03:30
Prendendo spunto dal commento della Sig.ra Sonia, reputo che i bambini alla loro età siano molto più perspicaci di quanto si creda, se la maggioranza, dopo aver "testato" l'istruzione scolastica potrebbe decidere di boicottarla lo farebbe a ragione, dal momento che da tempo il sistema mira ad "inquadrare, conformare" schematicamente le diverse personalità sin dalla tenera età in binari prestabiliti
roberto ghisellini, 30-07-2015 08:30
Ciao. Solo un chiarimento. Non penso che debbano decidere i bambini ma i genitori, tenendo conto del punto di vista dei figli, però. Comunque a 12 anni non li chiamerei ancora bambini. Non lo sono più, anche se cerchi di non affrettare la loro crescita, anche se, come noi, fai la scelta di non avere il televisore collegato all'antenna ma lo usi solo come schermo . Comunque sia crescere i figli in questo periodo è un impegno che ti mette sempre di fronte alle tue convinzioni per ribaltarle e questo vale soprattutto per l'adolescenza verso cui Rebecca a cui mando un saluto, si sta avviando.
Carla, 30-07-2015 08:30
Benchè considero virtuoso ridurre la dipendenza tecnologica a tutte le eta trovo che questa ragazzina sia triste e irritante. Questa convinzione di sapere cosa è giusto o sbagliato per lei e per gli altri ha del fanatismo religioso che non aiuta nessuna causa per quanto giusta sia. Mi ricorda quei bambini nazisti che denunciavano i propri genitori alla gestapo per qualunque sciocchezza. Il fatto poi che senta male alla testa se la madre telefona, cosa di per se assurda, è l'aspetto più umano di tutta l'intervista. La piccola sa dire le buigie.
ijk-ijk, 26-12-2015 06:26
Gentile ijk, riguardo al mal di testa di cui fa cenno la bambina che lei giudica con molta disinvoltura bugiarda, mi fa piacere segnalarle il libro di Riccardo Staglianò "Toglietevelo dalla testa", recensito anche qui su Il Cambiamento. Sono sicura che una lettura accurata di questo testo documentatissimo le chiarirà molte cose e le farà rileggere le parole di Rebecca alla luce di informazioni più approfondite. Lei definisce la bambina "triste" e "irritante". Non posso fare a meno di pensare che spesso noi adulti ci sentiamo irritati e infastiditi quando siamo costretti ad ammettere che i bambini sono capaci, spesso e volentieri, di darci lezioni.
marica spagnesi, 28-12-2015 07:28
Non sono certo qui dire che i cellulari non facciano male. Tutte le rardiazioni in radiofrequenza sono piu o meno dannose ma qui non si parla di danni biologici a lungo termine ma di dolore immediato. E la ragazzina non dice di provare dolore quando lei telefona (cosa gia poco credibile) ma di sentir male quando telefona sua madre. E poi che le da fastidio alle tempie amguardarlo - immagino quando in stand bi e quindi quando non emmette radiazioni. Quindi o la ragazza mente al giornalista e questo la rende umana o è talmente ossessionata e suggestionata dai cellulari da somatizzarne la presenza e sentire veramente dolore, cioè mente a se stessa, e qui siamo nel patologico. E vero che gli adulti maldigeriscono le lezioni dei piu giovani, ma non mi sembra questo il caso. Se la ragazzina avesse raccontato di essere giunta alle sue conclusioni dopo aver provato a vivere con uno smartphone per qualche periodo della sua vita potrei capire, ma qui mi sembra solo di sentirle ripetere a pappagallo cose sentite dagli adulti. Mi sembra una persona piu indottrinata che consapevole.
ijk-ijk, 30-12-2015 07:30

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