"Vince" l'astensionismo: dov'è la credibilità della politica?

L’unico vero eclatante risultato delle recenti elezioni amministrative è che per la metà dei potenziali elettori, che ha disertato le urne, la politica attuale non ha credibilità. Ed erano coinvolti circa mille Comuni, quindi un dato di rilievo e rappresentativo.

L’unico vero eclatante risultato delle recenti elezioni amministrative è che per la metà dei potenziali elettori, che ha disertato le urne, la politica attuale non ha credibilità. Ed erano coinvolti circa mille Comuni, quindi un dato di rilievo e rappresentativo. Per non parlare dei referendum dove probabilmente nemmeno i parenti dei promotori sono andati a votare; e meno male che si trattava della tanto decantata democrazia diretta. Forse si è capito che il termine democrazia è ormai svuotato di significato. Per le elezioni amministrative l’astensione è un risultato ancora più clamoroso se si pensa che il voto in teoria influisce direttamente sulle sorti della propria città. Per l’attuale ammucchiata di governo è una chiara ed esplicita sconfessione delle politiche attuate. Se in effetti sommiamo le metà dei non votanti a quelli che hanno votato partiti contrari alla politica governativa, ci si ritrova con un governo che rappresenta la minoranza degli italiani. Del resto l’ammucchiata ha smascherato completamente e definitivamente quale sia l’obiettivo principale dei partiti, ovvero la spartizione del potere e delle poltrone.

Partiti che in passato se ne sono dette di tutti i colori, che fingevano di essere acerrimi nemici, con interventi di fuoco a seconda dei casi, contro i corrotti, i fascisti, i razzisti, contro la casta, quelli schiavi delle banche, i servi dei poteri forti, i servi dell’Unione Europea, quelli che volevano uscire dall’Euro, quelli che non volevano l’invasione degli immigrati, quelli che erano per l’accoglienza, quelli che avevano giurato e spergiurato, facendone il pilastro della loro politica, che non si sarebbero mai alleati con i responsabili del disastro. Ma poi alla fine come per magia, tutto dimenticato.

Allora possiamo dire che non esiste differenza, che l’uno vale l’altro, tanto poi alla fine si ritrovano tutti insieme appassionatamente a governare. Altro che differenze, ideologie o anche solo idee; quelle poche e deboli che hanno non paiono orientate effettivamente al bene comune. Metà degli aventi diritto al voto non crede più in questi politici ed è un numero enorme di persone, questo è il vero dato di rilievo.

I prestigiatori continueranno a fare finta di essere diversi ma ormai il giochino funziona sempre meno. E anche nei commenti del post elezioni i vari contendenti non si danno troppo addosso dato che i loro vertici siedono abbracciati in una coalizione di governo veramente singolare. Forse solo in Italia poteva verificarsi una situazione del genere.

Chi crederà loro, dunque, quando alle prossime elezioni politiche, dopo la grande ammucchiata, si presenteranno in schieramenti distinti pronti a prendere impegni e fare promesse?

La vera politica, il vero cambiamento è quello che parte dal basso e ci rimane, perché tanto non appena si intravedono stucchi, ori e privilegi... la tentazione del potere è forte, magari con qualche debita e sparuta eccezione.

 

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