Stop incentivi per fotovoltaico a terra, la prima fonte rinnovabile è il cibo

Il cibo è la prima vera fonte energetica rinnovabile. In Italia disponiamo di decine di migliaia di km quadrati di tetti e lastrici solari che possono ospitare tutto il fotovoltaico di cui il paese ha bisogno, senza sottrarre terra all'agricoltura. Ora, l'articolo 65 comma 1 del decreto sulle 'liberalizzazioni' sancisce la fine degli incentivi al fotovoltaico in terra agricola.

Stop incentivi per fotovoltaico a terra, la prima fonte rinnovabile è il cibo
Come già anticipato dal Ministro all'agricoltura Mario Catania, l'articolo 65 comma 1 del decreto sulle 'liberalizzazioni' sancisce la fine degli incentivi al fotovoltaico in terra agricola, negli altri comma si innalzano gli incentivi per istallazioni su serre, a condizione che la copertura non sia tale da pregiudicare le coltivazioni sottostanti (inferiore al 50%). Naturalmente già si leva la protesta dei grandi installatori, ma ci auguriamo che il governo sappia resistere con la medesima fermezza dimostrata contro pensionati e piccoli contribuenti. La Toscana ha subito una forte offensiva da parte di grandi speculatori intenzionati a realizzare impianti industriali anche di centinaia di ettari, in particolare nella provincia di Pisa e Grosseto ma, al contrario della vicina Montalto di Castro, dove sono stati coperti quasi 800 ettari di fertile terra di pianura, la promulgazione di linee guida regionali restrittive ha impedito sinora la loro realizzazione. Purtroppo nulla ha potuto fermare il fiorire di impianti 'agricoli' inferiori a 1MW, che pur se parcellizzati in appezzamenti di 'soli' 3 ettari hanno prodotto molti guasti al paesaggio rurale. Ora dopo oltre due anni di battaglie passa il principio che caldeggiavamo fin dall'inizio e con la fine degli incentivi per impianti a terra, ci adeguiamo a quanto fatto in Germania dalla Merkel già nel luglio del 2009. Ricordiamo che l'Italia ha fatto scempio del suo territorio, cementificandone oltre il 30% della superficie ed abbiamo a disposizione decine di migliaia di km quadrati di tetti e lastrici solari che possono ospitare tutto il fotovoltaico di cui il paese ha bisogno, senza sottrarre più terra all'agricoltura. Sui tetti si può produrre corrente ma non si possono coltivare patate. Ricordiamo che l'agricoltura produce la prima fonte energetica rinnovabile, sia per importanza che per cronologia - il cibo - e che gli agricoltori dovrebbero essere aiutati a perpetuare le loro conoscenze in questo settore strategico, invece di essere di volta in volta trasformati in albergatori o produttori elettrici a seconda della moda e dei finanziamenti pubblici del momento. Nonostante tutte queste trovate, negli ultimi 10 anni l'Italia ha perso un terzo dei suoi contadini. La crisi più severa con cui ci confronteremo con la fine delle energie fossili sarà quella alimentare e non sarebbe bello farsi trovare del tutto privi della capacità produttiva agricola, quando arriverà a conclamarsi in tutta la sua drammaticità.

