"Con tutti quei bambini che muoiono di fame"

Fame nel mondo e massacro degli animali, allevamenti intensivi e crisi. Sono istanze sconnesse o facce della stessa medaglia? Vi proponiamo la lettera aperta di un nostro autore indirizzata all'italiano medio.

Dunque è capitato anche a te di veder tirare fuori, alle porte dello scorso Natale, la storiella dei bambini che muoiono di fame. Ed è capitato anche a te di vederla tirar fuori a proposito del tuo "orribile" (così è stato definito) impegno a favore degli animali. Ma innanzi tutto perché la chiamo storiella? Non è forse vera? Sì, è vera, e dunque non è una storiella bensì una tragedia. Diventa una storiella quando viene usata in quel modo. Sono passati più di trent’anni da quando dalle varie feste dell’Unità "sono finalmente scomparsi quegli orribili manifesti sulla fame nel mondo" (disse così un tale che frequentavo a quei tempi), non molti di meno da quando Marco Pannella ci assordava ogni giorno con questa fastidiosa storia, ma non per questo la gente ha smesso di morire. Migliaia di bambini al giorno, dicono quei pochi che ancora se ne occupano. E non solo i bambini ovviamente. La tragedia continua ogni giorno. E tu ti occupi “degli animali”. Che cosa orribile! Non è la prima volta che sento questi discorsi. La Chiesa cattolica è specializzata nel farli, e molti le fanno eco anche all'interno della sinistra più genuina. Fa un certo effetto vedere gesuiti e marxisti andare a braccetto, ma quando si tocca il tasto degli "animali" accade perfino questo. Io di solito taccio; anche quella sera sono stato zitto, e forse ti sei domandata perché. Non che non abbia una risposta, ma il fatto è che mi sono imposto di rispondere solo a coloro che fanno per gli umani almeno tanto quanto tu fai per "gli animali". Oggi tuttavia ho cambiato idea. Perché col tempo ho dovuto accorgermi che da tali persone questi discorsi non vengono mai. Magari essi sono indifferenti verso "gli animali" ma condannare in maniera così aggressiva e grossolana coloro che se ne prendono cura, no, nessuno di loro lo fa. Questi discorsi vengono fuori solo da coloro che non fanno nulla né per gli uomini né per "gli animali". E dunque mi sono reso conto che questa mia decisione mi imponeva il silenzio perenne, facendo sì con ciò che l’unica voce fosse la loro: quella di coloro che negano valore a una tragedia per la quale non fanno nulla invocando come giustificazione un’altra tragedia per la quale non fanno identicamente nulla. Dunque il tuo impegno per "gli animali" è "orribile" per via dei bambini che muoiono di fame. La prima cosa da domandarsi è perché muoiono di fame. E da quando. Il senso comune vuole che ciò accada perché vivono in paesi "sottosviluppati", così primitivi da non essere in grado nemmeno di procurarsi la più basilare di tutte le risorse: il cibo. Come spesso accade quando c’è di mezzo quel corposo e contorto prodotto dell’immaginario che è il senso comune, non è così. Raramente nel corso della storia umana le carestie sono state eventi abituali o peggio cronici. La maggior parte dei popoli privi di economia industriale viveva organizzata in una stabile ed efficace economia di villaggio che ci hanno abituati a chiamare "economia di sussistenza" quando sarebbe stato più corretto usare un concetto che all’occidente rampante della società dei consumi è sconosciuto: l’economia di sufficienza. Poi siamo arrivati noi, i rampanti, quelli progrediti, quelli superiori, quelli civilizzati, siamo arrivati a portare il progresso. Sì, insomma, il colonialismo. Le economie di villaggio sono state distrutte e al loro posto è stato impiantato un efficiente apparato di dominio e rapina. È cominciato l’afflusso di risorse di ogni genere dal cosiddetto terzo mondo verso l’occidente industrializzato, dunque “civile”; “civile” perché industrializzato. Questo apparato esigeva ed esige per l’occidente risorse di ogni genere: minerali, petrolio, prodotti agrari, piante industriali, ma soprattutto foraggio per gli allevamenti: cereali e soia prodotti in gigantesche quantità, su enormi estensioni di terreno sottratte alla gente del luogo e all’alimentazione umana. Migliaia di bambini dunque muoiono ogni giorno di fame mentre enormi quantità di cibo vengono divorate loro malgrado da 1.380.000.000 (un miliardo e trecentottanta milioni) di bovini destinati a loro volta a essere massacrati affinché sia soddisfatto l’insano capriccio di pochi di ingozzarsi quotidianamente di carne. 80 Kg all’anno ne consuma un italiano; sì, anche lui, quell’italiano che considera “orribile” il tuo impegno per “gli animali” ma non a quanto pare il suo ingozzarsi di carne che massacra quei bambini che considera tuo dovere salvare. Ma non è questo l’unico modo in cui egli li massacra. Come sai è un dirigente di un’industria che produce capi di abbigliamento. E da dove viene la materia prima del nostro abbigliamento - sempre all’ultima moda per carità - se non nuovamente da lì, dal "terzo" mondo? Quando, durante un recente incontro sulla Decrescita a Milano, parlai della carestia che si verificò in Etiopia nel 1984, uno dei pochi vegetariani presenti ci disse poi che lui quell’anno in Etiopia c’era, era uno dei volontari andati a prestare soccorso alla gente. Egli vide i morti, e vide i campi rigogliosi. Non solo di cereali ma anche di cotone, quel cotone che serve alle aziende come la sua per confezionare le magliette che noi usiamo una stagione e poi, con sua soddisfazione, buttiamo "perché non sono più di moda" per comprarne altre confezionate nello stesso modo. Ecco perché migliaia di bambini ogni giorno muoiono di fame. E ancora una volta ecco chi ne ha la responsabilità: lui. Con tutti noi che siamo suoi clienti, naturalmente. Ma la versione ufficiale dei fatti è un’altra: quei bambini muoiono per colpa tua, perché ti occupi "degli animali" e non di loro. Adesso tuttavia ti domando: tu conoscevi già quest’ultimo aspetto di costui, il suo essere un uomo in carriera, dedito alla religione degli affari, del denaro come fine ultimo, quello di perfetto esponente della società della crescita insomma; quella sera lo hai conosciuto anche come sprezzante censore della solidarietà verso "gli animali". Ma non ti è mai venuto in mente che queste due cose fossero in realtà due manifestazioni indissolubili di un’unica cosa? Immagina un mondo in cui il fine ultimo non sia produrre per produrre sempre di più, guadagnare per guadagnare sempre di più, consumare per poter consumare sempre di più, bensì la tutela della Terra come casa comune di tutti gli esseri viventi che la popolano, interconnessi e necessari gli uni agli altri; il rispetto per ogni forma di vita, dunque. La quasi totalità delle attività di quelli come lui diventerebbe semplicemente impossibile, sarebbe vista per ciò che è: un crimine contro la vita. Per produrre sempre di più bisogna devastare la Terra sempre di più, e per sentirsi in diritto di farlo bisogna considerare i suoi abitanti non umani (nonché una non trascurabile parte di quelli umani) come cose a nostra totale disposizione. È per fornire questa giustificazione posticcia che è nato ciò che oggi, in un incongruo filosofese, chiamiamo antropocentrismo. È per potersi sentire in diritto di continuare a fare ciò che fanno, che il loro mondo inculca il disprezzo per "gli animali". Vediamo ora l’altro lato della medaglia. Mi hai visto e mi vedrai ancora al tuo fianco nei tuoi "orribili" traffici in favore degli "animali" e mi hai anche visto darmi da fare per coltivare un orto, per dotare la mia casa di un impianto solare, per utilizzare l’acqua piovana, per sottrarre un pezzetto di questo pianeta a un balordo che (nella tua più totale indifferenza) lo sta devastando e altro ancora. Non hai pensato che fra queste cose ci sia una connessione? Che esse siano anzi diverse manifestazioni pratiche di un’unica cosa? Perché il tuo impegno per "gli animali" sarà solo la classica fatica di Sisifo se intorno a te il mondo umano continua a essere come quell’uomo e le innumerevoli orde dei suoi simili lo vogliono, se si perpetua intorno a te quella cultura necrofila dell’egoismo stupido, del dominio e dell’indifferenza che provoca ogni giorno milioni di vittime fra tutte le specie viventi, uomo compreso. Sta in questo la connessione, l’inesistenza di qualsiasi distanza fra il tuo "orribile" impegno per "gli animali" e il mio altrettanto "orribile" impegno per uscire dal dominio del denaro. Sono soltanto due volti diversi e inseparabili della stessa cosa.

