Fukushima: nuova fuga radioattiva, anche il riso bandito

Torna la paura in Giappone dopo che una nuova fuga di liquido radioattivo si è verificata dal disastrato impianto di Fukushima nell'Oceano Pacifico. Lo sversamento è avvenuto nelle vicinanze di un impianto per la decontaminazione delle acque usate nella centrale.

Fukushima: nuova fuga radioattiva, anche il riso bandito
Torna la paura in Giappone dopo che una nuova fuga di liquido radioattivo si è verificata dal disastrato impianto di Fukushima nell'Oceano Pacifico. Sul posto sono stati inviati dei tecnici per individuare la causa di questo sversamento che è avvenuto nelle vicinanze di un impianto per la decontaminazione delle acque usate nella centrale. Fuoriuscendo dalla centrale, i liquidi si sarebbero riversati in acqua, contaminando circa 45 tonnellate di acqua. Per contenere la fuoriuscita di elementi tossici è stata predisposta una barriera di sacchetti di sabbia, grazie alla quale la maggior parte del liquido contaminato è rimasto all'interno dell'edificio che ospita l'impianto. Tuttavia, trecento litri di liquido sarebbero fuoriusciti attraverso un condotto che conduce all'oceano. L'acqua contiene Cesio 137 e iodio 131, elementi nocivi. Intanto nel latte in polvere è stato rinvenuto cesio radioattivo destinato all'alimentazione dei neonati. La notizia rappresenta l'ennesimo allarme sulla sicurezza alimentare dopo il terremoto/tsunami dell'11 marzo. Casi di radiazioni eccessive ritrovati in verdure, tè, latte, frutti di mare ed acqua hanno alimentato una crescente ansia nella popolazione giapponese. E ora il Giappone ha deciso di bandire dai negozi del Paese anche il riso proveniente dal distretto di Onami. Le autorità nipponiche assicurano che “non un singolo chicco di questo riso è in circolazione”. Nel riso coltivato fino a 60 km dall’impianto di Fukushima è stato rilevato cesio radioattivo in quantità ben superiori alla soglia di tolleranza. Intanto nei pressi della centrale atomica distrutta dallo tsunami dello scorso 11 marzo, continuano i lavori di bonifica che, secondo l’Atomic Energy Commission (Aec) giapponese, dureranno almeno trent’anni. In Francia, nel frattempo, una serie di blitz coordinati degli attivisti di Greenpeace in alcune centrali nucleari francesi, avvenuti ieri mattina, hanno ribadito ancora una volta che “il nucleare sicuro non esiste”. Verso le 6 di ieri mattina alcuni militanti di Greenpeace si sono introdotti nella centrale di Nogent-sur-Seine, riuscendo a issarsi sulle cime di uno dei reattori e ad esporre uno striscione contro l'uso del nucleare. Altri raid dimostrativi sono stati tentati nei siti di Blaye e Cadarache, ma sono stati sventati dalla polizia. Gli attivisti dell'organizzazione sono riusciti a issare i loro stendardi anche presso le centrali di Chinon e Blayais. “Il nostro obiettivo è dimostrare la debolezza degli impianti nucleari francesi, per la facilità con cui è possibile penetrare al loro interno”, ha dichiarato Sophia Majnoni, responsabile per il nucleare dell'associazione.

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