In Italia un milione e mezzo di uccelli acquatici: gli habitat vanno preservati

In Italia abbiamo un patrimonio di piccole e grandi aree umide che ospitano una moltitudine di specie diverse e sono luoghi importanti per gli uccelli acquatici che, stando ai dati ISPRA, in Italia sono circa un milione e mezzo. Impariamo a riconoscerli e a preservare i loro habitat.

In Italia un milione e mezzo di uccelli acquatici: gli habitat vanno preservati

In Italia abbiamo un patrimonio di piccole e grandi aree umide che ospitano una moltitudine di specie diverse e sono luoghi particolarmente importanti per gli uccelli acquatici. Purtroppo nel corso dei secoli molte bonifiche hanno ridotto la superficie complessiva di paludi, stagni, marcite. Anche i fiumi hanno perso la loro naturalità, venendo cementificati, dragati, rettificati. Tuttavia, rimangono molti luoghi ancora intatti e meritevolmente conservati. Si tratta di foci fluviali come quelle del Po o dell’Ombrone, di lagune come quella di Orbetello o di Molentargius, di laghi come quello di Penna o di Alviano.
Tutti questi luoghi rivestono grande importanza per l’avifauna, ed in particolare per quella migratrice. L’Italia risulta infatti un perfetto ponte naturale per centinaia di migliaia di uccelli, che dalle fredde acque del centro e nord Europa devono spostarsi ogni autunno verso l’Africa ed il sud del Mediterraneo, ed ogni primavera devono percorrere il tragitto inverso per tornare a nidificare nelle lagune del nord ricche di cibo.
I dati ISPRA ci parlano di approssimativamente 1,5 milioni di uccelli acquatici censiti nel territorio italiano, in molti casi concentrati in aree di particolare rilevanza, come i siti Ramsar, ovvero i luoghi umidi che ospitano più di 20.000 uccelli acquatici ogni anno.
Queste aree vennero istituite dopo il Febbraio del 1971, a seguito di una convenzione internazionale stipulata a Ramsar, in Iran. Questa convenzione individua dei luoghi particolarmente importanti per gli uccelli acquatici e le loro migrazioni. A seguito infatti dell’industrializzazione e dell’aumento demografico si è avuta una perdita notevole di paludi e zone umide in generale. Si calcola che nel nostro paese la superficie di queste aree sia diminuita considerevolmente negli ultimi 150 anni. Se nel 1865 paludi, laghi e stagni coprivano una superficie di circa 1,3 milioni di ettari, ad oggi si stimano intorno ai 200 mila ettari. Una vera e propria apocalisse ecologica. A questo dato vanno aggiunti ulteriori fattori di pericolo come l’inquinamento delle acque, dovuto a molteplici cause. Molto presente è infatti il piombo, conseguenza della caccia in questi ambienti. In Italia si sparano complessivamente 8000 tonnellate di pallini in prati, boschi, ma anche fiumi, laghi e canneti. In tutta Europa, l’attività venatoria nelle aree umide rilascia tra le 1400 e le 7800 tonnellate di piombo. Questo metallo produce gravi danni alle specie che vivono e si nutrono in paludi o laghi, dato che entra nella catena alimentare. Non mancano poi pesticidi, liquami industriali, tensioattivi, plastiche e altri metalli pesanti. Dunque, se da un lato la quantità di questi ambienti si riduce, dall’altro anche la qualità di molti di questi ecosistemi lascia a desiderare. In ultimo si aggiunge il dramma del cambiamento climatico, che porta alla distruzione totale di molti ambienti umidi a causa di siccità prolungate ed ondate di calore.
Tuttavia, tra tanti dati negativi, vi sono anche notizie positive. L’Italia vede un gran numero di specie vivere nelle e delle paludi. Sono tantissimi gli uccelli di ogni forma e dimensione che appassionati ed ornitologi possono osservare. Alcune di queste specie sono addirittura in incremento, come i marangoni minori e i cormorani, altre poi sono approdate in modo del tutto naturale in Italia e stanno lentamente colonizzando spazi e natura. Una specie maestosa e che non passa inosservata è l’airone bianco maggiore, un grande ed elegante trampoliere che ha iniziato a nidificare solo dal 1990 partendo dal delta del Po.
Vi sono poi uccelli straordinari e assai particolari, come il tarabuso, un grande airone molto difficile da avvistare, che si è adattato a vivere nel folto dei canneti assumendo una postura che lo fa sembrare una canna, e avendo una colorazione particolarmente mimetica. Solo il suo potente richiamo, che può essere udito fino a un chilometro di distanza, rivela la sua presenza. Ci sono poi le eleganti sterne, dalle ali affusolate e dalla testa nera, abili cacciatrici di pesce, che frequentano coste e lagune mischiandosi ai gruppi di gabbiani. Ci sono gli abili tuffatori che amano le acque profonde, come gli svassi, che possono spostarsi sott’acqua anche per decine di metri, inseguendo i banchi di pesci nei laghi. 
Alcune specie di uccelli acquatici sono stanziali, altre svernano da noi, altre ancora sono di passaggio e gli ambienti acquatici permettono loro di fare tappa, riposarsi e rifocillarsi. Impagabile è lo spettacolo che si gode in questi luoghi al tramonto, quando gli uccelli a migliaia rientrano nei siti dormitorio, luoghi che offrono rifugi sicuri dove passeranno la notte tutti insieme, in modo da difendersi dai predatori.
La grande diversità e moltitudine di specie rende spesso difficile il riconoscimento. Molte anatre, per esempio, hanno un colore del piumaggio differente tra maschio e femmina, altre specie cambiano aspetto tra l’inverno e la primavera.
Per permettere di prendere dimestichezza e approfondire la conoscenza di questa grande varietà di creature affascinanti, c’è la possibilità di approfittare di un corso di ornitologia teorico e uno pratico per imparare a riconoscere e ad osservare gli uccelli degli ambienti acquatici: fiumi, laghi, coste e lagune. Il corso teorico è organizzato con lezioni online, nelle quali verranno descritte le caratteristiche fisiche, ecologiche e biologiche delle varie specie.
Durante l’esperienza di campo, invece, si visiteranno degli ambienti acquatici e per tre giorni ci si immergerà nella natura meravigliosa dell’oasi WWF del lago di Alviano e delle vicine aree naturalistiche umide, che si trovano a cavallo tra l’Umbria e il Lazio.
I corsi sono tenuti da esperti e qualificati naturalisti ed ornitologi e consentiranno ad appassionati, curiosi, guide ambientali e studenti di scoprire le meraviglie dell’ornitologia degli ambienti acquatici.

Per le informazioni sui corsi potete consultare QUESTO LINK

 

Il Simbolismo degli UccelliVoto medio su 1 recensioni: Buono
La Vita Segreta degli Uccelli
Il Linguaggio degli UccelliVoto medio su 1 recensioni: Buono
Uccelli d' Europa

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.