Commenti

Caro Filippo, in parte hai ragione. Ma forse la questione va affrontata comunque in maniera "olistica". Ti invito a riflettere sul fatto che Hitler era vegano e un noto amante degli animali. Non allargava però questo suo amore ai bimbi ebrei, che evidentemente non considerava nemmeno alla stregua degli animali. E' un caso estremo, sono certo. Ma come esiste il carnivoro indifferente alle sofferenze altrui (tanto umane che animali) esistono anche quelli che "gli animali sono meglio degli umani". Il problema è che non dicono che sono meglio perché non possono mollarti una pappina in faccia quando li usi per soddisfare tuoi bisogni emotivi nevrotici, mentre gli umani tendono ad incazzarsi e spedirti a fare un giro. Quindi? Ben venga la connessione, ben venga pure la riflessione sulle risorse e su un loro utilizzo più intelligente, ma partendo sempre dal lato oscuro che abbiamo tutti, noi per primi (intendo noi come io e te). Sono stato abbastanza confuso? Lo spero :)
Stefano, 16-09-2010 10:16
Caro Stefano, dobbiamo sempre fare una distinzione molto netta fra "gli animali" (e tutto ciò che di non umano ci circonda, non solo rendendo possibile ma anche arricchendo la nostra vita) i quali esistono e sono quel che sono in quanto tali, e l'atteggiamento, i moventi, le pulsioni che noi abbiamo verso di loro. In un recente passato io stesso ho posto il problema della netta differenza esistente fra ciò che si chiama antispecismo (il rifiuto dell'ideologia del dominio nei confronti delle specie animali non umane) e quell'atteggiamento che tu descrivi come la pretesa che "gli animali sono meglio degli umani", che io per primo considero deteriore e che avevo allora chiamato "specismo speculare" cioè una perfetta immagine speculare dello specismo (la pretesa che l'uomo, in quanto specie "superiore" possa fare quel che gli pare di tutto il resto del mondo vivente). Gli "speculari" non mettono in discussione l'umana visione gerarchica della vita (specismo) che ha condotto il pianeta sull'orlo del disastro ma semplicemente la ribaltano mettendo l'uomo non in cima bensì in fondo. Nulla di più sbagliato. E' l'idea stessa di gerarchia che va abbattuta riconoscendo a ogni specie il valore di una ricchezza irripetibile e vedendo nella biosfera una rete di relazioni di cui noi umani siamo soltanto un nodo. Ed è questa la visione che ho voluto sostenere in questo articolo. Quanto a Hitler, sembra che il suo essere vegano fosse solo una messa in scena attuata durante le cene pubbliche e il suo "amore" per gli animali fosse semplicemente attaccamento ai "suoi" animali. Non dimenticare inoltre che esistono molte immagini pubbliche in cui Hitler è ripreso in atteggiamenti affettuosi verso i bambini (ariani, ovviamente). Questo toglie forse credibilità all'UNICEF? Oppure, pare fosse grande lettore delle storie dei popoli pellerossa americani. Questo toglie forse valore alla loro causa? Ciao. Filippo.
Filippo Schillaci, 18-09-2010 03:18
Caro Stefano. Hitler ha chiuso tutte le associazioni vegetariene in Germania, ha spedito più d'un attivista veg in campo di concentramento insieme con tanti altri "diversi". Seguiva una dieta "in bianco" solo per grossi problemi digestivi e intestinali. In realtà era ghiotto di salsicce e amava gli animali solo nella veste del pastore tedesco - "arianissimo" pastore tedesco. Se ti vuoi documentare su quest'argomento c'è una vasta scelta. In compenso vegetariani dichiarati erano Einstein e Gandhi - solo per fare due nomi.....
