I medici "No Grazie": «Il patto per la scienza di Burioni? Supponenza»

Il gruppo di medici e operatori della salute "No Grazie Pago Io" torna sul "patto per la scienza" che Roberto Burioni ha pubblicizzato sui media mainstream e di cui si è molto parlato dopo l'adesione di Matteo Renzi e Beppe Grillo. E il giudizio non è positivo...

I medici

Il gruppo di medici e operatori della salute "No Grazie Pago Io" opera da alcuni anni e fin dall'inizio si è dato un manifesto che impegna tutti i membri a rifiutare qualsiasi finanziamento o "regalo" da parte di Big Pharma.

I "No Grazie" non hanno parole morbide per il cosiddetto "patto per la scienza" ideato da Roberto Burioni, sempre più personaggio mediatico.

«Data l’eco che ha avuto sui media, molti avranno già letto qualcosa su questo argomento - scrivono i No Grazie - Per chi non l’avesse letto, il testo del patto si trova sul sito di Roberto Burioni che si intitola, con non poca supponenza, MEDICAL FACTS (goo.gl/f2hGok). Nel suo appello, Burioni scrive che “tutte le forze politiche italiane s’impegnano a sostenere la Scienza (con la S maiuscola; ndr) come valore universale di progresso dell’umanità”. Peccato che il patto non si occupi di Scienza, ma solo di medicina, che più che una scienza è una pratica, a volte, ma non sempre, basata su evidenze scientifiche. Prosegue poi affermando che la Scienza “non ha colore politico”, è cioè neutrale. Chiunque si diletti di storia (e senza scomodare il libro di Marcello Cini del 1976, “L’ape e l’architetto”) sa che la scienza non è mai stata neutrale, meno che mai la medicina. C’è poi la condanna della pseudoscienza e della pseudomedicina; ma come si definiscono i limiti tra queste e la vera scienza e medicina? E, soprattutto, chi definisce e applica questi limiti? È sufficiente il richiamo all’evidenza scientifica e medica, evidenza che per definizione è in continuo aggiornamento? Basta leggere a caso una manciata di revisioni Cochrane (tra l’altro a rischio di aver smarrito la strada, come spiega il primo pezzo di questa Lettera) per rendersi conto che la ricerca delle evidenze mediche tende a fornire più domande che risposte. Ma anche ammesso che l’evidenza scientifica e medica fornisca in continuazione una verità inappellabile e immediatamente applicabile, si può assegnare o lasciare alla politica il compito di opporsi a una medicina non basata su prove di efficacia? Burioni sembra non porsi queste e altre domande; per lui la medicina è fatta di fatti, per noi anche di dubbi. L’unico punto sul quale siamo d’accordo con lui è la necessità di adeguati finanziamenti pubblici. Lasciare la ricerca su salute e sanità nelle mani del settore privato è il modo più sicuro per confondere i limiti tra medicina e pseudomedicina».

 

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