Inceneritori: la propaganda e il vero diritto alla salute

C'è chi fa il tifo per gli inceneritori, affermando che sono innocui e che non provocano danni alla salute. Ma non si tratta dei soliti imprenditori che hanno interessi economici nel fare queste affermazioni. Si tratta di medici. E alcuni medici in particolare... Ecco cosa risponde loro l'oncologa Patrizia Gentilini.

Inceneritori: la propaganda e il vero diritto alla salute

L’antivigilia di ferragosto dall’agenzia adnkronos è stato diffuso un comunicato della SItI (Società Italiana Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica) con 7 “verità”  a supporto della presunta utilità e innocuità degli inceneritori di nuova generazione, posizione che sarebbe condivisa anche dall’Istituto Superiore di Sanità. Purtroppo sul  sito ufficiale della SItI non è reperibile il comunicato originale e quindi ci si deve limitare a quanto diffuso da adnkronos e ampiamente ripreso dai media. C’è da rimanere  profondamente sconcertati davanti alle “7 verità”  perché non solo nessuna di esse è scientificamente supportata, ma addirittura alcune affermazioni sono in netto contrasto con ciò che emerge dalla letteratura scientifica. Non sono mancate pronte repliche sia da parte dell’Isde (l’Associazione dei Medici per l’Ambiente) che di Medicina Democratica, ma alcune considerazioni della SItI meritano di essere prese  in esame.

Si afferma ad esempio che  gli inceneritori “non provocano rischi sanitari acuti e cronici per chi vive in prossimità degli impianti” e che dallo studio epidemiologico Moniter “una delle più sofisticate ricerche al mondo sul rischio connesso alle emissioni di inceneritori […] si evidenzia chiaramente la assenza di rilevanti rischi sanitari acuti e cronici per chi vive in prossimità degli impianti”. Come già tante volte ho avuto modo di scrivere  sono viceversa numerosi gli studi scientifici (anche recentissimi) che dimostrano esattamente il contrario e descrivono effetti sia a breve (esiti riproduttivi, malformazioni, esiti cardiovascolari, respiratori) che a lungo termine (soprattutto tumori). E’ vero che per la gran parte (ma non per la totalità) si tratta di studi che riguardano impianti di “vecchia generazione”, ma dove sono studi epidemiologici che valutano gli effetti a lungo termine degli inceneritori di “nuova” generazione?

Quanto poi al Moniter – condotto dopo gli allarmanti risultati per la salute femminile emersi dall’indagine sugli inceneritori di Forlì, e costato ben 3 milioni e 400.000 euro di soldi pubblici – si fa presente che sono solo 2 gli studi usciti da questo immane lavoro che sono stati pubblicati su riviste internazionali. Tali studi segnalano un incremento statisticamente significativo del rischio di nascite pre-termine e di abortività spontanea in relazione alle emissioni degli impianti. Abortività  spontanea e prematurità  sono quindi per la SItI inquadrabili come  “assenza di rilevanti rischi sanitari”? Ancora si afferma che le discariche inquinano più degli inceneritori, dimenticando che gli inceneritori (anche di terza generazione) necessitano di discariche speciali per le ceneri leggere, quelle che residuano dai filtri e dai processi di lavaggio dei fumi, residui tossici che non ci sarebbero senza la combustione.

Ancora si parla di “un bilancio energetico complessivo positivo, con produzione di energia e sistemi di teleriscaldamento come accade virtuosamente da anni in città come Brescia, Lecco e Bolzano. In realtà dal punto di vista energetico, anche con le migliori tecnologie disponibili, si raggiunge un rendimento pari al 40% dell’energia associata ai rifiuti in ingresso, risultato che si può ottenere solo attraverso un uso efficiente del teleriscaldamento e di fatto realizzato solo nelle 3 città citate. In realtà secondo i dati della Epa a parità di materiale l’energia risparmiata con il riciclo è da due a sei volte superiore a quella recuperata con l’incenerimento!

E’ davvero deprimente constatare che si ridicolizza il concetto di “rifiuti zero”, non si conosce il concetto di “economia circolare” e si dipinge l’incenerimento come soluzione del problema rifiuti. Sono invece proprio questi impianti che ostacolano la soluzione dell’“emergenza rifiuti” perché – una volta costruiti –   devono essere alimentati per decine di anni con grandissime quantità di rifiuti, impedendo riduzione, riuso e riciclo dei materiali. C’è quindi una “caccia” ai rifiuti per ogni dove – con ovvio aggravio del traffico pesante – o  addirittura si assimilano i rifiuti speciali non pericolosi (prodotti da utenze commerciali e produttive) ai rifiuti urbani (gli unici di cui dovrebbe farsi carico l’amministrazione pubblica) pur di avere quantità adeguate da bruciare.

La pratica della assimilazione è ampiamente diffusa in Emilia Romagna e Toscana e questo anche se la normativa comunitaria prevede che i rifiuti speciali siano gestiti a mercato libero, in quanto per la massima parte facilmente riciclabili. Si dimentica che gli inceneritori sono finanziati ogni anno con 500 milioni di euro pagati da tutti noi con la bolletta elettrica e questo trasforma l’incenerimento in un ottimo investimento per i gestori, ma non certo per la salute e l’occupazione. Non è certo da oggi che andiamo ribadendo questi concetti: se fossimo stati ascoltati e le risorse spese a favore degli inceneritori fossero state impiegate per raccolta domiciliare e centri di riciclo, quanti problemi avremmo risolto? Quanti ricoveri ospedalieri, sofferenze e morti avremmo risparmiato?

