"Là dove finisce la terra", la storia di un Cile dimenticato

Esce il 6 febbraio in libreria il libro "Là dove finisce la terra" di Désirée e Alain Frappier, con la prefazione di Luis Sepulveda: uno spaccato del Cile dal 1948 al 1970 attraverso la storia del figlio di uno scrittore socialista.

Là dove finisce la terra è la storia, una graphic novel, di un ragazzo e insieme la storia del Cile dal 1948 al 1970. Dal 6 febbraio sarà in libreria, per Add Editore.

Attraverso l’infanzia e l’adolescenza di Pedro, nato nel 1948 da una famiglia libanese emigrata in America Latina ai primi del Novecento, i due autori, Désirée e Alain Frappier (lei autrice di testi e lui disegnatore), raccontano la Guerra fredda, Cuba e Che Guevara, l’ingerenza degli Stati Uniti, i campionati del mondo di calcio del 1962, le speranze che accompagnano l’elezione di Allende. Poi la fine del sogno: il colpo di Stato dell’11 settembre 1973. Figlio dello scrittore socialista Guillermo Atías, Pedro dà voce alle speranze di un popolo e di un Paese in cerca di una rivincita sociale, e incarna la storia di una generazione convinta che la lotta per la giustizia e l’uguaglianza sia figlia della rivoluzione. 

«Era da tempo che io e Alain desideravamo raccontare una storia ambientata in America Latina, in Argentina o in Cile - spiega  Désirée - Ma ci sembrava impossibile senza l’aiuto di un filo conduttore sensibile, capace di guidarci nei meandri di una storia troppo complessa senza farci rinunciare alla fragilità dell’intimo e del particolare. Qualche anno fa, a una festa per l’ultimo dell’anno a casa di amici, abbiamo conosciuto Pedro Atías. Durante la serata gli abbiamo chiesto dell’esilio: dov’era la sera del golpe militare dell’11 settembre 1973? Ci ha messo un po’ a rispondere, poi ha lasciato da parte il colpo di Stato dell’11 settembre e ha iniziato a parlarci della sua infanzia in Cile, del mare, della sua famiglia, della sua scuola, di via Seminario... Non ci abbiamo messo molto a capire che quel filo che stavamo cercando da tempo era appena entrato nel nostro salotto».

Dice Luis Sepulveda nella sua prefazione: «Gli Atías nati in Cile – in particolare Guillermo, Waldo e Pedro, la cui storia è il cuore di questo graphic novel – non sono estranei a ciò che accade nel Paese e prendono da subito una posizione: sono protagonisti attivi di un quarto di secolo che è anche un viaggio verso il paese dell’utopia, verso il paese dei pieni diritti, della vita degna e fraterna alla quale l’umanità aspira nonostante le sia stata negata. La vita di Pedro Atías qui narrata è quella di un giovane cileno, uno dei tanti che hanno messo la propria vitalità, energia e generosità al servizio della causa più degna: l’emancipazione dell’essere umano.»

E conclude: «Questa graphic novel è un viaggio nella memoria, la memoria del Paese che abbiamo avuto, conosciuto, amato, e che – trattenendone il ricordo, con tutto il suo intenso desiderio di giustizia – un giorno recupereremo: quel giorno torneremo a essere cittadini liberi del Paese dove finisce la terra».

In Francia il lavoro dei Frappier ha avuto una sostenitrice d’eccezione: Annie Ernaux, che a proposito di Là dove finisce la terra  ha scritto: «un libro magnifico dove l’intimo e il collettivo sono una cosa sola, di chiarezza esemplare. Siete custodi della memoria, e la memoria del Cile deve tornare a essere viva come è stata all’epoca di cui voi scrivete».

 

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