costanza, 19-09-2010 03:19
In realtà A.H. non c'entra un acca col discorso, e avrei fatto meglio ad evitare di citarlo del tutto. In ogni caso credo che Filippo abbia colto il senso ultimo, ossia che vegetarianesimo e non-vegetarianesimo non possono essere usati come chiave di lettura del mondo. Tutti abbiamo un lato oscuro, che va conosciuto e compreso, di modo che non faccia danni. Essere vegetariani può essere una maniera di gestirlo meglio, ma anche una maniera rovinosa per negarlo. Così come l'impegno "per il terzo mondo" e tutte le forme di volontariato e carità sono spesso delle straordinarie "toppe" per mettere a tacere i nostri sensi di colpa, senza intaccare minimamente la nostra distruttività, ma -anzi- a volte possono addirittura sdoganarla perché "noi non possiamo essere cattivi perché facciamo X" dove X può essere, a scelta: - beneficenza - volontariato - non mangiare gli animali - etc etc Era solo questo. Stef
Stefano, 20-09-2010 09:20
no, stefano, non è esattamente così. la scelta vegana (e parzialmente quella vegetariana) è l'UNICA ad avere una riduzione dell'impatto personale sul mondo così forte. a parità di stili di vita, un vegano ha un impatto di quasi dieci volte inferiore a un onnivoro. se ci rifletti un attimo questo dato, che sembra così campato in aria, non fa una piega: per produrre un kilo di carne bovina ci vuole l'acqua che una famiglia media consuma in un anno, e di esempi così ce ne sono infiniti. certo, io non uso quasi mai la macchina, preferisco sempre la bici o il treno, riduco al minimo i consumi in casa, faccio la raccolta differenziata, riciclo tutto e compro il meno possibile. ma tutto questo ha un peso immensamente inferiore a quello dell'abbandono totale della carne e dei derivati animali. insomma, se vogliamo rimettere un po' in sesto questo povero mondo, la cosa di gran lunga più importante che dobbiamo fare è diventare vegan. garantito. ma il vero punto è un altro: come ben spiegato da filippo, siamo abituati a vedere gli animali (dovrei dire gli "altri animali") un gradino sotto di noi (o anche due, tre..). loro per noi non possono avere gli stessi diritti, la stessa dignità, lo stesso diritto alla vita. è sempre stato così, è NORMALE. beh, io e tanti altri come me pensiamo che questo modo di vedere il mondo, dall'alto verso il basso, come se le sue creature e il suo ambiente ci fossero stati messi a completa disposizione, debba finire. in fondo, riusciresti a spiegarmi la differenza che c'è tra la cultura dello schiavismo degli Stati Uniti dell''800, in cui i neri erano NORMALMENTE considerati come esseri inferiori, di cui si poteva disporre liberamente, e la cultura attuale dello specismo, in cui esistono la caccia e gli allevamenti intensivi, veri e propri lager per animali..? dovremmo abituarci a pensare a nostra sorella o a nostra madre nei panni, per esempio, di una vacca da latte, a nostro padre o nostro fratello nei panni di un maiale squartato per un nostro capriccio, perché possiamo farci la fettina di prosciutto che ci piace tanto. vi lascio un piccolo contributo video: http://www.tvanimalista.info/ buona visione
Luca, 21-09-2010 12:21
Caro Luca, tu scrivi: "in fondo, riusciresti a spiegarmi la differenza che c'è tra la cultura dello schiavismo degli Stati Uniti dell''800 [..] e la cultura attuale dello specismo" Senza nulla togliere al fatto che *anche* le violenze sugli animali sono espressione del lato oscuro dell'umanità, mi duole rammentarti che l'attuale ordine mondiale (etichettalo come vuoi, poco importa) prevede forme di sfruttamento (come l'utero in affitto, ben documentato da vari giornalisti coraggiosi, di recente) che hanno riscontro forse solo in un remoto passato, quello di Abramo ed Isacco, per intenderci. Ma è una forma peggiore, trovo, perché Abramo e Isacco dovevano guardare in faccia le schiave che figliavano in vece delle loro mogli, e sono pronto a scommettere che le trattavano con più umanità e rispetto di quanto non facciano gli attuali "turisti dell'utero in affitto". Questo per non parlare di cose peggiori, di cui tutti sappiamo ma che mi fanno troppo orrore a pensarci. Tutte cose fatte ad altri esseri umani come te e me. Perdonami, ma -egoisticamente- non riesco a non essere più colpito da questi orrori, pur riconoscendo come non giustificati quelli contro gli animali. E poi, perdonami, ho l'orticaria quando sento parole come l'UNICA. Mi ricorda l'UNICO Dio, l'UNICO profeta, l'UNICA Verità. Tutte cose per cui si mandano volentieri a saltare per aria ragazzini o ragazzine di 16 anni. Tipicamente figli degli altri, altre volte addirittura figli propri. Siamo ancora a questo livello: vi sono ancora padri (con la minuscola), che pensano di poter disporre dei propri figli per sacrificarli al proprio dio (falso, porco e con la minuscola). Scusami, ma le cose vanno assai peggio di come le descrivi. E non sarà certo una scelta vegana a rimetterle dritte. Almeno non solo quella. Abbiamo bisogno di molto più rispetto per le idee altrui, molto più amore, molta più comprensione di noi stessi e degli altri. Questo, solo per cominciare...
Stefano, 21-09-2010 02:21
La scelta vegan non è uno stile di vita. Il veganismo ha profonde radici filosofiche. E' una scelta globale contro la violenza del mondo. Una scelta che elimina l'atto di violenza quotidiano di riempirsi il piatto di sfruttamento, tortura e morte. Contrapporre diritti umani a diritti animali si chiama specismo e non ha alcun senso. Non si diventa vegan perché si odiano gli esseri umani. E' un'accusa ridicola e senza fondamento, normalmente mossa da chi non fa nulla - né per gli animali né per gli umani. Grazie per l'interessante articolo
costanza, 21-09-2010 04:21
Cara Costanza, non sono certo che il tuo post fosse una risposta a quanto ho scritto, spero di no. Infatti io non credo che sia utile mettere i diritti degli animali siano "in contrapposizione", semmai in "giustapposizione" con quelli umani. Quello che critico è che la filosofia (da sola) possa migliorare il nostro mondo. Temo ci sia bisogno di un cambiamento molto più profondo che abbracciare una scuola di pensiero, per positiva che possa essere. Anche evitare di mangiare carne, o minimizzare il nostro impatto ambientale possono servire a poco se -per esempio- continuiamo a relazionarci con il mondo in modo inconsapevolmente violento. Un caro amico, vegetariano per molti anni e poi non più, mi disse una volta "Sai, a volte è meglio mangiare carne animale che mangiarsi vivo il mio vicino". Gli indiani d'America mangiavano carne, ma non per questo avevano una cattiva relazione con la Natura o uno stile di vita non sostenibile, anzi! Quite the contrary. Che resta dunque? Poche certezze adamantine e molte utili domande. Credo che di questo abbiamo bisogno se vogliamo davvero cambiare: diventare capaci di porci in continuazione tante, scomode, oneste domande. E non considerare mai e poi mai d'avere La Risposta definitiva a nessuna di esse.
Stefano, 22-09-2010 10:22
caro stefano, avevo scritto una dettagliata risposta al tuo post precedente ma qualcosa non ha funzionato e mi è stata cancellata. voglia di riscriverla: zero. però visto che insisti sui tuoi argomenti permettimi di farti nuovamente notare questo aspetto della questione: un vegano, a parità di stili di vita, ha un impatto sull'ambiente quasi dieci volte inferiore a quello di un onnivoro. questo come lo chiami? filosofia? dogmatismo? estremismo? la realtà, e non sono voli pindarici a caso, è che la scelta vegana è di gran lunga la più potente che possiamo fare TUTTI a livello personale. l'ambiente, gli animali, i bambini del sud del mondo che non hanno da mangiare perché noi glielo freghiamo da sotto il naso per poterci strafogare di bistecche, se ne fottono se noi (ma NOI chi?) non abbiamo ancora raggiunto la pace dei sensi e l'amore universale. se mi vieni a parlare di concretezza contrapposta all'astrattismo dovresti valutare un po' questi aspetti. la scelta vegana è la più concreta in assoluto, quello che mi sembra astratto è questo concetto dell'amiamoci tutti e volemose bene.. certo che di problemi ce ne sono anche al di là dello sfruttamento intensivo degli animali, togliendoli il sacrosanto diritto alla vita, della fame nel mondo, della deforestazione, dello spreco indiscriminato di acqua, dell'inquinamento causa del surriscaldamento globale.. ma quindi secondo te è più utile cercare di partire almeno da questo o decidere di non fare proprio nulla? mentre tu e il tuo amico ex-vegetariano siete impegnati a cercare di non assassinare il vostro vicino, io sto risparmiando la vita e la sofferenza di centinaia di animali, consumando una quantità di risorse immensamente inferiore alla vostra ecc.. ti invito a farti un giro su questo sito: saicosamangi.info poi mi sai dire se i pellerossa allevavano miliardi di animali in condizioni pietose e li macellavano in serie.. a prescindere da questo, noi oggi sappiamo che un'alimentazione a base vegetale è perfettamente compatibile col nostro organismo, anzi, molto più salutare, quindi UCCIDERE deliberatamente altri esseri senzienti è un atto di prevaricazione ingiustificato (se si esclude la logica del profitto).
