Green pass: decine di manifestazioni di protesta. Il giurista Mattei: «Strumento subdolo di esclusione sociale»

Sabato scorso in decine di piazze italiane si sono tenute manifestazioni contro l’introduzione del cosiddetto Green Pass. Da più parti, categorie professionali, cittadini, movimenti, giuristi, si sono levate e si levano critiche. Il docente universitario e giurista Ugo Mattei è tra coloro che esprimono una netta contrarietà: «Strumento subdolo di esclusione sociale».

Green pass: decine di manifestazioni di protesta. Il giurista Mattei: «Strumento subdolo di esclusione sociale»

Ugo Mattei, docente universitario e giurista, alla guida di Generazioni Future, della Rete per i Beni Comuni e della Società Cooperative per i beni comuni Stefano Rodotà, nonché candidato alle amministrative a Torino, si spende da tempo su questo tema sottolineando come le restrizioni delle libertà finora adottate abbiano assunto quelle che definisce dimensioni di sproporzione e non giustificabili.

Tra venerdì 23 e sabato 24 luglio sono state diverse decine le manifestazioni di protesta tenutesi in numerose città italiane contro il decreto che ha introdotto il Green Pass (QUI il testo del decreto legge ) e proprio in una di queste, a Torino, il professor Mattei si è espresso parlando ai presenti e rilasciando anche una intervista ai media mainstream.

«Il green pass? Uno strumento subdolo di esclusione sociale. Le libertà civili sono troppo importanti per essere limitate sulla base del sentito dire. Vorrei che il Ministero della Sanità mi rifornisse i dati su vaccinati e ricoveri» ha detto al Corriere della Sera nel giorno in cui a Torino sono scese in piazza migliaia di persone per quello che è stato chiamato “No paura day”.

«Partecipo al No Paura Day fin dall’inizio perché ritengo fondamentale governare ogni processo politico, per quanto drammatico, con la ragione e non col terrore o la menzogna» ha ribadito Mattei al Corriere.

E sul Green pass ha aggiunto: «Lo ritengo incostituzionale per ragioni serie ed articolate in uno studio approfondito dell’Osservatorio permanente per la legalità costituzionale della coop Rodotà pubblicato su generazionifuture.org: il green pass a livello di regolamento europeo è un legittimo strumento di facilitazione del traffico frontaliero. Trasposto “alla francese” o “alla Draghi” è uno strumento subdolo di esclusione sociale fondato su presupposti fattuali di totale incertezza».

«Allo stato attuale il vaccino non può essere obbligatorio perché l’incertezza rende inapplicabili i test di bilanciamento previsti dalla Corte Costituzionale nel ‘92 e poi di nuovo nel 2018. La discriminazione fra non vaccinati e vaccinati non può introdursi in modo surrettizio con la logica (tipicamente neoliberale) della condizionalità (green pass)» ha proseguito Mattei sempre al Corriere.

E ancora: «Giuridicamente fa fede solo quanto scritto nei bugiardini e nei moduli del consenso informato. Il vaccino agisce sulla malattia non sull’infezione. I vaccinati, come i guariti, e financo i tamponati (nei limiti di errori fisiologici ad ogni rilevamento scientifico) possono comunque essere infetti e infettanti. Non ci sono dunque le condizioni per bilanciare i diritti fondamentali individuali con l’interesse pubblico ai sensi dell’articolo 32 della Costituzione. Il conflitto non esiste se anche il vaccinato può essere contagioso come dice pure l’Istituto Superiore di Sanità. Questo è il vero punto giuridicamente e razionalmente rilevante».

«Le libertà civili sono troppo importanti per essere limitate sulla base di sentito dire, o di una lettura tirannica di una teoria scientifica sola, anche perché dietro i vaccini ci sono gli interessi di Big Pharma e rapporti col pubblico molto opachi e segretati. Si può imporre per legge un obbligo di fiducia nei confronti del Governo? Mi sembrerebbe contrario alla tradizione del costituzionalismo liberale».

Intanto Fipe-Confcommercio fa sapere con una nota che "i gestori dei bar e dei ristoranti non sono pubblici ufficiali e come tali non possono assumersi responsabilità che spettano ad altri".

E dall’Omt olandese (l’Outbreak Management Team o squadra di gestione dell’epidemia, il gruppo di esperti che raccomanda al governo olandese le misure da mettere in campo per ridurre i contagi) arriva l’annuncio che prima e seconda dose non sono abbastanza per evitare focolai di Covid durante i grandi eventi. Dopo il grande evento di Utrecht, dove malgrado il green pass si sono verificati almeno 1600 contagi, il gruppo di esperti ha consigliato all’esecutivo olandese di introdurre l’obbligo di presentare il risultato di un test negativo per coloro che vogliono recarsi a concerti e grandi eventi, ma anche in alcuni locali al chiuso.

Proprio domenica 25 luglio, l'agenzia di stampa Ansa ha diffuso la notizia secondo cui sono risultati positivi al Covid 20 membri dell'equipaggio dell'Amerigo Vespucci che erano tutti vaccinati. «L'intero equipaggio di Nave Vespucci "ha aderito alla campagna vaccinale della Difesa e ben prima dell'inizio della campagna aveva completato il doppio ciclo di vaccinazione". Lo spiega la Marina Militare in una nota aggiungendo che "in linea col protocollo della Forza Armata per impedire la diffusione del Covid, continueranno con regolarità i controlli periodici"» scrive l'Ansa.

E sul quotidiano Il Tempo si legge: «Doccia fredda da Israele. Il "Jerusalem Post" pubblica una notizia che farà discutere. E getta qualche ombra sull'efficacia dei vaccini. Al momento in Israele più della metà dei pazienti ricoverati in ospedale in gravi condizioni sono vaccinati. Nell'articolo del "Jerusalem Post" si legge: "Al momento circa il 60% dei pazienti in gravi condizioni sono stati vaccinati. Inoltre, secondo i ricercatori dell'Università ebraica di Gerusalemme, circa il 90% dei nuovi contagi sopra i 50 anni sono vaccinati con due dosi"».

Raffaele De Luca sulla testata L’Indipendente online ha analizzato alcune affermazione che il premier Draghi ha fatto durante la conferenza stampa con cui ha annunciato il green pass e chi vuole approfondire può leggere QUI

 

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