Davanti  ad argomentazioni così banali e  superficiali della SItI c’è solo da arrossire: come si può pretendere che i cittadini abbiano fiducia nella classe medica se una parte qualificata di essa si dimostra quanto meno così poco informata? Personalmente voglio ancora credere nel ruolo dei medici e della sanità pubblica e non rassegnarmi davanti a quella che vorrei fosse solo superficialità e incompetenza, ma non vorrei nascondesse intrecci con interessi che nulla hanno a che fare con la tutela della salute.

Dal blog di Patrizia Gentilini su Il Fatto Quotidiano

 

Commenti

Sono un tecnico e lavoro a Brescia. In linea di massima sono d'accordo sul non prevedere inceneritori. In ogni caso ricordo che la termovalorizzazione ha consentito di ridurre la presenza di migliaia di caldaie private...ma torno al punto che mi sta a cuore, almeno per questioni di onestà intellettuale. Come cittadina, ancora prima che come tecnico, sono consapevole che finché produrremo la mole di rifiuti che produciamo ogni giorno, bisognerà pure smaltirli in qualche modo. Traduco: gli inceneritori no, le discariche no, i rifiuti no... Mi date una SOLUZIONE CONCRETA E REALISTICA PER SPERARE AD UNA SOLUZIONE diversa ora e qui?
Eliana Gambaretti, 29-08-2016 04:29
La risposta alla sua domanda non è semplice. Nessuna strada conduce alla soluzione "immediata" del problema. Ci abbiamo messo un secolo per arrivare alla disastrosa situazione attuale, non si può pretendere una soluzione magica in un giorno! Tuttavia la strada che ci può portare alla soluzione definitiva del problema esiste ed è già stata tracciata e praticata da diverse persone: rifiuti zero e un economia circolare, non lineare. (http://www.corriere.it/scienze/15_novembre_24/erin-non-butta-spazzatura-2-anni-ecco-come-fa-non-produrre-rifiuti-2aebffe4-929f-11e5-be54-3567ec6ceb06.shtml http://www.tuttogreen.it/come-vivere-senza-produrre-rifiuti-storia-di-lauren/) Bisogna smettere di produrre oggetti che non si possano riutilizzare, recuperare o riciclare, e quelli prodotti devono essere non "seppelliti" né bruciati ma bensì smontati e recuperati delle varie componenti di preziose materie prime. Il sistema non si adopera per questa soluzione perché noi, i consumatori, non facciamo fronte unito per andare in questa direzione. Dovremmo cominciare singolarmente, nel nostro piccolo, a seguire questa strada. Quando un sufficiente numero di persone lo avrà fatto, le industrie si renderanno conto che non ha senso produrre oggetti che la gente non compra!! "Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo". -Mohandas Gandhi.
Nicola Roberto, 30-08-2016 09:30
Sono sceso direttamente nei commenti, sicuro di trovare qualche oscenità pro-inceneritori. Trovato il commento di Eliana: sei un tecnico? dove? presso l'inceneritore di Brescia? Prima di trovare soluzioni CONCRETE E REALISTICHE, fatti una domanda semplice, cara la mia tecnica. Tutto si trasforma? oppure nulla si crea e nulla si distrugge?
Roberto, 30-08-2016 11:30
Non sono un tecnico presso l'inceneritore e ne conosco le problematiche. Semplicemente chiedo una alternativa concretizzabile e costruttiva. A fare solo polemica son capaci tutti. Muovo una provocazione: l'inquinamento prodotto da tangenziale ed autostrada prossime a Brescia è 10 volte superiore a quello dell'inceneritore. Su questo però nessuno fa crociate o battaglie: forse perché tutti usiamo l'auto e non possiamo creare il tipico effetto NIMBY? Ringrazio Nicola per lo stile nella risposta.
Eliana Gambaretti, 30-08-2016 12:30
Polemiche sterili, tutte quante, a seconda del punto di vista. Comunque non ha senso paragonare il traffico della tangenziale a quello degli inceneritori. I residui dei motori sono PM10, i residui degli inceneritori ben piu' piccoli e insidiosi. A me sembra che non ci salteremo fuori facilmente, non e' dal singolo che deve partire , deve essere un qualcosa di GOVERNATIVO, deve esserci un cambiamento PER LEGGE. Nuovo stile di vita, per tutti, PER LEGGE. Senno' continueremo a comprare prodotti e involucri (tonnellate di involucri). Di metodi per non inquinare e produrre meno rifiuti possibili ce n'é, finche non sono boicottati (Vedi vedelago) http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/05/centro-riciclo-vedelago-fallito-sistema-preso-modello-grillo-pizzarotti/1315500/ In quanto alle risposte "stilistiche", la "rumenta" non ha stile, e' solo rumenta. Vuoi che non ci siano piu rifiuti? inizia ad usare detersivi ed acqua alla spina (ma i supermercati non vendono alla spina). Vuoi inquinare ancora meno?? fai chiudere i centri commerciali , e fai riaprire le botteghe vicino a casa dove potevi comprare (una volta) mezz'etto di crudo e te lo affettava li , incartandolo nella famosa carta oleosa e non in quegli incarti di plastica (centinaia in un solo bancofrigo esselunga). Il futuro e' nel passato, ricordatevene sempre.
Roberto, 30-08-2016 04:30
Sono d'accordo con Roberto che il cambiamento può essere più facile e immediato se parte dall'alto, con le leggi giuste. Ma le leggi le fanno i politici che sono presi di fra il popolo, e ogni popolo ha il governo che si merita! Quando fra il popolo ci saranno sufficienti persone "giuste", allora sarà più facile avere il governo "giusto". Quindi il cambiamento parte sempre dal basso, da te e da me, ora, con quello che decidiamo di fare adesso. Tutto il resto viene di conseguenza.
Nicola Roberto, 31-08-2016 02:31

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