I piromani tengono sotto scacco due Regioni. L'appello: «Pene esemplari per i responsabili»

In Piemonte oltre trecento incendi in venti giorni e la Lombardia, anch'essa devastate dalle fiamme, fa scattare la richiesta di stato d'emergenza nazionale. Sotto scacco due Regioni, di fronte all'incapacità generale di trovare una soluzione per uscire da questa situazione assurda e gravissima.

I piromani tengono sotto scacco due Regioni. L'appello: «Pene esemplari per i responsabili»

Le fiamme stanno divorando il Piemonte e la Lombardia, ettaro dopo ettaro. Da venti giorni l'emergenza è incessante e la situazione si è anche aggravata in questi ultimi giorni a causa del forte vento caldo e secco sceso dalla catena alpina. In Piemonte dal 10 ottobre le squadre antincendio regionali e dei vigili del fuoco hanno dovuto affrontare più di 300 incendi.

Il ministro degli Interni, Marco Minniti, ha fatto sapere che sono stati trovati «dispositivi pronti ad agire» e che questo fa pensare al dolo. Magari non si tratta solo di incendi dolosi, ma è convinzione di tutti che siano la maggior parte. Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, si sdegna di fronte alle critiche e dice di non meritarle perché, spiega, «non c'è stato un danno alle persone, sono stati marginali i danni alle cose o alle infrastrutture».

I roghi si sono pericolosamente avvicinati all'area protetta del Parco nazionale del Gran Paradiso. A Sparone le scuole sono rimaste chiuse. Il sindaco di Locana ha firmato un'ordinanza che vieta, sul territorio comunale, la caccia, la raccolta funghi e le escursioni turistiche. Due frazioni, Gascheria e Boschietto sono rimaste senza acqua: l'incendio, infatti, ha danneggiato la condotta idrica.

Devastazione anche in Valle di Susa. Gli evacuati, alcune centinaia, hanno trascorso la notte nelle strutture messe a disposizione dal Comune. Continua a bruciare il Pinerolese. In val Chisone le fiamme divampano nel territorio di Roure, nel vallone di Bourcet e tra i boschi sopra Tavernette nel comune di Cumiana.

Intanto la Lombardia ha annunciato che chiederà lo stato di emergenza nazionale. Lo ha detto l'assessore alla Protezione Civile della Lombardia, Simona Bordonali, dopo la riunione di Giunta col presidente Roberto Maroni.

Incendi attivi ancora nei Comuni di Varese, Tavernerio (Como), Tremosine (Brescia) e Veleso (Como) e Romagnese (Pavia), mentre l'incendio di Forcola (Sondrio) è in bonifica e quello di Novate Mezzola (Sondrio) è spento.

Scuole chiuse in via precauzionale a Luvinate, uno dei paesi del Varesotto a ridosso del Parco regionale Campo dei Fiori, dove proseguono gli interventi per spegnere l'incendio che sta devastando l'area verde.

«Le parole del ministro dell’Interno Marco Minniti sulle “presumibili attività di carattere doloso” rispetto agli incendi che stanno devastando il Piemonte dimostrano che quella degli incendi è un’emergenza nazionale che va ben oltre il periodo estivo e che è fortemente collegata a comportamenti criminali: un’emergenza che va combattuta con forza utilizzando tutte le risorse a disposizione, compresa l’attività d’intelligence» dicono dall'associazione ambientalista Wwf.
«Riteniamo necessario un intervento deciso e rapido della magistratura affinché ci siano pene esemplari per i criminali che hanno appiccato il fuoco mandando in cenere un bene che appartiene a tutti i cittadini; chiede che ci sia l’intervento delle Prefetture quando i comuni non sono in grado di fare il catasto delle zone attraversate dal fuoco per fare in modo, come prevede la legge quadro sugli incendi, che si impediscano per 10 anni le nuove edificazioni, la caccia e il pascolo».
«L’attività criminale degli incendiari ha trovato un terreno fertile grazie alla fortissima siccità che stringe in una morsa insieme ad altre zone d’Italia anche il Piemonte - prosegue il Wwf - Gli scenari degli impatti del cambiamento climatico nel Mediterraneo avevano previsto i lunghi periodi di siccità ma il cambiamento climatico contribuisce a dilatare nel tempo il fenomeno e renderlo più intenso. Occorre, quindi, assumere provvedimenti strutturali preventivi per affrontare il rischio non in modo emergenziale, ma sistemico: intervenire quindi per gestire in modo efficiente l’acqua, a cominciare dall’equilibrio degli ecosistemi fluviali e la difesa delle falde, per finire al risparmio e all’uso efficiente della risorsa, la riparazione delle perdite nelle condotte, la raccolta delle acque piovane. Come già visto a settembre, gli incendi aumentano anche i rischi legati alle alluvioni: la minore copertura forestale, infatti, abbrevia il tempo che la pioggia impiega a giungere ai fiumi; questo, sommato all’aridità, alla conseguente impermeabilizzazione dei terreni e alle forti precipitazioni concentrate (flash floods) connesse anch’esse al cambiamento climatico, aumenta i rischi di alluvioni. Tra la valle dell’Orco e la Valchiusella, a ridosso del Parco Nazionale del Gran Paradiso, sta bruciando un’importantissima area boschiva, un corridoio ecologico per molte specie animali come gli ungulati che stanno fuggendo dalle aree in fiamme. Il WWF nel 2006 ha individuato 24 aree Prioritarie per la Biodiversità delle Alpi, e tra queste l’area “Alpi Cozie-Gran Paradiso-Queyras-Massif de Pelvoux- Massif de la Vanoise”, a cavallo tra Italia e Francia nella quale rientra la zona che sta andando a fuoco. L’importanza dell’ampia Area Prioritaria per la biodiversità alpina è data, oltre che dalla presenza del Parco Nazionale del Gran Paradiso, anche dal “Parc national des Ecrins” e dal Parc national de la Vanoise” e la Valle dell’Orco e la Valchiusella costituiscono importanti trait d’union tra la montagna e la pianura, ma anche una vitale fascia di cuscinetto con la più antropizzata pianura piemontese. Un incendio di vaste proporzioni che si ripete spesso nel tempo è uno degli eventi più devastanti per la biodiversità e agisce come fattore determinante sugli ecosistemi già sottoposti a forti stress ambientali come la siccità, l’urbanizzazione, l’erosione del suolo».
«L’estate degli incendi insieme a questo autunno di fuoco dimostrano che è sempre più urgente un controllo capillare del territorio con l’aggiornamento immediato del catasto degli incendi - conclude il Wwf - previsto dalla legge quadro in materia di prevenzione e lotta agli incendi boschivi numero 353/2000. È ovvio che la priorità deve essere quella di mettere al sicuro i centri abitati e di salvare le vita di chi è in pericolo ma non possiamo non pensare alla strage di animali che si sta compiendo in queste ore. È stato calcolato che un incendio distruttivo in un ettaro può causare la morte di 300 uccelli, 400 piccoli mammiferi e 5 milioni di insetti. Ed effetti indiretti, anch’essi causa di aumento della mortalità, come gli spostamenti della fauna superstite verso altre aree, con conseguenti fenomeni di sovraffollamento, di sfruttamento intensivo delle risorse e di una accentuazione della competizione alimentare e per gli spazi. Per questa ragione è necessario che si proceda con la sospensione della caccia quale misura indispensabile - come certificato dagli studi dell’ISPRA - per dar modo alla fauna selvatica già sottoposta allo stress del caldo e della siccità estiva prima e degli incendi poi di non dover fare i conti anche con le doppiette».

 

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