Gli Emirati Arabi Uniti in trattativa per importare la Corrida

Mentre la Catalogna, così come fecero le isole Canarie nel 1991, abolisce la Corrida con un divieto che partirà dal 2012, nuove frontiere si aprono per questa industria sanguinaria e violenta. Il principe degli Emirati Arabi Uniti, Mohammed Bin Zayed Al Nahyan, ha intenzione di importare l’arte taurina nel proprio paese. Le prime corride sarebbero previste ad Abu Dhabi dal 20 al 24 Novembre e il progetto ingloberebbe anche la costruzione di un'arena per svolgere con cadenza annuale la Tauromachia.

Gli Emirati Arabi Uniti in trattativa per importare la Corrida
Nel mese di giugno una commissione di esperti proveniente da Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti (EAU), inviata dal principe Mohammed Bin Zayed Al Nahyan, si è recata a Valencia per incontrare il principale promotore a livello internazionale della corrida, nonché agente di numerosi toreri: Simon Casas. A luglio diversi quotidiani francesi e spagnoli hanno riportato la notizia dell'intenzione del principe di importare la corrida negli EAU e precisamente ad Abu Dhabi. Simon Casas si è infervorato così come molti toreri che si sono dichiarati entusiasti all'idea e a luglio i più gettonati erano il francese Sebastián Castella e lo spagnolo Julián López Escobar, detto 'El Juli'. Alla data odierna, nei rispettivi calendari delle loro prossime corride non sembra esserci ancora nulla di ufficiale e nelle principali riviste taurine, come Aplausos, non appare nessuna data certa. Eppure molti appassionati di Tauromachia parlano di date già stabilite e dicono che le prime corride sarebbero previste dal 20 al 24 novembre. Lo stesso Casas, l'uomo d'affari francese, ha annunciato le suddette date e ha dichiarato che il progetto era concreto e che inglobava e prevedeva addirittura la costruzione di una grande e confortevole arena, nella quale svolgere la corrida con frequenza annuale. Casas ha inoltre aggiunto che, se fosse andato in porto, il progetto non avrebbe abdicato agli unici principi irrinunciabili di questo aberrante spettacolo: picadores e morte del toro. Il picador è il cavaliere che ha il compito di sfiancare il toro con una lancia detta vara de picar, costituita da manico in legno e punta d’acciaio mentre il toro cerca di ribaltare cavallo e cavaliere e nella maggior parte delle volte ci riesce, ferendo a morte il cavallo. Per il torero la presenza del picador è fondamentale in quanto i puyazos, i colpi sferzati con la lancia, danneggiano i muscoli del collo del toro, facendogli assumere una condizione di inferiorità; in questo modo è costretto a causa delle lesioni ad abbassare la testa e le cariche si fanno sempre meno energetiche e meno frequenti. Il torero a questo punto si trova la strada spianata per conficcare la spada tra le scapole dell’animale, arrivando fino al cuore. Il torero è consapevole che se il toro avesse tutti i sensi attivi e potesse muovere normalmente la testa egli non avrebbe alcuna speranza! Il progetto, secondo i promotori, non ha nessuna valenza speculativa ma costituisce un tentativo altruistico di trovare storici legami culturali tra le civiltà. La verità, a mio avviso, è che si stanno cercando nuovi mercati, nuovi luoghi nei quali espandere un business e nei quali i diritti degli animali sono ancora poco sentiti, visto che in Europa e soprattutto in Spagna, grazie alle numerose azioni delle associazioni anti-corrida, stiamo assistendo a delle vere e proprie vittorie a sfavore dell'arte taurina. Il 28 Luglio 2010, data storica per gli animalisti, il Parlamento catalano ha approvato l’abolizione della corrida nella Catalogna, di cui Barcellona è capoluogo. Questa regione spagnola è la prima a mettere al bando i tradizionali e brutali spettacoli con i tori, con 68 voti a favore, 55 contrari e 9 astensioni. Il divieto entrerà in vigore dal 2012. A Madrid, il 07 Ottobre 2010, il Senato ha respinto con 129 voti contrari, 117 a favore e 1 astensione, la mozione presentata dal portavoce Pio Gracia Escudero del Partido Popular, per