"Entroterra": il documentario sui borghi spopolati degli Appennini italiani

"Sono centinaia i paesi, le borgate e le frazioni abbandonate e sparse lungo tutta la dorsale appenninica. Sono la traccia sul territorio della marginalità delle aree interne e insieme il simbolo dei cortocircuiti di univoci modelli di sviluppo che troppo spesso hanno condotto altrove chi vi abitava": così si presenta il documentario "Entroterra", disponibile sulla piattaforma DDB, Distribuzioni dal Basso, la prima rete distributiva di produzioni indipendenti in Europa.

"Sono centinaia i paesi, le borgate e le frazioni abbandonate e sparse lungo tutta la dorsale appenninica. Sono la traccia sul territorio della marginalità delle aree interne e insieme il simbolo dei cortocircuiti di univoci modelli di sviluppo che troppo spesso hanno condotto altrove chi vi abitava": così si presenta il documentario "Entroterra", disponibile sulla piattaforma DDB, Distribuzioni dal Basso, la prima rete distributiva di produzioni indipendenti in Europa.

«Oggi questa montagna minore è ancora vissuta. Il film, tratto da un’esperienza di viaggio e di ricerca, ricostruisce i recenti processi di spopolamento di territori molto distanti fra loro. Dall’Emilia alla Calabria, dalla Campania all’Abruzzo, storie, luoghi e personaggi si intrecciano in un’unica voce appenninica, in cui eventi e tendenze affini rivelano nuove prospettive e possibili radicamenti in alta quota».

«"Entroterra" nasce da un viaggio a piedi realizzato nel 2016 lungo la dorsale appenninica, che ha attraversato 16 paesi disabitati con l’intento di studiare e raccontare i recenti processi di spopolamento montano» spiegano da Boschilla, progetto di ricerca e produzione multimediale sulla montagna e sulle aree interne, nato dopo numerosi attraversamenti a piedi. Boschilla ha curato la regia del documentario.

«Il documentario narra la destrutturazione di un universo culturale che scompare velocemente, al ritmo di strade e rotaie che hanno portato e conducono le popolazioni di alta quota verso le valli, la pianura, le città. Nuovi modelli di vita e di sviluppo si impongono. Si afferma un’idea di cambiamento che schiaccia il passato in una luce negativa che deve essere superata. Poco si salva dal performante mito della modernità. Migrazioni, abbandoni, disastri, cemento e ricostruzioni ridisegnano il paesaggio montano, sempre più marginalizzato e desertificato, dove è lecito speculare e gli equilibri ambientali contano sempre meno. La storia dell’abbandono è dunque direttamente collegata alla crisi dei modelli di sviluppo dominanti contemporanei - spiegano da Boschilla - Ci parla delle spese, delle conseguenze e dei drammi seguiti a specifiche scelte e strategie di sviluppo, e di dinamiche che ancora oggi investono le aree interne italiane. A partire dal filo conduttore dell’abbandono il documentario vuole condurre a una riflessione più ampia sulla relazione con il territorio, con l’ambiente e le sue risorse. I saperi e le abitudini delle comunità montane rappresentano in questo senso non solo un passato distante e arcaico, ma un patrimonio da recuperare necessariamente, per ripensare una vita sostenibile non solo in queste zone così vulnerabili. Per questo motivo Entroterra racconta anche le prospettive e i progetti in atto per ripopolare, rivivere e risignificare le aree montane e le zone rurali italiane, in cerca di nuove vi(t)e in alta quota. Le riprese sono state realizzate durante l’attraversamento dell’agosto 2016 e sono il frutto diretto di interviste, incontri, connessioni realizzate con le comunità montane incontrate».

 

 

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