Fukushima, sale radioattività in due reattori della centrale

Aumentano i livelli di radioattività negli edifici dei reattori n.1 e n.3 della centrale di Fukushima. Intanto la Tepco ha reso noto un piano con cui stima di fermare del tutto la perdita di radioattività in 3 mesi. I reattori, invece, dovrebbero essere stabilizzati entro 6-9 mesi. Per la maggioranza dei giapponesi la risposta del governo alla crisi nucleare non è accettabile.

Fukushima, sale radioattività in due reattori della centrale
Nella disastrata centrale nucleare di Fukushima aumentano i livelli di radioattività negli edifici dei reattori n.1 e n.3, registrando valori che rendono estremamente difficoltoso l'intervento diretto dei tecnici Tepco all'interno dei locali. Secondo l'Agenzia per la sicurezza atomica nipponica (Nisa), nel reattore n.1 è stato riscontrato un livello di radioattività tra 10 e 49 millisievert l'ora, mentre nel reattore n.3 sono stati riscontrati valori ancora più alti, da 28 a 57. Tali valori sono stati registrati dai robot che sono stati inviati all'interno della centrale. Intanto la Tepco, gestore dell'impianto, ha reso noto un piano con cui stima di fermare del tutto la perdita di radioattività in 3 mesi, contestualmente all'avvio del sistema “stabile di raffreddamento dei reattori e delle barre di combustibile”. Illustrato nel corso di una conferenza stampa dai vertici della società, il piano prevede in primo luogo di fermare la diffusione delle radiazioni ai diversi livelli, dall'acqua al sottosuolo. Per prevenire esplosioni di idrogeno sarà immesso del nitrogeno nei reattori numero 1, 2 e 3 della centrale. Si procederà quindi al recupero dei detriti e alla copertura degli edifici che ospitano i reattori, danneggiati dalle esplosioni. Per quanto concerne la stabilizzazione dei reattori, la Tepco ipotizza di arrivare all' “arresto a freddo entro sei-nove mesi”. Riguardo al piano per la centrale il segretario capo di gabinetto Yukio Edano ha affermato che il calendario sarà rispettato solo se “tutto andrà bene” e che la piena ripresa potrebbe richiedere anche più tempo. Intanto, l'Istituto per la sicurezza nucleare francese (Isrn) ha diffuso una nuova e inquietante animazione sulla diffusione delle radiazioni nel mondo, dopo il disastro di Fukushima. E al problema dell'inquinamento, si aggiunge quello della ricostruzione del nord-est del Giappone, devastato dal terremoto/tsunami dell'11 marzo scorso, una ricostruzione che deve ancora cominciare. La maggioranza dei giapponesi vuole però che a guidare la ricostruzione sia un nuovo primo ministro. Lo rivela un sondaggio del quotidiano finanziario Nikkei: il 70% delle persone interpellate sostiene che il primo ministro Naoto Kan si deve dimettere e più o meno la stessa percentuale ritiene che la risposta del governo alla crisi nucleare non sia accettabile. VAI AL DOSSIER SUL TERREMOTO GIAPPONESE E GLI INCIDENTI NUCLEARI

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