sollecitare il governo a dichiarare la corrida come bene di interesse culturale e quindi includerla nella lista del Patrimonio Mondiale dell'Unesco. In Spagna soprattutto, ma anche in Francia, si sta affermando una nuova coscienza, la consapevolezza dell’opinione pubblica contraria a questo spettacolo, oramai considerato una incivile crudeltà, un’ostentazione violenta e volgare; gli afecionados, i sostenitori, ancora parlano di simboli e di storia, di tradizione, di rito in cui si percepisce la sfida tra matador e toro, un confronto tra la vita e la morte: l'uomo con il suo 'coraggio', la sua 'intelligenza', la 'consapevolezza del potere' sconfigge la 'morte' rappresentata dal toro. Questo mito del torero, simbolo di coraggio, virilità, è da sfatare. Il torero non è un uomo coraggioso. È un attore che entra nell'arena con il suo portamento eretto, con il suo atteggiamento spavaldo, con i suoi movimenti studiati e provati, con il suo costosissimo e ricchissimo costume di scena, che recita un ruolo in uno spettacolo di pessimo gusto e di una crudeltà disumana, ingannando dapprima se stesso e poi il suo pubblico. La lotta tra torero e toro non è altro che un combattimento impari. Il lavoro principale viene svolto dal resto della compagnia, dai suoi collaboratori che riservano al toro dei trattamenti veramente speciali prima di farlo entrare in scena per indebolirlo e renderlo nervoso ma quasi innocuo. Viene tenuto per lungo tempo al buio, drogato, purgato. Per sfiancarlo e innervosirlo gli viene buttata la trementina sulle zampe, per appannargli la vista gli viene messa la vasellina negli occhi, per stremarlo viene picchiato con dei sacchi di sabbia sui reni e infine per sfiancarlo gli vengono conficcati degli aghi nelle carni. Questo è quello che accade prima che le luci della ribalta si accendono. Poiché le corride non sono altro che spettacoli che muovono notevoli interessi economici, politici o turistici, esse vengono spacciate come arte che rispecchia le tradizioni popolari, il folklore locale di un luogo. A mantenerle in vita, in verità, sono un migliaio di persone, tra cui allevatori di bestiame, agenzie turistiche, ricchi latifondisti ed impresari senza troppi scrupoli che – avendo il sentore che questo mercato potrebbe subire un crollo, soprattutto in Europa, visto che l’opinione pubblica è sempre più contraria – cercano di propinarlo e rilanciarlo, esportandolo in altri paesi come Polonia, Argentina, Russia, Italia ed ora anche negli Emirati Arabi Uniti. Cas International (la più grande organizzazione al mondo che lotta per l’abolizione delle corride e di tutte le feste o festival, in cui tori e altri animali vengono sfruttati e torturati) e Stop Corrida hanno già inviato numerose lettere di protesta alle autorità degli Emirati Arabi Uniti. Se volete contribuire a fermare il progetto potete inviare la vostra lettera di protesta. L’industria della corrida è alimentata soprattutto dal turismo e quindi noi viaggiatori possiamo fare la differenza. Se non vogliamo mantenere in vita questa industria sanguinosa, evitiamo di partecipare a eventi e spettacoli come la corrida o altre feste crudeli che torturano gli animali e invitiamo tutti a boicottarle. Non compriamo souvenir relativi alle corride, scriviamo ai tour operators che organizzano viaggi e pubblicizzano questo tipo di spettacoli, non facciamoci ingannare dagli abitanti del luogo che per farci partecipare, ci dicono che il toro non verrà ucciso, non è assolutamente vero e lo scopriremo solamente mentre assisteremo all’evento. Non ascoltiamo chi ci consiglia di andare a vedere una corrida per vedere quanto sia crudele questa forma di spettacolo; se davvero vogliamo aprire gli occhi, ci sono oramai tanti video e tante immagini in internet che testimoniano quanto accade.

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Link alla lettera di protesta: http://www.cas-international.org/en/support-us/protest-online/united-arab-emirates/?sword_list[]=corrida
Batsheva IV Y., 13-03-2011 08:13

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