Il green pass obbligatorio inebria il governo. Ma annunciati ricorsi, partite raccolte firme e in migliaia pronti alla protesta

Il Codacons ha dichiarato che impugnerà un eventuale misura per il green pass obbligatorio esteso, Generazioni Future ha lanciato una raccolta di firme per evidenziare la contrarietà dei cittadini nei confronti della misura che il governo ha annunciato e il giurista Francesco Carraro parla di «corto circuito logico, giuridico, filosofico e morale». Intanto iniziano le prime manifestazioni di protesta.

Il green pass obbligatorio inebria il governo. Ma annunciati ricorsi, partite raccolte firme e in migliaia pronti alla protesta

Il Codacons ha dichiarato che impugnerà un eventuale misura per il green pass obbligatorio esteso, Generazioni Future ha lanciato una raccolta di firme per evidenziare la contrarietà dei cittadini nei confronti della misura che il governo ha annunciato e il giurista Francesco Carraro parla di «corto circuito logico, giuridico, filosofico e morale». Intanto iniziano le prime manifestazioni di protesta.

«In nessun caso la presenza del Green pass può diventare indispensabile per legge per svolgere normali attività come muoversi su mezzi pubblici, cenare al ristorante, andare al cinema, prendere un caffè al bar, perché di fatto il certificato si trasformerebbe in un obbligo vaccinale già bocciato dal Tar, e introdurrebbe una intollerabile limitazione ai diritti fondamentali dei cittadini tutelati dalla Costituzione»: a dirlo è il Codacons che annuncia contromisure. E aggiunge: «Qualsiasi Green pass sul modello francese che dovesse essere adottato in Italia finirebbe impugnato dall’associazione al Tar, ed è destinato ad essere annullato dinanzi la giustizia amministrativa, sula scorta di numerose sentenze dei tribunali che hanno già bocciato misure che introducevano di fatto un obbligo vaccinale indiscriminato».

«Il governo non ha ancora il coraggio di imporre l’obbligo vaccinale a tutti in maniera diretta. Se è così convinto della bontà di quello che a tutti gli effetti resta un farmaco in fase sperimentale, lo dica chiaramente e la smetta con le campagne mediatiche di demonizzazione di chi sceglie di non vaccinarsi e di esaltazione di chi si vaccina. Tanto, si è visto cosa ha fatto con le terapie non vaccinali: le ha censurate, bypassate, sacrificate, cancellate, occultate, ma se si fosse fatto il lavoro che un’amministrazione sanitaria pubblica dovrebbe fare, cioè implementare e non negare le terapie, il vaccino non sarebbe mai rimasto l’unico strumento da imporre»: lo afferma Francesco Carraro, avvocato, giurista e giornalista, autore, tra l’altro, del libro "Salute S.p.A. Gli affari dei nuovi mercanti sulla pelle dei cittadini", scritto insieme a Massimo Quezel.

«L’ultima moda adesso è quella ‘francese’, cioè la linea macroniana di discriminare i non vaccinati. Un corto circuito logico, giuridico, filosofico e morale pazzesco, in un mondo che si picca di essere ostile a ogni forma di discriminazione. Questi scappati di casa vorrebbero una società fatta di cittadini di serie A e di serie B come neanche nel Sudafrica dell’apartheid. Sono degli analfabeti non funzionali, ma costituzionali. E il problema più grave è che la loro mamma e sempre incinta, come si diceva un tempo dei cretini», dice Carraro.

«Siamo nel delirio più totale – aggiunge l’esperto – E il circo mediatico mainstream la pianti di fare quella che secondo me è a tutti gli effetti una propaganda in puro stile Goebbels, con tecniche come l’orchestrazione e l’infodemia, ossia l’overdose di informazioni, siano esse buone o cattive, vere o false, che generano uno stato di spaesamento e di disorientamento interiore per cui le persone hanno il bisogno quasi fisico più che psicologico di aggrapparsi a una qualsivoglia verità, o a un qualsivoglia consiglio, che poi alla fine è quello che appare più ‘rispettabile’ in base al principio di autorità».