Luca, 22-09-2010 02:22
sottoscrivo il commento di Luca. voglio solo aggiungere che come donna - con tutto il rispetto per i nativi e le native - non sarei mai voluta nascere in una comunità discriminante e declinata al maschile come quella degli indiani d'America. il mito del buon selvaggio è solo un mito (purtroppo) e specismo, sessismo, dominio del forte sul debole sono tipici di tutte le società umane. smettere d'uccidere è semplicemente un passo concreto verso un mondo più giusto con chi è sempre stato oppresso
costanza, 22-09-2010 02:22
Come temevo la discussione sta degenerando in zuffa (o flame), per cui mi limiterò a questo ultimo post. Non sto mettendo in discussione affatto la legittimità e gli effetti di una scelta vegana o vegetariana (trovo la seconda più sopportabile, ma sono sfumature). Non trovo invece ragionevole l'insistenza sulla sua unicità per importanza e impatto. Mia madre è vegetariana, ma questo non le impedisce di essere pesantemente sovrappeso (mangia troppo). Questo ha già un effetto devastante sulla sua salute e sul mondo, incluso il mio mondo personale mondo fin da piccino. Le case farmaceutiche da cui si fornisce per alleviare i disturbi che questa situazione le provoca fanno uso di animali per gli esperimenti e dispongono degli esseri umani con la stessa o superiore ferocia. Personalmente io credo che fornire a mia figlia la solidità affettiva di cui ha bisogno avrà un impatto sul mondo assai superiore alla scelta vegana, perché non solo lei non crescerà dipendente dal cibo spazzatura, dalla droga o dai farmaci, ma sperabilmente questa serenità la trasferirà ai suoi figli e così via, dando vita a generazioni meno moleste della mia. E questo è solo uno dei miliardi di esempi possibili. La mente ci fa scherzi terribili, e non erano pochi i grandi uomini (sicuramente Einstein, la cui storia umana conosco molto bene) che dal punto di vista umano erano dei nanetti (sullo stesso Gandhi c'è parecchio da dire!), e che su quel piano hanno fatto danni che controbilanciano i loro grandi apporti sul piano pubblico. Non basta una scelta filosofica, politica o comunque razionale, per generare un vero cambiamento. Di questo mi ha convinto la vita stessa e questo volevo condividere con voi, se vi va. Buon appetito! :)
Stefano, 22-09-2010 05:22
i commenti di chi ancora mangia carne si "commentano" da sé
costanza, 22-09-2010 07:22
Mi contraddico da solo e rispondo. In nessun momento ho mai mancato di rispetto alla scelta tua e di altri, anzi! Trovo che l'argomento più forte a favore della scelta vegetariana/vegana sia quello delle risorse, ma trovo che anche la domanda "Che diritto abbiamo di disporre della vita degli animali?" sia ottima. Questa è la mia posizione. Il tuo commento, invece, divide il mondo in due. "Chi ancora mangia carne" e "i Buoni". I primi sono una categoria a cui togli diritto di parola in quanto "i loro commenti si commentano da sé". Ti lascio le tue categorie, ma continuo a credere che sia meglio coltivare i dubbi, e preferire i singoli individui (umani o animali) alle categorie, se non altro perché questo mi permette di avere relazione con molti interessanti individui, cosa che le tue categorie -invece- precludono.
Stefano, 23-09-2010 09:23
no stefano, non ci siamo proprio. cosa ti impedisce di smettere di mangiare carne (regalando così la vita a migliaia di SINGOLI INDIVIDUI, ANIMALI E NON) e coltivare con tutto l'impegno le tue relazioni personali con il vicino, i parenti e l'idraulico? io non ritengo chi ancora mangia carne cattivo in assoluto, ma penso che, a meno del caso in cui proprio non gli freghi nulla né degli animali né del mondo, forse non ha ancora maturato quella coscienza "globale" che ti fa vedere le cose come stanno: allevamenti=sterminio di massa di innocenti, ciascuno con lo stesso diritto alla vita di tutti noi. la scelta deliberata di continuare a essere parte di questo sterminio come la chiameresti tu? per quanto mi riguarda chi SA ma continua a comprare carne non è moralmente migliore di uno stalin o di un hitler, anzi, qua si parla di numeri immensamente superiori.. quando parlo con dei carnivori (a un certo livello dialettico, come in questo caso) ho sempre la sensazione che debbano come giustificarsi per il loro comportamento e cercano di accusare noi di essere estremisti e altro solo per sentire la propria coscienza un po' meno sporca..
Luca, 23-09-2010 11:23
Non mi mettere in bocca cose che non ho detto: io non mi sento in colpa e non mi giustifico affatto. Non mi sento né migliore né peggiore di voi, semmai diverso. Non mi uniformerò di certo ai vostri diktat morali per un malinteso senso di colpa. Se il vostro obiettivo è convincere altri, avete collezionato l'ennesimo miserabile fallimento. Non il primo e non certo l'ultimo. Solo uno dei tanti. Questa discussione, infatti, mi spinge a tenermi a mille miglia da qualsiasi raduno "per vegetariani" così come da questo sito: sono un po' cresciutello per sorbirmi "tirate" moralistiche e accuse di nazismo. Alla luce dei dati storici: http://en.wikipedia.org/wiki/Adolf_Hitler%27s_vegetarianism semmai, mi sembra che l'unica domanda interessante sia "Com'è possibile che uno che non tentennava a massacrare bambini inermi fosse vegetariano?". So che è spiacevole, come domanda. Personalmente un'idea del perché ce l'avrei: certe scelte che la società ritiene "estreme" (bada bene, non io - la società), sono molto utili a sentirsi "mondi da qualsiasi cattiveria". Beh, io so di non essere mondo, ma questo mi fa stare con i piedi per terra e mi trattiene dall'emettere sentenze, come invece vedo fate senza problemi tanto tu che Costanza. Statemi buoni, guagliò. Io continuerò a ridurre il mio consumo di carne, a discuterne amabilmente con i miei tanti amici vegetariani capaci di rispettare le idee altrui (si, ci sono!), a lottare contro la vivisezione e a girare alla larga da chi ha tutte le verità in tasca e circola per il mondo a spandere la sua sapienza.
