I medici di Ampas: «Coronavirus, contagi e diritti: la misura è colma»

Toni duri e diretti quelli con cui gli oltre novecento medici e psicologici aderenti ad Ampas, l'Associazione Medicina di Segnale, hanno redatto la presa di posizione diffusa dall'associazione stessa: «Coronavirus, ennesimo tentativo di prolungare artificiosamente lo stato di allarme verso un’epidemia che ormai sta provocando un numero di decessi risibile e che da mesi in Italia lascia vuote le terapie intensive».

I medici di Ampas: «Coronavirus, contagi e diritti: la misura è colma»

«“Contagi” e diritti: la misura è colma. Come medici (935) e come psicologi aderenti ad AMPAS sentiamo il bisogno con urgenza di esprimere la nostra opinione e di risvegliare le coscienze a una maggiore consapevolezza sui rischi a cui stiamo esponendo le nostre vite. Siamo di fronte all’ennesimo tentativo dei governi (in Italia come nel resto del mondo) di prolungare artificiosamente lo stato di allarme verso un’epidemia che ormai sta provocando un numero di decessi risibile e che da mesi in Italia lascia vuote le terapie intensive». È questo l'esordio duro e critico con cui l'associazione Medicina di Segnale prende posizione su quanto sta accadendo in merito all'allarme legato al coronavirus.
«È estremamente fuorviante confondere le persone sane asintomatiche, positive al tampone, con i “contagiati” (che per definizione devono essere malati) - scrive l'associazione - Se l’asintomatico viene considerato fonte di contagio, questo significa che scuole, aziende e altri centri di aggregazione verranno tutti chiusi e messi in quarantena, poiché i tamponi a tappeto effettuati sulle persone sane danno spesso falsi positivi, fornendo una falsa immagine di diffusione della patologia, quando invece l’unica cosa che si sta diffondendo è la resistenza anticorpale alla malattia stessa. È di grande importanza sovvertire subito questa menzogna, che rischia di portarci a nuovi lockdown (magari inizialmente parziali) per una patologia di cui ora si conosce meglio un approccio terapeutico efficace, i cui decessi quotidiani sono da 100 a 500 volte inferiori rispetto a quelli dovuti a problemi cardiovascolari (circa 600 decessi/giorno) e a quelli dovuti a tumori (circa 500 decessi/giorno). Patologie cardiovascolari e tumorali che potrebbero essere facilmente prevenute con interventi sistematici sullo stile di vita (movimento fisico, eliminazione zuccheri, controllo del peso, cibi senza pesticidi, riduzione inquinamento, stop al fumo)».
«Chi vuole imporre ulteriori lockdown (magari a macchia di leopardo) senza motivo genererà il fallimento di tutte le imprese sopravvissute con difficoltà al primo, già durissimo, che in Italia abbiamo dovuto sopportare - prosegue Ampas nella sua nota - Sappia chi accetterà di farsi tracciare, identificare, testare che potrà succedere anche a lui. La domanda da porsi è: perché? Quali motivazioni spingono qualcuno a mandare il Paese in rovina senza alcun plausibile motivo? Speriamo che politici, giornalisti e medici che appoggiano le scellerate scelte governative siano in grado di darci una spiegazione. Noi, con questa lettera, vogliamo solo che ci sia restituita la verità dei fatti: che gli asintomatici non vengano assoggettati a inutili tamponi e che i diritti costituzionali da noi duramente conquistati (diritto al lavoro, all’istruzione, alla libera circolazione, alla libera scelta di cura, alla privacy) non ci siano più sottratti, ora e per sempre».
«Se non difenderemo attivamente i nostri diritti, con la scusa dei falsi “focolai di contagiati”, al primo colpo di tosse o alle prime linee di febbre scuole, aziende, comunità verrano chiuse, e la nostra vita non potrà mai più tornare come prima - è ancora la nota, che non mancherà di sollevare reazioni  - Alleghiamo documenti e relazioni che chiariscono in modo inequivocabile la nostra posizione:
 
