L’Italia impiccata al nodo scorsoio del gas

Nove anni fa: inverno rigido e Italia semi-paralizzata con pericolo di carenza di gas per il riscaldamento. Lo dissi allora che la dipendenza energetica dall'estero era un sistema suicida. E da allora non è stato fatto assolutamente nulla.

L’Italia impiccata al nodo scorsoio del gas

Nove anni fa, quando ci fu un inverno particolarmente rigido con neve e ghiaccio eccezionali e l’Italia rimase semi paralizzata con il pericolo che non arrivasse abbastanza gas anche per scaldarci, affermai in un video (che ebbe molte visualizzazioni) che un sistema basato sulla centralizzazione e sulla dipendenza energetica dall’estero era un sistema suicida. Da allora in poi non è stato fatto assolutamente nulla e la situazione è praticamente la stessa, anzi possibilmente peggiorata.

Le varie lobby del gas sono molto potenti e quindi ci siamo legati mani e piedi a una fonte fossile inquinante e climalterante di provenienza estera.

L’Eni decide praticamente la nostra politica energetica, prontamente eseguita dai suoi maggiordomi al governo e così ci ritroviamo dipendenti dall’estero, inquinati, malati e sonoramente paganti.

Si sono voluti fare i rigassificatori, si è proceduto con la follia del TAP, Gasdotto Trans Adriatico, e ora eccoci con un nodo scorsoio di gas ben stretto al collo. Ci hanno raccontato che lo facevano per aumentare la nostra indipendenza energetica, peccato che sia esattamente il contrario dato che non si capisce come possa aumentare la nostra indipendenza una fonte energetica che importiamo.

Tutto questo si fa perché è necessario? Assolutamente no; il gas potrebbe essere sostituito velocemente attraverso l’abbattimento degli sprechi e dall’utilizzo delle fonti rinnovabili ma non lo si vuole fare perchè ci sono in ballo miliardi di profitti. Figuriamoci cosa può interessare della salute, dell’ambiente, dell’autonomia energetica, di fare risparmiare gli italiani, agli azionisti di Eni e compagnia cantante. Anzi, oltre che riempirli di soldi, dar loro tutti gli incentivi e agevolazioni possibili, gli si sta pure concedendo di farsi un mega impianto di stoccaggio della CO2 che nella galleria delle follie e orrori energetici è di sicuro alle prime posizioni. L’operazione ha la stessa logica della polvere che si mette sotto il tappeto, ma con rischi e costi infinitamente più grandi. Inoltre è una giustificazione per continuare a inquinare imperterriti, tanto si fa “sparire” tutto, dicono.

E così abbiamo sprecato altri anni, buttato miliardi di euro, inquinato quindi ammalato l’impossibile e non abbiamo imparato praticamente nulla. Poi però, bene sempre ricordarlo, i nostri governanti, levandoci ogni libertà e diritto, dicono di tutelare la nostra salute; sì certamente, lo vediamo tutti i giorni quanto è tutelata la nostra salute in un paese primo in Europa per morti da inquinamento.

Morti che purtroppo nella classifica del terrore non trovano nessuno spazio e clamore perché non portano visibilità, profitti o potere a nessuno, quindi invisibili per l’opinione pubblica. Visto quindi che della nostra salute ai governanti interessa meno che zero, il Paese del sole è ancora dipendente energeticamente dall’estero per oltre il 70% delle notoriamente “benefiche e sane” fonti fossili.

Ma pensare che chi ha come unico obiettivo il potere e il lucro e serve interessi giganteschi possa cambiare veramente è pia illusione. E’ irrealistico pensare che i  “decisori” facciano qualcosa di sensato e subito; non lo faranno, ormai ce lo hanno dimostrato e ce lo dimostrano in tutti i modi.

Quindi è ora che attivisti, persone impegnate, cittadini, amministrazioni locali, cambino loro direttamente. Dal centro non arriverà alcuna soluzione reale, nessun segnale chiaro di inversione di tendenza, nonostante ormai la parola ambiente venga usata da chiunque, dappertutto e ci siano costanti proclami conditi di greenwashing che non spostano di una virgola la situazione.

Dato che in futuro la situazione si aggraverà sempre di più, è necessario agire qui e ora, con le forze proprie e altrui disponibili a un reale cambiamento. Le coordinate per agire le potete trovare nel libro L’Italia verso le emissioni zer0, per invertire finalmente la rotta di un paese che se ci fosse un premio Nobel per la stupidità e autolesionismo energetico lo vincerebbe a mani basse.

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