Stefano, 23-09-2010 12:23
Per Filippo: rileggendo il mio ultimo messaggio mi rendo conto che suona come un attacco al tuo lavoro e a quello degli altri su questo sito. Me ne dispiaccio perché tu non c'entri con la mia furiosa arrabbiatura. Ho scritto che ero ancora parecchio "caldo". Concordo invece con gran parte di quello che hai scritto e ho apprezzato molto il modo in cui hai affrontato le critiche (che spero avrai colto per costruttive, perché così erano intese). Visto che ho citato di nuovo A.H. nel mio ultimo messaggio vorrei chiarire: secondo le fonti che ho trovato la sua non era affatto una messinscena, ma una forte convinzione. Questo non toglie nulla alla bontà della causa vegetariana (per rispondere al tuo appunto), visto che non mancano i pazzi assassini tra gli onnivori, anzi abbondano (anche perché sono di più, se non altro). Questa osservazione, semmai, toglie acqua al pensiero disturbato di alcuni, secondo cui la scelta vegetariana costituirebbe una classe di "illuminati", superiori ai comuni mortali e per questo in diritto (dovere?) di insegnare agli altri come vivere. Un po' come i tuoi conoscenti non-vegetariani e assai poco rispettosi fanno con te quando definiscono "orribile" il tuo impegno per gli animali (ci va un bel coraggio!).
Stefano, 23-09-2010 05:23
nessuno ritiene un vegan migliore di un non vegan. la differenza è solo che uno permette che gli animali siano asserviti, torturati e massacrati per soddisfare la propria gola, e l'altro no. la differenza è tra la vita e la morte. nessun diktat. se non quello quotidiano che viene dalla volontà di dominio di chi predica e ci ammannisce ovunque specismo, sessismo e razzismo. caro Stefano lascia stare Gandhi - la cui portata morale credo che sia indiscutibile - e su Hitler informati meglio http://www.animalstation.it/public/wordpress/?p=54 e invece di continuare a pararti dietro i nazisti (non capisco che c'entra), cerca di scoprire quanti hanno fatto la scelta veg, grandi donne e uomini e persone come tante altre. e molti sopravvissuti all'olocausto
costanza, 23-09-2010 06:23
Vorrei intervenire nuovamente nella discussione che il mio articolo ha generato perché mi sembra che, come spesso accade, ciò che si presenta come contrasto è semplicemente un insieme di verità parziali che non riescono a completarsi a vicenda come invece dovrebbero. L'articolo è scritto in forma di lettera aperta a una persona realmente esistente, animalista e pressoché vegana. Ebbene, questa è la stessa persona che ha consentito lo scempio di cui parlo nell'articolo Vacanze e Bellegra, in altra parte di questo sito. Questa persona è un'ipocrita? No. Se c'è una persona al mondo che crede sinceramente a quanto fa per gli animali è lei. Il punto è che lei ha compreso un pezzetto di verità ed è caduta nell'errore di credere che quel pezzetto sia tutta la verità. Ella disfa dunque da una parte ciò che fa dall'altra. Perché le verità parziali agiscono spesso come le menzogne, pur non essendolo. Il senso del mio articolo in fondo è tutto qui: ricordare che tutto è collegato e che non ha senso pretendere di cambiare un pezzetto del mondo ignorando tutto il resto. Ora, molto di ciò che ha scritto, ad esempio, Luca, è esatto e condivisibile ma non bisogna cadere nell'errore di credere che la scelta alimentare vegana sia l'unica cosa da fare per migliorare il mondo. I nostri sprechi energetici, ad esempio, contribuiscono in analoga misura al disastro globale. I pannelli solari che ho di recente messo sulla mia casa sono altrettanto importanti della mia scelta vegana. Con ciò non voglio dire che quest'ultima sia da considerarsi opzionale. Assolutamente no. E necessaria, come tutto ciò che va verso un mondo senza violenza e sofferenza, ma non è sufficiente, perché i mattatoi sono solo uno dei molti modi in cui si toglie vita alla vita. Mettere in moto la propria automobile è un altro, abitare in una casa che è un colabrodo energetico è un altro ancora, ecc. Solo alcuni di essi sono considerati dagli animalisti, solo alcuni dai pacifisti, solo alcuni dagli ecologisti. Nessuno li prende in considerazione tutti insieme, come invece deve essere perché essi sono sintomi di un unico male. Anche molto di ciò che ha scritto Stefano è esatto e condivisibile, soprattutto lì dove scrive che il rispetto per gli umani non si contrappone bensì si giustappone a quello per gli (altri) animali. E' un po' caduto in contraddizione poco dopo citando la frase, a dire il vero un po' infelice, del suo amico ex vegetariano che appunto contrappone l'uno all'altro ma non credo che questo possa togliere valore allo spessore della sua precedente affermazione e al fatto che sia stata fatta con convinzione. Bene, il senso ultimo del mio articolo era una riflessione sulla NECESSITA' di essere consapevoli di questa giustapposizione. Di questa e, naturalmente, di molte altre analoghe. Mi rendo conto di aver scritto, più che un messaggio, quasi un altro articolo. Me ne scuso ma preferisco a volte dilungarmi piuttosto che correre il rischio di essere impreciso. Ciao, Filippo.
Filippo Schillaci, 24-09-2010 01:24
Cara Costanza, l'unica cosa positiva di questa discussione con te e Luca è che mi ha dato occasione di rinverdire un poco le mie conoscenze storiche (anche grazie al bellissimo film su Gandhi, di ieri sera). I link che tu hai fornito non intaccano minimamente il quadro. Se lo chiedi a un esperto (cosa che ho fatto semplicemente per avere dei carissimi amici storici) ti potrà confermare entrambe le disturbanti verità: 1) Hitler era vegetariano. Quel che è peggio: un malinteso "vegetarianisimo", "antivivisezionismo", "animalismo" e persino un "ecologismo" ante-litteram permeano il pensiero nazista. 2) Gandhi espresse parole decisamente troppo favorevoli per Mussolini, che lui distinse sempre da Hitler. Cosa mostra questo? Semplicemente che la realtà non è fatta di UNICHE verità o UNICHE scelte. Ci sono macchie persino nell'azione e nella valutazione di un grande (la Grande Anima - Mahatma), come Gandhi. Peraltro questa sua simpatia per il fascismo non mi risulta che sia l'unica macchia. Me ne risultano parecchie sul lato umano, per esempio verso sua moglie. Come un qualsiasi altro maschio indiano dell'epoca, peraltro. Era un uomo del suo tempo! Così come i nazisti erano "ecologisti" ante-litteram, secondo una loro distorta e disturbata visione del tema. Vedere la storia nel suo insieme, senza auto-censurarci l'accesso alle parti disturbanti e meno piacevoli ci permette di capire molte più cose...
