L'associazione Peta a Milano: «Ci cospargiamo di melma tossica per ricordarvi quanto è "sporca" la moda»

Ovviamente non sono passati inosservati, ed era quello che volevano, gli attivisti dell'associazione animalista Peta in Piazza del Duomo a Milano. Si sono infatti versati sulla testa secchi di "melma tossica" nera per attirare l'attenzione sui rifiuti pericolosi associati all'industria della pelle.

L'associazione Peta a Milano: «Ci cospargiamo di melma tossica per ricordarvi quanto è

Ovviamente non sono passati inosservati, ed era quello che volevano, gli attivisti dell'associazione animalista Peta in Piazza del Duomo a Milano. Si sono infatti versati sulla testa secchi di "melma tossica" nera per attirare l'attenzione sui rifiuti pericolosi associati all'industria della pelle.

I cartelli sui secchi dicevano "La pelle: uno sporco affare" e "Rinuncia alla pelle".

"Nessuno ha bisogno della pelle di mucca eccetto gli animali gentili che ci sono nati - ha spiegato la direttrice dell'associaizone PETA, Elisa Allen - PETA invita la settimana della moda di Milano a proteggere gli animali e il pianeta cominciando ad eliminare dalle passerelle la pelle tossica e crudele. Anche i consumatori possono aiutare, dando il benservito alla pelle animale".

"Ogni anno più di un miliardo di animali vengono uccisi per la loro pelle - spiegano dall'associazione - L'agricoltura animale, che comprende l'industria della pelle, è responsabile di quasi un quinto delle emissioni di gas serra prodotte dall'essere umano e sta devastando il pianeta. Oltre il 90% della foresta pluviale amazzonica che è stata disboscata dal 1970 viene utilizzata per il pascolo o per la coltivazione di alimenti per il bestiame, compresi gli animali destinati all'industria della pelle. Il rapporto "Pulse of the Fashion Industry" del 2017 ha riscontrato che la pelle è il materiale più inquinante utilizzato per l'abbigliamento".

"Un video rivelatore di PETA, narrato da Leona Lewis, mostra come le concerie usano sostanze chimiche tossiche per prevenire la decomposizione della pelle degli animali - prosegue l'associazione - Gli operai, compresi i bambini, stanno a piedi nudi senza alcuna protezione mentre immergono le pelli in sostanze chimiche cancerogene. I rifiuti nocivi vengono poi scaricati nel fiume”.

PETA – il cui motto recita, tra le altre cosein parte, che "gli animali non sono nostri da indossare" – fa notare che la Settimana della Moda di Helsinki ha vietato la pelle, incoraggiando gli stilisti a concentrarsi invece su pelli vegane di qualità superiore, tra cui quelle realizzate in poliuretano riciclato, mele, foglie di ananas (Piñatex), funghi, mele e uva da vino, quest'ultima o utilizzato dal marchiocreata dall’'azienda italianao Vegea.

Per ulteriori informazioni, visita PETA.org.uk.

 

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