1. TAMPONI SOLO AI SINTOMATICI: Che al tampone debbano essere sottoposti solo i malati sintomatici pare chiaro da queste dichiarazioni del Centro Europeo per il Controllo delle Malattie, ripreso dal Consiglio Superiore di Sanità:
Criteri per sottoporre soggetti asintomatici a tampone (documento del CSS) 26 febbraio 2020
“……in data 25 Febbraio 2020, il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie ha modificato la definizione di caso ai fini della sorveglianza in tutti i Paesi Europei, identificando come segue i criteri per l’effettuazione di test diagnostici.
Caso sospetto che richiede test diagnostici:
Pazienti con infezione respiratoria acuta (insorgenza improvvisa di almeno uno dei seguenti: tosse, febbre, dispnea) che richieda il ricovero o meno, e che nei 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi hanno almeno uno dei seguenti criteri epidemiologici:
Stretto contatto con un caso confermato o probabile di infezione Covid-19;
Aver soggiornato in aree con presunta trasmissione comunitaria.
Il gruppo di lavoro ritiene che trasferire un numero elevato di campioni che risulteranno poi essere, nella larghissima maggioranza dei casi, negativi a laboratori di virologia non sia scientificamente giustificabile.
Il gruppo di lavoro ritiene appropriate e condivisibili le indicazioni emanate dal Ministero della Salute e ribadite nella circolare, raccomandando che l’esecuzione dei tamponi sia riservata ai soli casi sintomatici. In assenza di sintomi, pertanto, il test non appare al momento sostenuto da un razionale scientifico, in quanto non fornisce un’informazione indicativa ai fini clinici e potrebbe essere addirittura fuorviante”.

2. L’ASINTOMATICO NON CONTAGIA: Che l’asintomatico non rappresenti un problema per nessuno pare altrettanto chiaro:
Il seguente documento afferma che “prendendo come modello l’infezione da SARS e MERS-Cov il rischio di trasmissione in fase asintomatica-prodromica sembra essere basso o molto basso.
Anche in altri comuni modelli di infezione virale respiratoria, quali quelli dell’influenza e del virus respiratorio sinciziale, l’agente infettivo si trasmette in maniera significativa solamente durante la fase sintomatica. È comunque ragionevole ritenere che la carica virale presente nei soggetti asintomatici sia marcatamente inferiore rispetto a quella presente nei secreti dei soggetti con sintomatologia pienamente espressa. Il contributo apportato da potenziali casi asintomatici nella diffusione epidemica appare limitato”.

3. ILLEGITTIMITÀ DEGLI OBBLIGHI: Qualunque ordinanza, circolare, norma di carattere amministrativo o decreto ministeriale che violi una legge di livello superiore è per definizione illegittima, come ben riportato da questo parere dell’avv. Luzi e da quest’altro dell’avv. Nadia Martini.
Dice Luzi: “Il tampone non è un vero e proprio strumento diagnostico, la presenza di un virus attivo e infettante andrebbe ricercata tramite coltura. L’obbligo è illegittimo perché le norme di carattere amministrativo non possono derogare norme di rango superiore (leggi), e in particolare l’art. 32 della Costituzione (“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”). L’obbligo è illegale perché si tratta di una coercizione che non spetta perché il soggetto non sta facendo nulla di illegale che giustifichi un trattamento sanitario obbligatorio.”
Il pubblico ufficiale che obblighi un cittadino a misure non previste dalle leggi sta agendo “in forza di autorità” e non più in forza di legge. Per questo motivo non solo il tentativo di coercizione è illegittimo, ma il cittadino ha diritto di identificare con nome e cognome il pubblico ufficiale (agente di polizia, personale sanitario, responsabile di un esercizio commerciale) segnalandogli che lo riterrà responsabile personalmente di qualunque danno dovesse derivare dalla sua illegittima condotta. Ciò vale sia per la richiesta di test o di tamponi, che per l’obbligo di indossare mascherine, visiere o altri dispositivi.
 