Stefano, 24-09-2010 10:24
Caro Filippo, grazie per la tua precisazione. Sono sinceramente sollevato nel non trovarmi solo a pensare in modo 'olistico'. Questo è il senso ultimo dei miei ragionamenti. Siamo esseri complessi, che -posto che abbiano una soluzione- non ce l'hanno nella forma di una semplice equazione a=b c. Il "sistema" di cui facciamo parte (alcuni lo chiamano Gaia) è ancora più complesso. L'unica cosa su cui mi permetto di dissentire è che il commento del mio amico "vegetariano pentito" contrapponga gli animali agli umani. Semmai il contrario. Personalmente mi ricorda che sono al 100% un animale, con istinti primordiali che possono portarmi a compiere cose terribili (pensate forse che i signori di Erba o la signora di Courmayeur siano parte di un'altra umanità? E il leone non compie forse un atto terribile allo squartare la sua gazzella?). Io interpreto così il suo pensiero: "attenzione alle scelte compiute solo intellettualmente, sono fallaci". Lui non era ancora al punto da potersi permettere la scelta vegetariana, senza dei contraccolpi assai pericolosi sul suo equilibrio mentale. Lo stesso Gandhi, molto saggiamente, insistette infinite volte nel corso della sua vita che una risposta violenta è certamente da preferirsi alla quiescenza e alla sottomissione. Questo significa forse che non credesse alla nonviolenza? Mi sembra che la sua vita sia lì a mostrarci il contrario. Quindi, quando penso di essere attore di un cambiamento, mi ricordo sempre delle parole di Gandhi "sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". Per me la prima cosa che deve cambiare è il nostro stare (o non stare) nella relazione con ciò che è altro da noi. Stiamo trasformando il mondo in un cesso perché abbiamo sviluppato sistemi efficacissimi per separarci dal danno che compiamo. Se tutti dovessimo ammazzare con le nostre mani il nostro cibo, quanta carne mangeremmo? Se vedessimo tutti i giorni le nostre discariche, quanti sacchetti useremmo? Se vedessimo i volti dei bambini che le producono, quante scarpette Nike acquisteremmo? Se ci vedessimo in faccia quanto saremmo massimalisti in questa discussione on-line? :) Potrei continuare a lungo... credo sia un esercizio assai utile. Stefano
Stefano, 24-09-2010 11:24
procederò punto per punto a rispondere alle vostre asserzioni: per filippo: intanto vorrei sapere quali delle mie affermazioni ritieni "verità parziali" e perché. tu dici, riferendoti alla scelta vegana: "I nostri sprechi energetici, ad esempio, contribuiscono in analoga misura al disastro globale. I pannelli solari che ho di recente messo sulla mia casa sono altrettanto importanti della mia scelta vegana. [...] i mattatoi sono solo uno dei molti modi in cui si toglie vita alla vita. Mettere in moto la propria automobile è un altro, abitare in una casa che è un colabrodo energetico è un altro ancora, ecc." questo è semplicemente falso. queste cose non sono affatto paragonabili. come già scritto in un post precedente, anch'io sono molto attento agli sprechi e ai consumi, mi muovo sempre in bici e in treno quando non sono costretto a usare la macchina, compro il biologico, cerco sempre di riciclare e non acquistare mai cose nuove, naturalmente boicotto i prodotti delle multinazionali ecc.. inoltre sono pronto a scommettere che la maggioranza dei vegani ha un atteggiamento simile, cioè ha a cuore l'ecologia e la sostenibilità in tutti i suoi aspetti. il punto è che tutte queste cose non sono neanche lontanamente paragonabili alla forza che ha la scelta vegana a livello di riduzione dell'impatto. per fare uno dei mille esempi possibili potrei dire che se vuoi risparmiare acqua chiudi il rubinetto mentre ti lavi i denti. ok, perfetto, ottimo, lo faccio anch'io. ma quanti litri d'acqua potrai risparmiare, diciamo in un anno? esagerando, qualche decina? per produrre un kilo di carne di bovino occorrono 100.000 (CENTOMILA) litri d'acqua.. stesso discorso per il legno (posso riutilizzare e riciclare la carta, ma la stragrande parte della deforestazione è dovuta all'allevamento..), per la produzione di co2 (posso scegliere di non usare la macchina a benzina, ma se poi mi mangio una bistecca è come se facessi improvvisamente centinaia di kilometri in auto..) e via di questo passo. il mio discorso si basa su un concetto di proporzioni, di ordini di grandezza.. per quanto riguarda i "mattatoi": forse avrò io una visione distorta della questione ma a me sembra notevolmente differente tenere rinchiusi miliardi di animali, sfruttarli, torturarli e ammazzarli brutalmente a un decimo della loro vita potenziale, tutto questo DELIBERATAMENTE, e invece causare la morte di esseri viventi attraverso i nostri comportamenti (più o meno incivili). per quanto mi riguarda è la stessa differenza che corre tra un campo di sterminio nazista e l'inquinamento prodotto dalle auto: le persone muoiono per le micropolveri e si ammalano di tumore perché l'aria è "sporca", ma vi sentireste di paragonare questo a un genocidio voluto? ribadisco che io odio le macchine e ne pulirei le strade di tutte le città del mondo! per stefano: tralascio il discorso su gandhi e hitler che ritengo a dir poco irrilievante (me ne frega assai se quest'ultimo era vegetariano o meno, per me era un pazzo assassino e basta, a prescindere da cosa mangiasse). riguardo al paragone tra il leone e gli assassini, è fin troppo facile argomentare che il primo è un animale carnivoro, cacciatore per natura, l'essere umano no. egli uccide per vivere, è la sua natura. gli assassini tra gli esseri umani sono dei casi isolati, dei deviati, come puoi paragonarli? è invece proprio sull'intelletto che dobbiamo basare le nostre scelte se vogliamo cambiare il mondo, perché è proprio con esso che l'abbiamo ridotto così! attraverso l'intelletto possiamo elevarci verso una condizione più alta, verso un più alto grado di civiltà, in cui voler bene alla natura e agli esseri che ne fanno parte. "contraccolpi assai pericolosi sul suo equilibrio mentale"?!? lo dici a proposito del tuo amico ex-vegetariano. scusa, ma forse aveva dei problemi mentali a prescindere dall'alimentazione.. sulla parte conclusiva del tuo post invece concordo in pieno, sia sulla citazione di gandhi (che evidentemente ognuno interpreta a modo suo..), sia sul fatto che non vedendo i danni provocati dalle nostre azioni ci sentiamo molto meno in colpa per esse, è una forma di vigliaccheria e ipocrisia gigantesca, ma per ovviare a questo, ancora una volta, è necessario uno sforzo intellettuale!