Intanto il giurista Ugo Mattei, presidente di Generazioni Future e alla guida dell'Osservatorio per la Legalità Costituzionale del Comitato Rodotà, ha lanciato in rappresentanza di GF una raccolta di firme per evidenziare al governo la contrarietà dei cittadini nei confronti dell'introduzione delle imposizioni per il Green pass che il governo sta studiando, non senza avere lasciato trapelare indiscrezioni che hanno gettato nella confusione il paese.

«Tale operazione di schedatura sanitaria di massa rende obbligatoria, nella sostanza se non nella forma, la pratica vaccinale anticovid che è ad oggi sperimentale ed i cui benefici verso terzi restano del tutto ipotetici - spiega Mattei - non potendosi perciò invocare la copertura dell’art 32 della Costituzione il quale ammette l’imposizione di un sacrificio al singolo ma solo a fronte di un beneficio collettivo certo ed anche a condizione che il sacrificio sia certamente vantaggioso, in termini di salute, anche per il singolo stesso, requisito che non può dirsi soddisfatto laddove il farmaco sia ancora in fase sperimentale (così la sentenza storica della Corte Cost. 307/90, richiamata anche dalla recente sentenza Corte Cost. 5/2018 che i tre ex giudici costituzionali dimostrano, evidentemente, di non conoscere)».

QUI per firmare

Intanto partono le manifestazioni di protesta. Una si è tenuta lunedì 19 luglio a Genova organizzata da Italexit; mercoledì 21 luglio Mille Avvocati per la Costituzione si ritrovano a Roma per un sit in (per dire no alla prooroga dello stato di emergenza); venerdì 23 luglio l'associazione Alister organizza una manifestazione di protesta a Trieste, in piazza della Borsa, alle 18.30; martedì 27 luglio a Roma alle 15 manifestazione di protesta organizzata dal movimento #IoApro (QUI le informazioni) e poco prima, alle 12.30, in Lungotevere Ripa, davanti al Ministero della Salute, per la consegna delle firme raccolte per il riconoscimento delle terapie domiciliari per il Covid (QUI le informazioni); mercoledì 28 luglio a Roma, in piazza del Popolo, il Comitato Libera Scelta alle ore 20 organizza un sit-in con fiaccolata (QUI le informazioni);  sono in via di organizzazione altre manifestazioni anche in vista di quanto verrà deciso nel corso di questa settimana. Per il 4 settembre a Roma è stata annunciata una manifestazione organizzata da parte da Gruppi Uniti.

Sta poi diffondendosi e prendendo piede la protesta degli esercenti che, da un'idea partita dalla Sardegna, stanno esponendo il cartello sulle loro attività con scritto "Qui non chiediamo il Green Pass per entrare".

In Francia, dove Macron ha annunciato nei giorni scorsi l'imposizione generalizzata del green pass per luoghi, strutture, servizi eccetera, sono state centinaia di migliaia le persone scese nelle piazze e nelle strade a protestare in decine di città. E pare che Macron stia già valutando di fare una parziale marcia indietro; vedremo nei prossimi giorni di quale portata.

In Grecia migliaia di manifestanti hanno protestato nei giorni scorsi contro le nuove misure anti covid annunciate negli scorsi giorni dal Primo ministro Kyriakos Mitsotakis, che si è riferito all’obbligo di sottoporsi alla vaccinazione per determinate categorie e di usufruire del pass sanitario per accedere ai luoghi chiusi.

Intanto, come riportato da Le Parisien, a Bordeaux è stato identificato un cluster di positivi al Covid in un discoteca che aveva fatto entrare tutti solo con green pass. Ed Europa Today titolava il 15 luglio: "Il green pass per i grandi eventi ha fallito"; nell'articolo si legge che «la grande sperimentazione del green pass per i grandi eventi all'aperto non sembra avere funzionato in Olanda: oltre 1.600 partecipanti a 7 eventi, tra cui festival musicali e rappresentazioni teatrali, sono risultati positivi al Covid».

 

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