4. INAFFIDABILITÀ DEI TAMPONI: Qui di seguito alcune considerazioni del medico Antonio Laudani e della dr.ssa Marianna Storto sulla non affidabilità dei tamponi nel definire la presenza del virus e la sua pericolosità, sulla base degli studi scientifici ad oggi disponibili:
Quasi tutti gli studi si concentrano sui falsi negativi su pazienti sintomatici. In questo caso il punto di vista è di chi vuole essere sicuro di non fare una diagnosi corretta su un paziente SINTOMATICO.
I risultati sono radicalmente diversi se il tampone è fatto ad un giorno o al quinto giorno dall’esordio dei sintomi.
Il test è un test QUALITATIVO e non QUANTITATIVO. Quindi non c’è correlazione tra positività e infettività che è correlata con il numero di virioni infettanti.
Lo stesso tampone (swab) non sappiamo se è sempre un tampone approvato per l’uso. Deve avere un marchio CE ed essere usato da personale qualificato ad eseguire una operazione invasiva. Spesso si usano tamponi studiati per lo streptococco.
I risultati cambiano radicalmente se il tampone è preso sullo sputo o sulla faringe
Esiste un rischio di fare danni durante il tampone faringeo visto che ormai si fanno tamponi dovunque e con personale non sempre qualificato e istruito.
L‘amplificazione del materiale genetico può portare a errori “tecnici
È evidente a tutti che aumentando a piacere il numero dei tamponi effettuati in un giorno, il numero dei positivi aumenti in proporzione. Perché dunque esporre il numero assoluto dei positivi invece che la percentuale sui tamponi effettuati, che è del tutto stabile?
I tamponi possono inoltre dare luogo a numerosi falsi positivi. Il come lo chiarisce la Dott.ssa Marianna Storto, Direttore Laboratorio Analisi e Attività di ricerca dell’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed (INM) (IRCCS). In sintesi, chi risulta positivo al test potrebbe avere uno qualsiasi dei virus che appartengono alla famiglia degli “orthornavirae”; quindi non solo il Sars-cov-2, ma anche il virus del raffreddore, della gastrite, ecc. In pratica, essere positivi al tampone indica solo una reattività generica ai virus di tipo influenzale. Questo per il fatto che numerosi kit sul mercato presentano come antigene bersaglio il dominio N, cioè la regione del nucleocapside [l’insieme di capside e acido nucleico, i costituenti fondamentali della struttura dei virus, n.d.r.] che presenta omologie con nucleocapsidi di altri coronavirus e quindi può dare risultati aspecifici per gli studi epidemiologici.
 