Commenti

Desidero innanzitutto ricordare che le 'decine di migliaia di km2 di tetti e lastrici' citate nell'articolo, ammontano a circa 11.000 km2 di superficie (zone urbane residenziali) più 3.000 km2 (zone industriali ed infrastrutture, incluse reti viarie e ferroviarie)(dati CORINE 2006). Inoltre, pur essendo pienamente d'accordo con l'autore circa l'assurdità dell'uso di terreno agricolo di qualità per usi FV, resto dubbioso su quanto disposto dall'art. 65: 1) nel momento in cui gli incentivi non risultassero più necessari (ad es. in caso di tensioni sul mercato del petrolio con barile a 150 - 200$), l'articolo risulterebbe inoperante per la protezione di suoli agricoli di qualità; 2) parlare genericamente di suoli agricoli esclude possibilità intermedie (es. suoli poveri destinati alla pastorizia estensiva) nelle quali campi FV di densità opportuna potrebbero convivere con attività pastorali; 3) se l'intenzione della norma è quella di non sottrarre superficie alla produzione agricola alimentare, ha omesso di includere, ad esempio, il divieto di coltivazione di biomassa per fini energetici: vietare il FV ma permettere la produzione di biomassa da avviare a centrali termiche sovvenzionate a loro volta con incentivi per le rinnovabili significa distorcere volontariamente il mercato. Ricordo, infine, che il pasto gratis non esiste e, salvo essere disposti a ridurre drasticamente i consumi energetici (ipotesi condivisa da alcuni, ma indigesta a molti) un'infrastruttura di produzione è comunque necessaria e, come ogni infrastruttura, non puo' che avere un impatto di qualche tipo. E' dunque da chiarire come ripartire quest'impatto fra tutti i cittadini, onde evitare che qualcuno soltanto ne ricavi i benefici, lasciando ad altri gli oneri occasionati.
Emanuele Negro, 01-02-2012 03:01
Credo che i dati che riporti siano ampiamente sottostimati,(la superficie urbanizzata in Italia, se si considerano anche i lastricati stradali, ammonta a quasi un quarto della superficie del paese) comunque, sui 14.000 Km2 di lastrici solari da te stimati, si possono posizionare impianti fotovoltaici per 466.000 MWp di potenza. Per il resto di quanto scrivi non posso che dirmi d'accordo: le biomasse hanno un indice Eroei inferiore ad 1,('energia immessa per produrle è maggiore dell'energia ricavata) sono economicamente redditizie solo grazie agli incentivi, quindi sono solo un ennesimo furto di pochi a danno di tutti, mentre il biogas ha un senso se ricavato dalle deiezioni animali di allevamenti intensivi e solo perché emendativo di una stortura produttiva. I terreni impoveriti dai pascoli intensivi sono frutto della medesima stortura Che l'unica strada percorribile per la sopravvivenza della civiltà umana sia quella di un drastico ridimensionamento dei consumi e l'uscita dal sistema capitalistico basato sulla crescita infinita, ormai non lo dice più solo la Decrescita, la consapevolezza lentamente si fa strada e ieri lo affermava persino il presidente Napolitano. Peccato che a comandarci siano invece i banchieri che da quell'orecchio proprio non ci sentono.
Andrea Marciani, 01-02-2012 05:01
E' anche vero che il decreto si limita a rimuovere gli incentivi e che in caso di ulteriore discesa dei costi dei pannelli FV e di innalzamento dei costi dell'energia potrebbe tornare remunerativa la realizzazione di impianti industriale in terra agricola. Nel frattempo però potrebbe essere tornato conveniente anche il produrre grano, dal momento che l'innalzamento del prezzo del petrolio ostacolerebbe anche il traffico planetario di cibo, attenuando il dumping dei produttori estensivi d'oltremare. Ad ogni modo l'unica vera difesa contro le crescenti sperequazioni tra ricchi e poveri, che in agricoltura si declina con il ritorno del latifondo ( o land grabbing) sarebbe nel risveglio della gente, stolidamente narcotizzata dai mezzi di distrazione di massa.
Andrea Marciani, 01-02-2012 05:01
Si può realizzare un GENERATORE di CORRENTE da 6 Kw ed oltre, che fa risparmiare il 99,99 %, d'energia elettrica, lo 0.01% serve per l'avvio. "praticamente non consuma nulla". Progetto del 1997. Mai brevettato per ovvie ragioni dal Signor Alfonso Aureli ". È una valida soluzione contro il nucleare; pannelli Solari e Voltaico; lo stesso principio si può adattare alle auto elettriche, ottenendo più velocità e spese zero. Saluti Aureli
Aureli Alfonso, 01-02-2012 05:01