Luca, 24-09-2010 03:24
Caro Luca, premetto che nulla di quanto ho scritto deve essere inteso come un atteggiamento possibilista o giustificatorio nei riguardi della zootecnia nei cui confronti la mia opinione è semplice e chiara: l'unico allevatore che ha fatto una scelta ambientalmente ed eticamente sostenibile è quello che ha scelto di cambiare mestiere. Chiarito ciò, il punto è che concentrare l'attenzione in maniera così preponderante su di essa lascia indisturbate altre attività non meno distruttive. Passiamo ai numeri. Secondo la FAO (2006) i principali contributi all'effetto serra sono così distribuiti: Consumi energetici 21% zootecnia 18% Trasporti 14% Come vedi sono cifre dello stesso ordine di grandezza. Secondo un successivo studio del WWI (che non conosco) il contributo della zootecnia è del 43% che la porta al primo posto ma che comunque non la rende "unica". Quando parliamo di energia e trasporti non dobbiamo inoltre pensare solo all'inquinamento ma anche e soprattutto al gigantesco impatto dell'industria estrattiva petrolifera (per tacere di quella dell'uranio), e non mi riferisco a casi eclatanti e accidentali come la recente catastrofe del golfo del Messico ma alle devastazioni di ordinaria amministrazione, anch'esse non meno premeditate e consapevolmente attuate del massacro zootecnico. Cito un solo esempio: la devastazione dell'ecosistema del delta del fiume Niger. Purtroppo per definire queste azioni si usa un linguaggio asettico, come ho anch'io appena fatto, che non lascia percepire la reale natura di queste tragedie. Cos'è infatti un ecosistema se non un insieme di comunità viventi? E cos'è la sua devastazione se non un genocidio premeditato e pianificato? Per quanto riguarda la maggioranza dei vegani, purtroppo la mia concreta esperienza personale mi costringe a smentirti. Quel tipo di consapevolezza che tu dici fra molti di loro non esiste. Infine vorrei correggere un tuo dato sui consumi di acqua per produrre 1 Kg di carne rossa, che non è di 100.000 litri bensì di 15.500 litri (media mondiale), che in Italia diventano 21.100 (fonte FAO). Questa correzione comunque non pregiudica la conclusione che trai su questo punto dato che, per fare un paragone, una famiglia media occidentale, adottando ogni possibile accorgimento, può risparmiare con molta fatica appena 10.000 litri di acqua domestica al mese. Ciao, Filippo.
Filippo Schillaci, 25-09-2010 11:25
Caro Luca. La differenza di visione tra noi è sottile, potrebbe apparire un dettaglio, ma -come dice il proverbio- "il demonio si nasconde nei dettagli". La differenza sta nel punto di partenza per le nostre scelte. La vita mi ha convinto che le uniche scelte che davvero sono in grado di produrre cambiamento sono quelle fondate spiritualmente (cosa che nulla ha a che vedere con la religione). La differenza tra Gandhi e tutti gli altri leader del suo secolo è che lui basava il suo agire su una convinzione che travalica di gran lunga l'intelletto. Ci distingue, poi, la visione dell'essere umano: la mia è assai più fredda e materialista. L'uomo è capace di assassinio peggio del leone, su scala assai più vasta. E non in casi isolati ("deviati"). Se è vero che il leone uccide la gazzella, è vero anche che difficilmente ne uccida più di quante ne può mangiare. L'uomo invece si, e se includi i non umani uccide assai di più e su base più regolare di un carnivoro. E spreca pure la carne. Il nostro meraviglioso sistema di distribuzione manda al macero qualcosa come il 18% della carne (http://archiviostorico.corriere.it/2008/febbraio/17/Cibo_grande_spreco_co_9_080217095.shtml). Tutto il sistema capitalista è una gigantesca macchina che si basa sull'assassinio di chi sta in fondo alla "catena". Anche parecchi umani. E ne siamo tutti complici, nel nord del mondo, pure i vegani (se non altro per vivere in Italia e pagarne le tasse, che vengono usate in modi allucinanti, come per esempio finanziare per miliardi di miliardi l'acquisto di armi). In questo senso verificherei anche i dati che tu citi sul consumo di carne: dubito che esistano le proporzioni che citi. L'unica cosa che davvero "pesa" in maniera abnorme sull'ambiente, rispetto a qualsiasi altra sono i voli intercontinentali. Lo so perché non mi ci posso sottrarre... grrr. Dissento poi sul fatto che l'intelletto "elevi [...] verso una condizione [...] in cui voler bene alla Natura e agli esseri che ne fanno parte". Io non ho mai visto scaturire un sentimento (il voler bene) dall'intelletto. Invece ho visto parecchie volte sentimenti (come il desiderio di controllo o di purezza) annebbiare le mie valutazioni intellettuali. Credo che il problema delle scelte intellettuali stia tutto lì: contribuiscono a nutrire la Grande Illusione, come direbbero i Buddhisti.
Stefano, 27-09-2010 08:27
caro Stefano. Primo, sono una storica - università la sapienza e università di warwick in uk, storia britannica quindi ;-)e ti assicuro che la storia non si fa con gi aneddoti sui grandi uomini ;-( Secondo vivere in italia non è una colpa dei vegan e pagare le tasse è un merito - perché oltre all'industria della morte con quei soldi si pagano ospedali servizi sociali etc.... Terzo mangiare carne è mangiare cadaveri di poveri esseri torturati e massacrati senza pietà per il solo piacere della pancia. Questa è una verità, non ti farà comodo, preferisci ammantarla di fumo, ma rimane un fatto. Grazie per l'attenzione
costanza, 27-09-2010 05:27
Costanza, non mi fraintendere. Son contento per te che, una volta tolta la bistecca dal piatto, ti senti in pace con te stessa. Io no. Sono meno condiscendente con me stesso? O sto solo gettando fumo? Fatto sta che non è reiterando immagini truculente di animali squartati che si convince la gente. Anzi.
Stefano, 28-09-2010 10:28
Per Filippo: ho letto il tuo articolo così come,avendo letto l'altro sugli scienziati nei Paesi Bassi contro il consumo di carne,ho letto il tuo scambio con altri commentatori... E proprio lì ho scoperto che fai parte del movimento per la decrescita e di un gruppo per la sostenibilità alimentare. Per questo ti scrivo,per sapere se potevi darmi maggiori informazioni riguardo al modo di poter contribuire in modo fattivo (visto che per la teoria trovo continui spunti ed informazioni) Comunque complimenti per l'articolo; complimenti per questo sito e complimenti per i commenti...tutti!A quelli che trovo più in linea con i miei pensieri e le mie scelte ma anche a quelli che sono critici e diversi,perchè educano al dialogo,fondamento democratico.
