Fanpage: ancora disinformazione sulla medicina omeopatica

Condividiamo con i nostri lettori un articolo del dottor Luca Scotto di Vettimo che analizza un articolo sull'omeopatia pubblicato online, mettendone in luce le criticità. L'articolo è apparso su Generiamo Salute.

Fanpage: ancora disinformazione sulla medicina omeopatica

A poche settimane dal “j’accuse” di Wired che tuonava contro Maduro e un farmaco “presunto omeopatico” contro il Coronavirus, arriva un altro “svarione” dalla rivista on-line Fanpage.

Il giornalista Andrea Centini, ci spiega, in un articolo dal titolo “Chi usa i rimedi omoepatici è piu propenso a credere alle bufale sul Coronavirus” che “chi tende a seguire l’omeopatia e altre forme di medicina alternativa ha maggiori probabilità di credere nelle fake news su tematiche mediche. Anche chi possiede un livello di istruzione inferiore, presenta una ridotta alfabetizzazione medica e una bassa fiducia nell’assistenza sanitaria è più propenso a credere alle “bufale” in tema di salute”. Felice di aver scagliato una lancia contro la Medicina omeopatica continua, affermando che “questa scoperta potrà aiutare le autorità sanitarie e le istituzioni a migliorare le campagne di comunicazione relative alla salute pubblica, in particolar modo per quel che concerne la pandemia di COVID-19 che stiamo vivendo”.

Ma qual è questa scoperta?

Per comprendere meglio dobbiamo leggere, attentamente, lo studio citato dal buon Centini. Si tratta di un articolo pubblicato su Health Psychology, periodico scientifico dell’American Psychological Association, dalla Dottoressa Laura D. Scherer in collaborazione con altri colleghi, dal titolo “Who Is Susceptible to Online Health Misinformation? A Test of Four Psychosocial Hypotheses” .

Quindi cosa hanno scoperto questi scienziati? Dalla lettura del titolo, pur non essendo chi scrive di madrelingua inglese, mi viene da pensare che leggendo l’articolo non mi troverò di fronte ad una scoperta, ma ad una ipotesi ed è infatti una ipotesi che la Scherer e i colleghi formulano.

Hanno sottoposto ad un questionario 923 soggetti per verificare la loro predisposizione a credere a notizie infondate in ambito medico (su statine, cancro e vaccino HPV) prese da post on-line.

I risultati evidenziano che le persone più suscettibili alla disinformazione on line su argomenti riguardanti la salute hanno livelli di istruzione bassi, scarsa educazione sanitaria, sfiducia nel sistema di health care americano e atteggiamento positivo nei confronti delle medicine non convenzionali.

Inutile dire che nell’intero lavoro, la parola Omeopatia non compaia nemmeno mezza volta.

Il volenteroso Centini, pone rimedio a questa mancanza sottolineando nell’occhiello come la Medicina omeopatica sia una delle Medicine Alternative, affermazione che risponde al vero, peccato però che sia accompagnata da altre 127 tecniche (Roberti di Sarsina P., Morandi A., Alivia M, Tognetti Bordogna M., Guadagni P. – Medicine Tradizionali e Non Convenzionali in Italia Considerazioni su una scelta sociale per la Medicina Centrata sulla Persona), non comprendo quindi perché il nostro “scrupoloso” giornalista affermi senza ombra di dubbio che sia chi usa l’omeopatia a credere alle fake news in materia sanitaria, come fa a sapere che gli intervistati non siano ben disposti nei confronti della Medicina Andina o della Medicina Nhuatl oppure essendo statunitensi, nei confronti della Medicina dei Nativi Americani o dell’Olodanza?

Non dovesse bastare, per giustificare il mio pessimo giudizio sul titolo e sull’articolo di Fanpage, aggiungo alcune considerazioni: secondo l’indagine multiscopio ISTAT 2001 le medicine alternative, meglio conosciute come MNC (medicine non convenzionali), sono utilizzate da pazienti con alto livello di istruzione, secondo l’Health Monitor CompuGroup Medical-Il Sole 24 Ore Sanità (2011) il 52% dei medici di medicina generale suggerisce medicinali omeopatici ai propri pazienti, il che dovrebbe rassicurare i ricercatori americani e il nostro Andrea sul buon livello di istruzione e di educazione sanitaria degli individui ben disposti nei confronti delle medicine alternative.

Un’ultima considerazione, le MNC sono utilizzate, in Italia, per lo più da donne (18,2% della popolazione) che da uomini (12,9%), se utilizzassi lo stesso schema di Centini, intravederei nel suo articolo un che di misogino, ma non sono propenso a credere alle bufale.

Articolo pubblicato su: GENERIAMO SALUTE

 

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