5. DANNI PSICOLOGICI: Un ormai noto documento ha messo in guardia, già a partire da Aprile, sui danni psicologici derivanti ai bambini, agli adulti, alle categorie a rischio derivanti da questa situazione di panico e coercizione sia scolastica che lavorativa. Si tratta del “Comunicato – L’allarme di Psicologi e Psichiatri” firmato da oltre 700 professionisti italiani. Tale allarme, è stato ormai validato nelle sue premesse e previsioni da centinaia di studi scientifici nazionali e internazionali.
Nella storia è la prima volta che intere nazioni confinano in casa sia cittadini malati che milioni di persone perfettamente sane, pertanto in occasione di scelte così draconiane ancora mancava una letteratura scientifica sulle conseguenze psicologiche. Sebbene già nel mese di febbraio suscitasse preoccupazione una revisione sistematica degli studi effettuati su soggetti sottoposti a quarantena in occasione di focolai di SARS, Ebola, H1N1 e MERS, pubblicata su The Lancet, che concludeva: “l’impatto psicologico della quarantena è ampio, sostanziale e può essere di lunga durata. […] privare le persone della loro libertà per il bene pubblico è controverso e necessita di essere gestito con attenzione” (p. 919)*. A partire dal mese di aprile il “Comunicato – L’allarme di Psicologi e Psichiatri”, firmato da oltre 700 professionisti italiani, ha messo in guardia sui danni psicologici provocati ai bambini, agli adulti e alle categorie a rischio da questa situazione di panico e coercizione, scolastica, lavorativa e della quotidianità. Nei mesi successivi tale allarme è stato validato nelle sue premesse e previsioni da centinaia di studi scientifici nazionali e internazionali. In un’intervista del mese di agosto, Gabriele Sani del Policlinico Gemelli ci informa che dagli studi in corso risulta che l’80 percento della popolazione ha sviluppato sintomi ansiosi e depressivi, anche gravi.
Al fine di analizzare la situazione e proporre interventi volti a restituire serenità e fiducia alla popolazione, un gruppo di professionisti della salute mentale si è unito sotto il nome di Sinergetica, Movimento di Libera Psicologia (sinergetica.psi@gmail.com). Riteniamo che da una prospettiva di salute mentale stiamo certamente fronteggiando una reale emergenza, aggravata dal prolungarsi delle misure adottate. “Azioni un tempo quotidiane, come sorridere a viso scoperto, stringersi la mano, abbracciarsi o accogliere l’altro a una distanza di prossimità, sono socialmente, evolutivamente e psichicamente così importanti” (p. 8) che deprivarne una popolazione già allarmata e spaventata suscita forti preoccupazioni sugli esiti a medio e lungo termine. Conseguenze che presumibilmente non saranno circoscritte alla salute mentale, poiché da tempo la PNEI (psiconeuroendocrinologia) ha dimostrato che un vissuto emotivamente stressante stimola la produzione di cortisolo (tramite l’asse HPA– hypothalamic pituitary adrenal) e la produzione di catecolamine (tramite il percorso SAM – sympathetic adrenal medullary), la cui prolungata iperattivazione contribuisce all’insorgere di patologie somatiche.
Sottolineiamo inoltre che, a seguito delle misure restrittive adottate, si sono e si stanno amplificando problematiche già da prima preoccupanti, tra le quali:
• Sostanziale aumento delle violenze domestiche durante il lockdown e nel periodo successivo, sia nei paesi latini che anglosassoni; (Link 1, 2, 3).
• Aumento delle nuove dipendenze e dell’uso di sostanze, con conseguente crescita della criminalità connessa, e maggiore vulnerabilità dei soggetti coinvolti nei confronti di ogni tipo di infezione; (Link 1, 2, 3).
• Visibile fallimento nella capacità di regolazione dell’ansia in bambini e adolescenti, obbligati a modalità di didattica a distanza e così privati del contatto con amici e docenti, che sappiamo essere fondamentale. Disagio che si rivela particolarmente grave nei minori con problematiche mentali, nei figli di immigrati o in bambini con bisogni educativi speciali; (Link 1).
• Aumento nella popolazione generale di stati affettivi negativi, ansia generalizzata, incertezza per il futuro, perdita della stabilità progettuale e di opportunità lavorative, a fronte di interventi pubblici di sostegno psicosociale spesso poco efficaci, nonché difficilmente accessibili. Fattori che contribuiscono ad un preoccupante aumento del rischio suicidario; (Link 1, 2).
Noi di Sinergetica, Movimento di Libera Psicologia (sinergetica.psi@gmail.com), invitiamo i colleghi italiani e internazionali ad unirsi in uno sforzo congiunto volto a limitare tali conseguenze, stimolare la resilienza della popolazione, riportare serenità e fiducia in se stessi e negli altri.
*“the psychological impact of quarantine is wide-ranging, substantial, and can be long-lasting. […] depriving people of their liberty for the wider public good is often contentious and needs to be handled carefully.”».
 
 
 
 

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