Laura, 01-10-2010 12:01
Per Stefano: io ho trovato questo, non so se sono gli stessi dati che gli altri hanno già postato, ma ci provo lo stesso. 1. La Vegetarier-Bund (Società Vegetariana Tedesca), fondata nel 1892, venne soppressa dal regime nazista (riaprì nel 1946). Chiusura bizzarra, se Hitler ne fosse stato un sostenitore.  2. La politica hitleriana non promosse mai il vegetarismo, né a beneficio della salute pubblica, né per motivi etici. Il non promuovere pubblicamente questa sana alimentazione è significativo, da parte di un leader che rinforzò rigorosamente altre politiche salutiste, come una legislazione che condannava il fumo e l'inquinamento, o le misure a tutela delle donne in  gravidanza e partorienti.  3. Hitler non era vegetariano; furono i suoi medici a prescrivergli occasionalmente - per migliorare le condizioni della sua salute - di seguire una dieta priva di carne. Il Ministro della Propaganda, Goebbels, manipolo' questo fatto per spingere il pubblico a considerare il Fuerer come un Santo, come il vegetariano - loro contemporaneo - Mohandas K. Gandhi. In realtà, Gandhi fu l'esatto opposto di Hitler anche in questo, dato che i medici, per migliorare la sua salute, gli consigliavano di bere brodo di carne. Mentre Gandhi rifiutò, Hitler si lamentava delle prescrizioni dei suoi medici e si spacciava per vegetariano nonostante mangiasse ravioli al ragù.  4. Il materiale biografico descrive spesso Hitler come un "vegetariano" con un debole particolare per salse carnee, caviale e prosciutti. Il biografo John Toland ("Adolf Hitler"), riporta che l'alimentazione di Hitler, quand'era studente, consisteva in "latte, pasticci di carne e pane."  Un altro suo famoso biografo, Robert Payne ("The Life and Death of Adolf Hitler"), afferma che quella del vegetarismo fu una deliberata montatura, veicolata dai nazisti per dipingere Hitler come figura pura e dedita al bene. Payne scrive: "L'ascetismo di Hitler aveva un ruolo importante nella sua immagine pubblica in Germania. Secondo una leggenda ampiamente diffusa, non fumava, era astemio e non frequentava donne. Soltanto la prima affermazione era veritiera. Beveva spesso birra e vino, aveva una predilezione particolare per le salse a base carnea bavaresi e prese moglie... il suo ascetismo era una finzione inventata dal Ministro della Propaganda nazista Joseph Goebbels, per enfatizzarne la dedizione totale, l'autocontrollo e la distanza che lo separava dagli altri uomini...". Il Professor Rynn Berry ha recensito "The Heretics Feast" (un libro che alimenta la leggenda di Hitler vegetariano) con queste parole: Concludiamo citando un libro assai interessante e sicuramente non di parte: "The Medical Casebook of Adolf Hitler" (Leonard e Renate Heston, William Kimber & Co, 1979). Basato su materiale tratto da archivi medici tedeschi dell'epoca, chiarisce esaurientemente tanto le abitudini alimentari di Hitler quanto le loro motivazioni: "Dall'inizio degli anni 30, Adolf Hitler cominciò a soffrire di crampi ed acuti dolori nella parte destra dell'addome. Il dolore lo colpiva poco dopo i pasti. Quando cio' accadeva, Hitler generalmente lasciava la tavola. A volte tornava dopo che "era passata la crisi ", come narra Albert Speer, altre volte non tornava affatto... All'epoca, aveva quarant'anni e non era mai stato seriamente malato... nessuno avrebbe potuto convincerlo a sottoporsi a degli esami per questi dolori addominali... si curo' da solo... Indubbiamente a causa dei dolori provocatigli da alcuni cibi, eliminò pasticci elaborati e carni, continuando ad eliminare alimenti fino a limitare la sua dieta a vegetali e cereali - un cambiamento significativo, in un uomo famoso come goloso di dolci e pasticcini.."  Ecco, mi sembrava doveroso intervenire su questo punto. Ora chiudiamo con Hitler e torniamo ai dati: quei dati di cui tu, Stefano dubiti, sono i dati della FAO e dell'ONU. Più volte citati in vari studi e facilmente reperibili. 3/4 delle terre coltivate al mondo sono coltivate a foraggi per gli animali da macello o animali per l'industria casearia(che cmq finiranno al macello). Per produrre 1 kg di soia si utilizzano 2000-3000 litri d'acqua, per produrre 1 kg di carne da 13000 a 20000 lt. Perché non si conteggia solo l'acqua utilizzata per abbeverare l'animale, ma anche quella per crescere i vegetali (mais, soia, fieno) che andranno a nutrire quell'animale. E' così difficile da capire la proporzione? In USA in un solo anno si sprecano 140 milioni di tonnellate di cereali per produrre 20 milioni di tonnellate di carne, con uno spreco di ben 120 milioni di tonnellate di cibo! Che basterebbero per fornire un pasto al giorno ad ogni abitante(umano)della Terra per un anno! Ti sembra poco? E' tutto questo solo negli USA. Le guerre del futuro saranno per le terre, per le risorse alimentari... Si sta disboscando la foresta amazzonica, il polmone verde del pianeta e si cacciano via le tribù native di quei posti per far posto ai pascoli e allevamenti appartenenti alle grosse multinazionali. E tutti questi, Stefano, non sono motivi sufficienti per tirarti fuori da questo schifo, per cercare di non farne più parte? Quale giustificazione può esistere di fronte a questo scempio del pianeta? Delle vite degli individui, umani e non? Non riuscirò mai a capire come è possibile che le persone di uno spessore intellettivo e culturale come il tuo possano continuare a rifugiarsi in varie giustificazioni che spaziano dalla "cultura e tradizione" e del "non amare gli estremismi" al "ci sarebbero tante altre cose da cambiare, non è questa la priorità". Sembra quasi che se tocchi la pancia alla gente, la capacità di arrampicarsi sugli specchi centuplichi... Parlo in generale, non mi riferisco a te in particolare. Per te mi rammarico e basta. Mi sembra impossibile che una persona della tua cultura, educazione, apertura mentale non ci arrivi a certe conclusioni. Preciso e sottolineo ancora una volta: le mie non sono offese, il mio è un enorme dispiacere. Sono amareggiata. Nello stesso modo in cui sono amareggiata quando sento dire una delle mie clienti più intelligenti e più civili: "il mondo è fatto di predatori e predati" o "un bambino ha bisogno della carne per una crescita sana". Mentre altre mie clienti, molto più semplici e a volte anche un po' terra terra, molto meno acculturate di lei e senza lauree in tasca, passano notti intere in rete ad informarsi sui danni della carne alla salute umana e sul suo impatto ambientale...Ecco, a me cascano le braccia. Rimango senza parole. Chiudo con due link mhttp://www.sentio.it/2012/08/27/gli-animali-hanno-coscienza-di-se-e-sentimenti-lo-firmano-eminenti-scienziati/ https://www.facebook.com/permalink.php?id=180591762005688&story_fbid=435727886492073 Ora ti saluto e ti ringrazio comunque per aver condotto un discussione civile ed educata. Mi scuso per il linguaggio molto limitato,in questo periodo molto sono stanca a causa di orari di lavoro pesanti e quindi poco lucida... Di solito mi esprimo molto meglio. Ti ringrazio comunque per aver condotto un discussione civile ed educata. Per Filippo Schillaci: grazie per questo bellissimo articolo, lo invio a tanti miei amici e conoscenti.
Ludmila, 11-07-2013 04:11
A chi contesta l'impegno a favore degli animali, sottolineando che ci sono tanti bambini che muoiono di fame, è sufficiente chiedere cosa fanno loro per i bambini. Chiedete che vi esibiscano delle ricevute per verificare la loro solidarietà a vantaggio di questi ultimi, così avrete modo di costatare il loro totale disimpegno. Io amo sia gli animali che i bambini e le ricevute le posso esibire.
Maria Antonietta Capestrani, 03-04-2015 03:03

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