La Dupont denunciata per aver propagandato in maniera ingannevole un suo ritrovato

Il fondo pensionistico Ironworkers ha chiesto un risarcimento danni pari ad un miliardo di dollari. La grave accusa è di aver promosso una tecnologia genetica pur sapendo che non avrebbe funzionato.

La Dupont denunciata per aver propagandato in maniera ingannevole un suo ritrovato

L’azienda chimica statunitense DuPont, creatrice del mais geneticamente modificato Pioneer, è stata denunciata con richiesta di risarcimento danni pari a un miliardo di dollari da un fondo privato di investimento, sostenendo che gli amministratori della società  abbiano promosso una tecnologia genetica di colture resistenti agli erbicidi pur sapendo che non avrebbe funzionato. Fondata nel 1802 a Wilmington, popolosa cittadina statunitense del Delaware, la DuPont è presente in oltre 70 paesi e produce una vasta gamma di prodotti e servizi destinati ad un variegato ventaglio di mercati che includono agricoltura e alimentazione.
Il Consiglio distrettuale di Philadelphia ha riconosciuto l’accusa avanzata dal fondo pensionistico Ironworkers, secondo la quale alcuni tra gli attuali e i precedenti amministratori DuPont avrebbero dissipato consistenti risorse aziendali e promosso fraudolentemente un tipo di modificazione genetica, nota come GAT, che avrebbe inflazionato le rendite dei raccolti, rendendo le piante più resistenti agli erbicidi.
Dai documenti del tribunale è emerso che gli avvocati di parte avrebbero avviato tutte le procedure legali per indagare amministratori e dirigenti dell’azienda.
Dan Turner, un portavoce dell’azienda DuPont, sostiene che «diversi mesi fa il consiglio di amministrazione della DuPont ha respinto all'unanimità l’accusa», perchè non è supportata né dai fatti né dalla legge.
Stando ai documenti del tribunale, la DuPont nel 2002 prese licenze dalla Monsanto Company, multinazionale di biotecnologie,  per utilizzare il suo Roundup Ready: questo avrebbe aiutato le colture a resistere agli effetti altrimenti nocivi dell’erbicida Roundup sintetizzato dalla stessa Monsanto. A partire dal 2005, la DuPont decise di dare avvio ad un proprio ritrovato tecnologico, chiamato GAT, annunciando, l’anno dopo, con grande enfasi che nel 2009 avrebbe cominciato a commercializzare i semi geneticamente modificati per tollerare erbicidi noti come ALS, con vendite che si sarebbero aggirate, secondo la denuncia, intorno ai 200 milioni di dollari l'anno.
Presto sono giunte prove sul campo che GAT stava producendo risultati deludenti ma la DuPont “ha proseguito nella campagna pubblicitaria ingannevole e fuorviante del prodotto, nascondendo il netto fallimento”, attacca il fondo Ironworkers. Nel 2009, la DuPont divulgò la notizia che stava aggiungendo al suo prodotto la tecnologia genetica della compagnia Monsanto, utilizzata per rendere le colture resistenti ai diserbanti, perché la combinazione aveva contribuito a incrementare i raccolti. Monsanto fece causa e ad agosto 2012 una giuria federale a St. Louis la risarcì con 1 miliardo di dollari per i danni subiti.
Come risultato della cattiva gestione della società da parte degli amministratori, secondo la querela, "la società è stata sanzionata da un giudice federale e milioni di dollari sono stati sborsati per spese legali ed altre spese”.
Dopo la sentenza, la DuPont aveva nominato un comitato di valutazione interna per indagare le affermazioni fatte dagli azionisti del fondo; il consiglio di amministrazione aveva, infatti, rigettato l’istanza ritenendola priva di prove sostanziali e assolutamente infondata. La commissione ha pubblicato un rapporto a fine novembre e, successivamente, lo ha fornito all'avvocato del fondo. Si legge che ''Il rapporto non è un'analisi obiettiva dei dati e le prove pertinenti non forniscono un'analisi realistica e vagliata che il consiglio possa ragionevolmente valutare". Di qui il ricorso alla corte federale con l’accusa di frode civile, falsa dichiarazione negligente ed intenzionale, spreco dei beni aziendali e violazione dei doveri fiduciari.

 

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