La (non) politica energetica italiana è alla canna del gas

Invece di proiettarsi nel futuro fatto di risparmio, efficienza energetica ed energie rinnovabili, in Italia il governo percorre ancora la preistoria dei combustibili fossili. Ed ecco la trovata di un gasdotto che attraversa ben cinque paesi, Azerbaijan, Georgia, Turchia, Grecia, Albania e spunta in Puglia.

La (non) politica energetica italiana è alla canna del gas

Il paradosso dei paradossi: una delle regioni più ricche di energie rinnovabili con sole e vento che ci si alimenterebbe mezza Italia viene stuprata da un gasdotto.

Ci si chiede per quale assurdo antieconomico e antienergetico motivo dobbiamo andare a prendere a migliaia di chilometri un combustibile fossile climalterante quando possiamo autoprodurci l’energia in loco?

Per l’ennesima  volta l’Italia paese del sole, l’Arabia Saudita delle energie rinnovabili, diventa ostaggio di altri paesi e si ha pure il coraggio di dire che così siamo più indipendenti, quando il gas proviene dall’estero e addirittura direttamente da un paese di stampo dittatoriale come l’Azerbaijan.

Con questo tipo di operazioni si diventa ancora più schiavi e in pericolo, dato che ovunque si grida al terrorista e operando in questo modo di certo ci si espone a rischi non indifferenti pensando anche solo alla estrema pericolosità dei rigassificatori.

Se questo gas poi lo si userà per le centrali non ha senso, perché i rendimenti sono ridicoli; se lo si userà per il riscaldamento delle abitazioni, basterebbe coibentarle bene per renderne praticamente inutile l’utilizzo. Ma il vero obiettivo di queste operazioni è portare a termine il folle disegno di fare dell’Italia una piattaforma energetica di distribuzione da un punto di vista fossile, vista la sua collocazione geografica strategica. Saremo il cimitero degli elefanti fossili, che meravigliosa prospettiva.

Distruzione ambientale, dipendenza dall’estero, aumento emissioni gas serra, costi altissimi, pericolosità, fonte non rinnovabile e immaginate i soldi spesi per questa inutile e dannosa opera, investiti in coibentazione delle case, quanto avremmo guadagnato di più in soldi, occupazione, salute e ambiente.

Non c’è quindi niente di razionale, sensato, lungimirante, positivo in una tale non politica energetica, si tratta solo del solito servizietto fatto a lobby e potentati che così come nella drammatica opera della Tav in Val di Susa trattano persone e natura come latrine in cui scaricare la loro immondizia.

Infine la ciliegina sulla torta, il tutto è stato approvato da un governo presieduto dall’ex ambientalista, ex direttore della rivista Nuova Ecologia di Legambiente, Paolo Gentiloni. Bella fine ha fatto l’ambiente, complimenti presidente.

Visto che questa è la preistoria dell’energia, domani sabato 8 aprile ad Ivrea parleremo invece del futuro dell’energia e si vedrà che ci sono ovunque progetti ed esempi di persone che pensando anche alle prossime generazioni,  già oggi praticano soluzioni ambientali, energetiche, economiche e occupazionali  sostenibili e intelligenti.

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