Dove sono finiti gli animali?

Nei boschi e nei parchi una calma innaturale, rarissimi gli avvistamenti di animali selvatici, pochissimi gli insetti utili nell'ambiente: cosa sta accadendo? Non è difficile capirlo. Ma se muore la natura, muore anche l'uomo.

Dove sono finiti gli animali?

Vi sarà capitato di fare una passeggiata in un bosco e avrete fatto probabilmente caso a un silenzio e una calma innaturale. Pochissimi suoni che richiamano la presenza di uccelli, sempre più rari gli avvistamenti di animali selvatici, una situazione triste e spettrale. Un altro segnale meno evidente, ma lo stesso preoccupante, è la riduzione drastica degli insetti; basti pensare che fino a una quarantina di anni fa i parabrezza delle macchine e i fari accesi erano tempestati di insetti. Ora il vuoto.

Come mai accade questo?

Non è difficile rispondere al perché si sta facendo sempre più deserto intorno a noi. La velocità a cui moltissime specie animali si stanno estinguendo è impressionante e non certo per calamità naturali; o meglio, se vogliamo considerare l’uomo come calamità naturale allora il ragionamento ci può stare.

Gli animali selvatici vengono sterminati in vari modi dall’uomo, attraverso la distruzione dei loro habitat per far posto a coltivazioni di mangimi che alimenteranno altri animali non selvatici spesso chiusi in lager mostruosi, pratica che comporta solo danni ed enormi pericoli sanitari. Ma come ormai sappiamo bene, tutto ciò che non ha sponsor e non produce lucro per le mega multinazionali padroni del mondo, non esiste, per quanto tragico e pericoloso per la salute dell’uomo possa essere.

Lo sterminio degli animali avviene poi attraverso la caccia, nonostante sia una pratica invisa alla maggioranza delle popolazioni, ci sia ormai ben poco da cacciare visto che si è fatta tabula rasa e ancora meno ci sia l’esigenza di cacciare per sopravvivere.

Lo sterminio avviene anche per la catastrofe climatica determinata dall’uomo, che causa desertificazione, mancanza di acqua, incendi e modifiche della temperatura, aspetti letali per tantissimi animali, basti pensare alla tragedia di proporzioni bibliche che ha colpito l’Australia negli anni 2019 e 2020, protrattasi per mesi e che ha visto la scomparsa di milioni di animali.

Un impatto devastante lo ha poi il rilascio di rifiuti e sostanze inquinanti; un esempio fra tutti è il mare, teatro di disastri immensi con gli sversamenti di petrolio e ogni altra schifezza, diventato una fogna, un brodo di plastica che uccide un numero incalcolabile di pesci e uccelli marini.

Incide inoltre la depredazione dei loro spazi per fare posto alla cementificazione, che poi ci regala disastri idrogeologici costanti. Cementificazione che non ha nessun senso di esistere visto che in Italia abbiamo “solo” 7 milioni di case sfitte, con la infinita sequela di capannoni ed edifici abbandonati ovunque sulla penisola.

Inoltre c’è una ragione psicologica ma centrale sul perché si verifichi questa autentica follia. Nella sua furia distruttrice l’animale più pericoloso e feroce mai apparso sul pianeta sta costruendo un mondo totalmente artificiale, un mondo in cui pensa che un click risolva ogni problema, dove le api e gli animali in genere si costruiscono in laboratorio, dove saremo sempre meno carne e sempre più metallo e microchip.

In un mondo simile a cosa serve la natura? A cosa servono degli strani e bizzarri animali selvatici? A nulla, sono solo un fastidioso intralcio sulla strada del uomo/dio artificiale.

Si pensa (e si progetta) dunque a un uomo a cui la natura "vera" non serve perchè gli basta mettersi un casco e guardarla virtualmente. Una natura di cui non si ha nessuna percezione vivendo chiusi in scatole di cemento, circondati da asfalto e lamiere. Una natura che al massimo serve come cloaca dove scaricare le montagne di rifiuti che vengono prodotti a ritmo infernale e quando la terra verrà sommersa e i mari riempiti, li invieremo nello spazio, dove comunque già ne gravitano parecchi.

Senza animali selvatici finiremo per avere solo cani e gatti che accompagneranno le nostre vite nel mondo apocalittico dove gli unici altri animali saranno le "macchine da allevamento".

Povero uomo, ubriacato di onnipotenza e di tecnologia al servizio della devastazione, non capisce che con la morte della natura selvatica, morirà anche lui inevitabilmente, per quanti giocattoli sofisticati e attraenti possa pensare di costruire.

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