Just vomit it

Le pubblicità di per sé sono una delle manifestazioni più lampanti che siamo molto lontani dall’essere sapiens, e ce ne sono alcune che dimostrano come la nostra società sia caduta in un buco senza fine. Quelle che riguardano il cibo sono una più assurda dell’altra...

Just vomit it

Le pubblicità di per sé sono una delle manifestazioni più lampanti che siamo molto lontani dall’essere sapiens, e ce ne sono alcune che dimostrano come la nostra società sia caduta in un buco senza fine. Quelle che riguardano il cibo sono una più assurda dell’altra, in un trionfo di colori, trovate sceniche e combinazioni che devono colpire così tanto lo spettatore, da rendere irresistibile il cibo che si presenta; e quindi si vede di tutto, pure gente impazzita che di notte in pigiama si precipita in un locale per mangiare un panino. Già il fatto che il cibo pubblicizzato è quasi sempre una roba trattata, piena di chimica, di coloranti, conservanti, spesso di animali morti fra atroci sofferenze, dovrebbe far vergognare chi ne ricava pubblicità; ma questo non basta e ci propinano rappresentazioni del cibo che dimostrano quanto poco rispetto ci sia per questo elemento sacro che ci tiene in vita. Visto che siamo una società che si basa sullo spreco, senza il quale il sistema della crescita infinita in un mondo dalle risorse infinite non starebbe in piedi, anche il cibo deve essere
presentato in un modo che faccia pensare all’opulenza, dove appunto lo spreco è d’obbligo. Abbiamo 800 milioni di persone che fanno la fame e l’80% del globo se la passa assai male e c’è chi in questa drammatica situazione si permette di mostrare pubblicità di cibo che fanno vomitare l’anima. Ecco apparire “artisti” super star di questo e quello, che scelgono il loro pasto fra portate pantagrueliche, ingioiellati e con vestiti eccessivi come alla corte di Luigi XIV, in un lusso sfrenato e un'orgia di cibo. Una roba da reato penale che dovrebbe essere vietata, un insulto a chi non si può permettere nemmeno un pasto al giorno, mentre questi burattini si prendono gioco di tutti dall’alto della ricchezza che permette loro di trattare il cibo in un modo indegno.
La inevitabile fine della nostra (in)civiltà si manifesta in molti aspetti e uno dei più lampanti è proprio il disprezzo che si ha verso la sacralità della natura e verso chi produce il cibo tutti giorni a prezzo di sacrifici e spesso anche sangue (pensate al cibo che arriva sulle nostre tavole prodotto da schiavi lontano dagli occhi e dal cuore).

Si spera che un giorno, magari non tanto lontano, una qualche giustizia rimetta le cose a posto mandando questi personaggi senza vergogna a coltivarsi il loro cibo, allora forse capirebbero che non c’è nulla da scherzare e nulla da sprecare della sacralità di quello che ci tiene in vita.
E immaginate quanti soldi si spendono per pubblicizzare la vendita pornografica di cibo malsano, soldi che potrebbero essere utilizzati per dare cibo vero a chi non lo ha. Ma siamo troppo “progrediti” per prendere in considerazione tali ovvi ragionamenti.
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Dai...stacca la spina!
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