L'Eni a Sanremo, il festival della menzogna

Martedì sera 15 febbraio 2011 ero ospite a cena da amici. Ottima cena, vino naturale senza solfiti, pane fatto in casa, soltanto il televisore rimasto acceso in un angolo della stanza a invadere a bassa intensità il convivio. Solite banalità da Rai 1: una conduttrice sovrappeso sbrodolava buoni sentimenti a una bimba inconsapevole di essere usata per scopi commerciali. Canzoni indistintamente dimenticabili. Tutto secondo norma, tutto a confermare come la TV non sia altro che un elettrodomestico da rottamare in un centro RAEE. Fino alle 21:40...

L'Eni a Sanremo, il festival della menzogna
Martedì sera 15 febbraio 2011 ero ospite a cena da amici. Ottima cena, vino naturale senza solfiti, pane fatto in casa, soltanto il televisore rimasto acceso in un angolo della stanza a invadere a bassa intensità il convivio. Solite banalità da Rai 1: una conduttrice sovrappeso sbrodolava buoni sentimenti a una bimba inconsapevole di essere usata per scopi commerciali. Canzoni indistintamente dimenticabili. Tutto secondo norma, tutto a confermare come la TV non sia altro che un elettrodomestico da rottamare in un centro RAEE. Questo fino alle 21:40, quando il Gianni nazionale (Morandi) si è lasciato andare ad una telepromozione in cui delle pratiche di ENI si è data una versione fantasiosa, se non al limite della pubblicità ingannevole (sarebbe vietata…). Non so chi abbia scritto il testo, non so il grado di consapevolezza di Morandi e se si rende minimamente conto a cosa abbia prestato voce, gesti, e faccia [1]. Quello che so, è che quanto è andato in onda alle 21:40 su Rai 1 per me è stato semplicemente rivoltante. E ho chiesto ai miei amici di spegnere. Neppure il liquore autoprodotto alla genziana è servito a consolarmi dal fatto che nessun diritto di replica verrà esercitato da nessuna antitrust, e almeno la metà degli italiani per i quali la sola forma di informazione è rappresentato dalla televisione continuerà a ritenere l’ENI una associazione di filantropi in un ridente mondo colorato. Questo post è dedicato a Ken Saro Wiwa, patriota del popolo Ogoni, e a tutti coloro che hanno perso la vita per opporsi a un 'modello di sviluppo' che ha sul groppone una serie infinita di sofferenze e di devastazioni indicibili (nel senso che non ci sono parole in grado di raccontarle). Se vedete qualcuno che ancora subisce in audio video da uno schermo piatto e gli volete bene, fate una cosa semplice: ditegli di smettere. Ai miei 15 lettori: spegnete-quel-cazzo-di-televisore, non per pietà: si chiama autodifesa. ...Qual è invece lo sviluppo che questo potere vuole? Se volete capirlo meglio, leggete quel discorso di Cefis agli allievi di Modena che citavo prima, e vi troverete una nozione di sviluppo come potere multinazionale – o transnazionale come dicono i sociologhi – fondato fra l'altro su un esercito non più nazionale, tecnologicamente avanzatissimo, ma estraneo alla realtà del proprio paese. Tutto questo dà un colpo di spugna al fascismo tradizionale, che si fondava sul nazionalismo o sul clericalismo, vecchi ideali, naturalmente falsi; ma in realtà di sta assestando una forma di fascismo completamente nuova e ancora più pericolosa. Mi spiego meglio. È in corso nel nostro paese, come ho detto, una sostituzione di valori e di modelli, sulla quale hanno avuto grande peso i mezzi di comunicazione di massa e in primo luogo la televisione. Con questo non sostengo affatto che tali mezzi siano in sé negativi: sono anzi d'accordo che potrebbero costituire un grande strumento di progresso culturale; ma finora sono stati, così come li hanno usati, un mezzo di spaventoso regresso, di sviluppo appunto senza progresso, di genocidio culturale per due terzi almeno degli italiani” Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari in Saggi sulla politica e sulla società, I Meridiani, Mondadori, 2009 - 'attualissimo' è un eufemismo. …L' obiettivo primario e costante dev' essere la competitività. Ogni lavoro di manutenzione deve venir valutato singolarmente nelle sue conseguenze in termini di costo e programmato soltanto quando ci sia comprovata necessità. Negli altri casi bisogna correre ragionevoli rischi: non ha senso infatti affrontare oggi perdite di produzione e costi sicuri per evitare conseguenze possibili in futuro...”. E.Cefis, Formulazione del budget di manutenzione per gli anni 1978-1980, diramato dai vertici Montedison a tutti gli stabilimenti. [1] Per chi ne ha voglia, da confrontare alle parole usate da Morandi nel suo spot: Morti da tumore, indagini su sette petrolchimici Corruzione e violazioni ambientali minacciano i profitti Petroleum non olet PROGETTI DELL'ENI IN AFRICA Campagna per la Riforma della Banca Mondiale Eni in Congo: insostenibile Responsabilità (Sociale) di ENI Il petrolio della terra. l'Eni nella Repubblica del Congo Amnesty: tragedia dei diritti umani nel Delta del Niger, l'Eni risponda Report smaschera Eni e Shell: hanno rovinato il Delta del Niger Spot Eni: un castello di sabbia sporca La ricaduta

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.