L'obiettivo di un'Italia completamente "rinnovabile" è quanto mai realistico

«L’obiettivo di un’Italia completamente “rinnovabile” da un punto di vista energetico non è solo possibile ma anche realizzabile in tempi relativamente brevi»: così scrive Paolo Ermani nel suo libro "L'Italia verso le emissioni zer0".

L'obiettivo di un'Italia completamente

«L’obiettivo di un’Italia completamente “rinnovabile” da un punto di vista energetico non è solo possibile ma anche realizzabile in tempi relativamente brevi, e questo ormai ce lo confermano studi accurati, conoscenza e impegno oltre trentennale nel settore, nonché opinioni di esperti e ricercatori»: così scrive Paolo Ermani nel suo libro "L'Italia verso le emissioni zer0».

Un libro denso di riflessioni,analisi, suggerimenti anche pratici per superare l'attuale situazione e trovare un orizzonte diverso che dia respiro a un nuovo paradigma di convivenza con l'ambiente.

Condividiamo con i lettori uno stralcio del libro di Paolo Ermani (che potete trovare qui), che costituisce una lettura quanto mai efficace di questi tempi.

«Lo si diceva già con cognizione di causa tanti anni fa e ora ci sono le basi per dimostrarlo. Non che ci volessero menti eccelse per capirlo, dato che basta vedere la conformazione geoclimatica del nostro paese per rendersene conto. Disponiamo di così tanto sole e vento per avere energia in abbondanza e renderci autosufficienti. L’approccio e il paradigma però devono cambiare: ovviamente non si può pensare di lasciare la società e il sistema produttivo così come sono e di produrre tutto il fabbisogno esistente con le fonti rinnovabili.
È evidente che in una condizione come quella attuale nessuna energia rinnovabile potrà mai fare miracoli, perché di miracoli si tratterebbe visto il totale spreco, l’irrazionalità e l’inefficienza che contraddistinguono la nostra attuale società, che si basa sulla produzione illimitata di merci e servizi, quindi anche di rifiuti, in un pianeta dalle risorse limitate. È semplicemente un assunto impossibile da supportare per il pianeta Terra, difatti ci stiamo dirigendo verso la catastrofe, visto che un sistema finito non può coesistere con un sistema che prevede lo sfruttamento infinito e si basa su folli e ingestibili presupposti, generando il continuo bisogno di produrre innumerevoli merci e servizi che si rivelano superflui o inutili. È utile sprecare energia? No. È utile sprecare acqua? No, e così via. Ma fino a quando lo spreco sarà comunque un guadagno per qualcuno, non si potranno vedere cambiamenti significativi; ecco perché non basta agire sulle fonti energetiche in uno sterile dibattito fra questa o quella, ma bisogna necessariamente guardare agli sprechi.
Quindi la prima cosa che va fatta per poter anche solo lontanamente pensare che le fonti energetiche rinnovabili possano alimentare il paese è ridurre drasticamente gli sprechi di qualsiasi tipo. E solo per far ciò si creerà lavoro per centinaia di migliaia di persone, considerato lo stato pessimo del nostro paese da questo punto di vista, costellato da nord a sud di ogni tipo di spreco e inefficienza.
Il secondo passo è quello dell’uso razionale dell’energia, così come di acqua e di qualsiasi bene utile a tutti.
Terzo passo è l’utilizzo di energie rinnovabili e tecnologie che possano rendere l’Italia energeticamente autosufficiente in tempi brevi. Si tenga presente che quando si parla di riduzione non si sta parlando di sacrifici o di ritorno alle candele; si sta semplicemente adottando un criterio di intervento sensato e razionale che ridurrà costi e consumi. Anzi saranno proprio i consumi dissennati a riportarci direttamente all’età della pietra, se si continua imperterriti a non far nulla per fermare la catastrofe ambientale e a insistere follemente nell’uso dei combustibili fossili, sprecando e producendo rifiuti a non finire».

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