Greenpeace: «ENI sponsor di Sanremo, fa greenwashing»

Dura critica di Greenpeace nei confronti della sponsorizzazione di ENI per il festival di Sanremo: «Ennesimo caso di greenwashing dei petrolieri».

Greenpeace: «ENI sponsor di Sanremo, fa greenwashing»

Greenpeace denuncia quello che definisce «l’ennesimo caso di greenwashing dei petrolieri: ENI, il colosso del petrolio e del gas, sarà infatti sponsor del festival per lanciare la sua nuova compagnia Plenitude». 

«È inaccettabile che ENI sfrutti la vetrina di Sanremo, e dei tanti altri eventi che sponsorizza, per fare greenwashing e promuovere un’immagine di azienda attenta all’ambiente che non corrisponde affatto alla realtà - si legge sul sito di Greenpeace - ENI continua a investire sul gas e sul petrolio, è il principale emettitore italiano di gas serra e una delle aziende più inquinanti del pianeta. Il mondo della musica, della cultura, dello sport e dell’istruzione dovrebbero essere liberi dalla dannosa propaganda dell’industria degli idrocarburi, così come è avvenuto con l’industria del tabacco!».

«Tra gli sponsor del Festival di Sanremo 2022 compaiono anche Suzuki e Costa Crociere, appartenenti a due dei settori – quello dell’automotive e del trasporto marittimo – che più contribuiscono alla crisi climatica - prosegue la nota - In un recente rapporto, abbiamo già dimostrato che circa due terzi delle pubblicità online delle aziende dei combustibili fossili promuovono false soluzioni per il clima oppure enfatizzano piccoli progetti “verdi” mentre nella realtà continuano a fare affari d’oro con le fonti fossili».

«Nelle pubblicità, l’uso di gas, petrolio e carbone viene messo volontariamente in secondo piano: ad esempio, secondo l’analisi che abbiamo commissionato, solo l’8% degli annunci di ENI promuove i combustibili fossili, nonostante questi costituiscano circa l’80% del suo portfolio - prosegue l'associazione - Per questo abbiamo lanciato un’Iniziativa dei Cittadini Europei per chiedere una legge europea che vieti le pubblicità e le sponsorizzazioni dell’industria dei combustibili fossili. Se l’iniziativa raggiungerà il traguardo di un milione di firme raccolte, la Commissione Europea sarà obbligata a discutere la proposta di legge».

 

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