La paura e l’incapacità di gestire la libertà genera il bisogno di capi e padroni

In Easy Rider, un vecchio film di fine anni Sessanta, ricordo un dialogo memorabile in cui uno dei protagonisti spiega in poche frasi illuminanti il concetto di libertà. Tutti cercano la libertà ma poi, soprattutto quando la vedono in qualcun altro, ne hanno terrore perché quel qualcuno potrebbe indirettamente dimostragli che è riuscito ad ottenerla, mentre loro no.

La paura e l’incapacità di gestire la libertà genera il bisogno di capi e padroni

In Easy Rider, un vecchio film di fine anni Sessanta, ricordo un dialogo memorabile in cui uno dei protagonisti spiega in poche frasi illuminanti il concetto di libertà. Tutti cercano la libertà ma poi, soprattutto quando la vedono in qualcun altro, ne hanno terrore perché quel qualcuno potrebbe indirettamente dimostragli che è riuscito ad ottenerla, mentre loro no. E basta vedere come la gente si scagli contro chiunque proponga modelli o sistemi di libertà per rendersene conto di quanta paura faccia.

La storia è purtroppo strapiena di persone libere eliminate da chi deteneva il potere con l’ausilio dei terrorizzati dalla libertà. Oggi la libertà si riduce a scegliere il colore dell’automobile o il modello di cellulare ma ora come sempre, appena qualcuno la cerca per davvero, viene bastonato in mille modi, ad iniziare da quelli come lui o lei, fino ai livelli più alti di gestione del potere che ostacola qualsiasi vero tentativo di costruire modelli di libertà e li reprime in tutti i modi di cui è capace, dai più soft ai più pesanti, fino ad arrivare all’eliminazione fisica del ribelle, se non si ravvede.
Ma c’è anche un altro aspetto da considerare e cioè quello per il quale a volte qualcuno riesce a fare un passo verso la libertà, per esempio si licenzia, lascia un posto di lavoro alienante, noioso, nocivo per se, gli altri e l’ambiente, con capi, superiori, gerarchie, ecc. e finalmente intraprende un percorso di scelta e non di obbedienza. Sembrerebbe una cosa bellissima e da tanti auspicata, però a volte succede che le persone in questione, perché abituate ad avere ordini, capi e superiori, non siano in grado di gestirsi e di gestire la propria libertà. Persone che magari hanno pure studiato tanto, con master, super formate, che nel loro lavoro erano precisissime, impeccabili, dalle carriere folgoranti, appena si mettono al cospetto di se stesse, diventano incapaci di una qualsiasi minima gestione di se e delle relazioni con gli altri. Il che non può che essere spiegato con il fatto che mancando un capo, una coercizione, una imposizione a cui obbedire, le persone si sentono perdute, come se improvvisamente venisse a mancare qualcosa di fondamentale.
In fondo non è nemmeno tanto colpa loro, l’intera società fin da appena nati è costruita per obbedire a qualcuno: genitori, parenti in genere, fidanzati e fidanzate, insegnanti, datori di lavoro, capi assortiti, religiosi, guru e varia, tutti sanno sempre esattamente cosa è meglio per noi, ed è quindi chiaro che, se per miracolo o per sfinimento, ci si libera da queste camice di forza, all’inizio sembrerà di volare. Ma poi bisognerebbe anche comprendere che la libertà non significa non riuscire a gestire praticamente più nulla e passare da super precisi e assennati a disorganizzati inaffidabili, solo perché non riceviamo più ordini da una autorità, chiunque essa sia.
E se non si sa gestire la libertà, poi il prezzo da pagare sarà parecchio alto, perché molto probabilmente si ritornerà da dove si è scappati, cioè di nuovo al guinzaglio nella ruota del criceto ancora prigionieri in una specie di sindrome di Stoccolma.
Ecco perché anche nei miei corsi di formazione, mi raccomando sempre che qualsiasi progetto alternativo individuale o collettivo che sia, deve essere ancora più preciso, serio, affidabile, efficiente di quanto lo poteva essere una attività passata, legata spesso solo al profitto.
Nessun progetto individuale e collettivo sarà mai efficace e di esempio se non ha parametri di affidabilità, credibilità e organizzazione. In poche parole se non ha il rispetto per se stessi e degli altri come basi fondanti. In questi parametri di vera libertà, non c’è rigidità, mancanza di creatività o di apertura perchè solo il rispetto per se stessi e il prossimo fa sbocciare meravigliose progettualità creative e funzionati che possono essere anche di supporto per molti che stanno cercando le loro strade verso la libertà.

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