Il numero uno di Pfizer non si presenterà all'audizione all'Europarlamento

Il numero uno di Pfizer, Albert Bourla, ha fatto sapere che non si presenterà all'audizione del 10 ottobre al Parlamento Europeo. La seduta è stata indetta per fare luce sulle procedure contrattuali inerenti ai vaccini covid.

Il numero uno di Pfizer non si presenterà all'audizione all'Europarlamento

"L'assenza di Bourla all'audizione è un vero e proprio schiaffo al Parlamento Europeo che non può passare sotto silenzio". Così l'europarlamentare indipendente Francesca Donato commentando il rifiuto del presidente di Pfizer, Albert Bourla, di accogliere l'invito per un'audizione al Parlamento Europeo il prossimo 10 ottobre in una seduta indetta dalla Commissione speciale europea che sta indagando sulla trasparenza delle procedure contrattuali inerenti ai vaccini anti-Covid 19. Lo si legge sull'agenzia di stampa Ansa.

«L'azienda sarà infatti rappresentata da Janine Small, capo dell'International Developed Markets di Pfizer. "Il rifiuto del Ceo di Pfizer di presentarsi al nostro comitato e rispondere direttamente alle nostre domande, così come la sua dichiarata intenzione di inviare un suo subordinato in sostituzione, sono francamente irrispettosi nei suoi confronti e nei confronti dell'organo eletto che rappresenta centinaia di milioni di cittadini europei", aggiunge Donato in una lettera recapitata alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola»: così scrive ancora l'Ansa
 
Italia Oggi, in merito ai contratti, scrive di «acquisti coperti, all'inizio, da grandi elogi per il ruolo solidale svolto dall'Ue, ma finiti poi nel mirino di due organi di vigilanza: prima dell'Ombudsman europeo, guidato da Emily O'Reilly, poi della Corte dei conti Ue. A suscitare l'attenzione dei due enti sono state le procedure inconsuete adottate da Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Ue».
 
L’Indipendente online scrive che: «Il rapporto della Corte dei conti europea ha rilevato, infatti, che la von der Leyen sarebbe stata coinvolta direttamente nei negoziati preliminari per il più grande contratto europeo sui vaccini anti-Covid 19, il quale prevedeva la fornitura di 1,8 miliardi di dosi, mentre la procedura negoziale generalmente seguita prevede colloqui esplorativi condotti da una squadra negoziale congiunta composta da funzionari della Commissione e dei Paesi membri. Oltre a ciò, la Commissione ha rifiutato di fornire le prove delle trattative con Pfizer, tra cui i verbali e, soprattutto, i messaggi di testo scambiati tra la von der Leyen e Bourla in vista del terzo contratto da 1,8 miliardi di dosi. La Commissione ha detto di non poterli consegnare al comitato d’inchiesta, in quanto sarebbero stati cancellati».
«La questione degli sms era stata sollevata nell’aprile del 2021, quando il New York Times aveva riferito lo scambio di messaggi tra la von der Leyen e Bourla e la relativa richiesta di renderli pubblici. Quando Bruxelles ha fatto sapere di non poterli rendere accessibili poiché non erano stati conservati, è stata effettuata una denuncia presso il mediatore europeo, giustificata dal fatto che gli sms rientrano nel concetto di “documento”, previsto dal regolamento 104/2001. Nell’audizione prevista il prossimo 10 ottobre, dunque, il presidente di Pfizer avrebbe dovuto chiarire questo e altri aspetti»: si legge ancora sull'Indipendente.

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