FOTOVOLTAICO ''L'articolo 65 è incostituzionale (??)'' L'articolo 65 del dl sulle liberalizzazioni (approvato dal Governo Monti e ora in fase di conversione) se confermato nella versione pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.19 del 24 gennaio 2012, "sarebbe gravemente incostituzionale". Le modifiche apportate prima della sua pubblicazione in GU all'articolo in questione, grazie al supporto delle associazioni di categoria a difesa di cosa, rischiano di provocare danni anche maggiori. Nella nuova formulazione, infatti, la norma abroga con effetto immediato anche il comma 6 dell'articolo 10 del D.lgs 28/2011 "rinnovabili" che tutelava gli investimenti già avviati per l'installazione di impianti fotovoltaici in aree agricole. "Un comma che garantiva l'accesso agli incentivi a detti impianti, se già autorizzati o con istanza presentata prima del 1 gennaio 2011, a condizione in ogni caso che entrassero in esercizio entro il 29 marzo 2012". Tutti gli operatori che, in virtù del comma 6 dell'articolo 10 del D.lgs 28/2011, hanno confidato in questa scadenza per la messa in esercizio dei propri impianti, oggi ancora in costruzione, rischiano dunque di vedere andare in fumo i soldi spesi e nei casi peggiori il fallimento. Infatti, a causa dell'articolo 65, non potranno più accedere agli incentivi e subiranno gravi perdite economiche. Errore nella fretta di riformulare la previsione normativa (?). Qualora trattasi di errore (cosa verosimilmente probabile, derivata dagli inciuci dell'ultima nottata) chi dovrebbe tempestivamente apportare la dovuta correzione, o meglio i danni subenti a carico di chi sono, intanto ? Nel modo semplicistico basterebbe semplicemente cancellare il comma 6 - dal punto 4 dell'art. 65 della norma%u2013 da discutere in Parlamento (se verrà fatto ?) Il che , contrariamente all'attuale disastrosa penalizzazione, risulterebbe equa e darebbe invece respiro alle suddette società di avere un margine di tempo, per completare i lavori, esercitando analoga proroga di un anno anche agli impianti se già autorizzati o con istanza presentata prima del 1 gennaio 2011. P.S. Il solito paradosso italiano. E pensare che attualmente dovremmo avere i migliori a rappresentarci. Qualora trattasi di errore (cosa verosimilmente ovvia, derivata dagli inciuci dell'ultima nottata) chi dovrebbe tempestivamente apportare la dovuta correzione, o meglio i danni subenti a carico di chi sono, intanto ? Nel modo semplicistico basta semplicemente cancellare il comma 6 - dal punto 4 dell'art. 65 - Diversamente , continuiamo ad essere nelle mani di ........., non riesco a definirli. Mi sto giocando TUTTO . beni mobili, immobili, casa, famiglia e dignità. Altro che "equità e giustizia sociale". Informate pubblicamente per i per i tempi dei ricorsi. P.S. Che fine faranno i precedenti ricorsi al Tar Lazio da celebrarsi il febbraio prossimo in merito al 4° conto energia 2011 ?
giuseppe, 01-02-2012 06:01
Andrea, ti assicuro che i dati sul land-cover rilevati nel quadro del programma CORINE sono piuttosto affidabili mentre, a naso, mi pare che il 25% occupato dai lastricati stradali sia veramente tanto. Ciò non toglie che, con un calcoletto semplice semplice, si può stimare pari a 2000 - 2500 km2 la superficie FV necessaria per produrre, in media annua, l'equivalente dei consumi elettrici italiani: lo spazio costruito attuale è dunque più che sufficiente! Sulla questione di fondo (crescita/stazionarietà/decrescita) la risposta è ovvia e di una semplicità disarmante: le varie fonti fossili, al di là delle tremende problematiche ambientali, geo-politiche ed economiche, sono finiti in quantità e finiranno, dunque, in un momento non lontano (alcuni decenni?) quindi l'unica opzione a lungo termine per la specie umana è il flusso di energia proveniente dal sole, inesauribile su scala umana. Dal sole arrivano sulla terra 10E17 watt, di questi 10E15 W vengono utilizzati dalla biosfera per il proprio metabolismo; per non perturbare i cicli naturali si può prelevare un massimo di 10E13W per alimentare i bisogni energetici dell'umanità. Diviso fra i 7 mld di umani risultano 1.5 kW disponibili pro capite, da confrontarsi coi 6 - 7 kW attualmente consumatti in Europa. Morale: ce n'è per tutti, ma solo a condizione di ridurre i consumi energetici complessivi a un terzo del valore attuale e, soprattutto, darne accesso in egual misura a tutti gli abitanti del pianeta. Come? La Svizzera è già in cammino con la 'Società 2000 W'. PS: Sig. Aureli, la prego, non induca delle aspettative erronee nei lettori di quest'articolo. L'energia creata dal nulla si chiama moto perpetuo, e questo come tutti sanno non esiste!
Emanuele Negro, 01-02-2012 06:01
Emanuele siamo perfettamente d'accordo sulla sostanza, quindi inutile polemizzare sui dati della cementificazione, che sono comunque da ritenere abnormi e non giustificati da reali esigenze abitative o produttive.
Andrea Marciani, 02-02-2012 09:02
Come al solito in Italia si cerca di risolvere gli errori con errori maggiori. Prima incentivi elevatissimi e, ovviamente, manna per gli investitori. Poi la solita applicazione retroattiva delle leggi che blocca investimenti e finanziamenti e fa buttare all'aria soldi ed anni di lavoro. D'accordissimo sull 'utilizzo delle superifici coperte, cosa che i vari Conto Energia non hanno salvaguardato rispetto agli impianti a terra, ma, prima di parlare, trovate una soluzione alla crisi dell'agricoltura e spiegate voi agli agricoltori come fare a campare. Le cose andrebbero portate avanti con la giusta misura, raziocinio ed equità. Nel settore agricolo ed in quello energetico e non mi pare sia stato fatto.
Nicola, 02-02-2012 10:02

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