La competenza non basta, servono idee e concretezza

Un mio grande maestro, Franz Moebius, dalla conoscenza vastissima in campo tecnico e competenza assoluta, in grado di costruire e aggiustare innumerevoli marchingegni tecnologici, usava spesso citare questa frase: "Meglio un dilettante universale che uno specialista idiota". Quante volte infatti nella storia, degli specialisti competenti sono la causa di disastri inenarrabili?

La competenza non basta, servono idee e concretezza

Ci vogliono molta specializzazione e competenza per costruire armi nucleari o centrali nucleari, per inventare armi sempre più letali, concimi chimici, medicine che si dimostrano dannose, per dare origine a organismi geneticamente modificati, cibo insano e ogni specie di pericoli per le persone e il pianeta. Chi inventa e produce queste cose è assai competente e preparato ma è un pericolo per l’umanità.  

Quando si parla di competenza si viene impressionati dai titoli, dagli studi e da aspetti che ben poco dicono sulle effettive capacità delle persone. Si può essere molto competenti ma allo stesso tempo dei perfetti idioti e arrecare danni irreversibili in maniera assai competente. La competenza delle persone in un campo o nell’altro viene spesso sbandierata come nota positiva, come aspetto centrale e vieni grandemente elogiata. Ma è l’unico requisito che conta? Una persona competente spesso è una persona che ha studiato molto, si è laureata anche in prestigiosi istituti, ha fatto master, phd, dottorati e via di questo passo ma tutto ciò non vuol dire necessariamente che abbia reali ed effettive conoscenze o sappia risolvere problemi complessi. Spesso chi studia solamente ha una capacità pratica uguale a zero e questo è un grande problema, sia per lo sviluppo equilibrato della propria intelligenza, sia per le stesse materie che studia perché una cosa è studiare sui libri, una cosa è sapere come funziona nella realtà quello che si è studiato. Un architetto, un ingegnere che non hanno contribuito a costruire fisicamente almeno una decina di case di diversa tipologia con le loro mani, non sapranno mai bene come si costruisce una casa e tutti i problemi che ciò comporta. Non è certo un caso che anche per questo motivo il nostro patrimonio edilizio è in condizioni pietose.  

Disastri su disastri si accumulano proprio per mancanza di praticità e perché non si sa esattamente quali problemi reali ci sono dietro a quello che si realizza. Stessa cosa in politica: si può essere molto competenti ma se non si ha concretezza e idee e si ripete o si applica a pappagallo quello che si è imparato sui libri o all’università, dove sia i libri che i professori impartiscono studi o dottrine normalmente contrarie ad ogni logica e senso, è probabile che si faranno più disastri che altro. Chi ad esempio oggi studia economia classica o agricoltura tradizionale cioè chimica, più è preparato e più è ignorante dato che quella economia, quella agricoltura hanno gli elementi base che ci stanno portando nel baratro. Nei ministeri, nei posti considerati chiave, normalmente ci sono persone competenti o almeno hanno al loro fianco persone competenti ma non sempre, anzi quasi mai, la competenza dei pezzi di carta è sinonimo di effettiva capacità di risoluzione dei problemi. Problemi che hanno bisogno di apertura mentale, ricerca di nuove strade che nessuna università insegna, perché bisogna trovarle da sé.  Importante è essere creativi, avere idee e per averle si deve comunque lasciare una parte della mente sgombra dalle dottrine e i precetti che ci hanno fatto diventare competenti. Poi bisogna metterle in pratica queste idee quindi si deve avere il senso di concretezza e mesi, anni, decenni passati seduti ad una scrivania di certo non aiutano, anzi ostacolano. E se per caso si è in un posto di responsabilità dove si dovrebbe fare qualcosa per le persone in genere, come si fa a farlo efficacemente se si è sempre stati a contatto solo con studenti, colleghi, parenti e amici? Che dimensione e contezza della realtà si avrà?  Una competenza fine a se stessa può fare rimanere tutto così come è, anzi peggiorare la situazione perché il competente dall’alto dei suoi diplomi e titoli a volte è anche arrogante e pensa che perché ha preso bei voti ed elogi, sia comunque qualcuno che ci capisce. Peccato che spesso questa arroganza può significare anche non ascolto e quindi contribuire alla creazione dei disastri di cui sopra. Essere competenti ma modesti, aperti mentalmente e veramente preparati oltre alla conoscenza acquisita sui libri, è merce assai rara quanto preziosa. Senza le idee, la concretezza e l’etica, il competente può essere un’arma potentissima contro i suoi simili e la natura.

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