È ormai prassi consolidata la lotta strenua delle amministrazioni pubbliche contro gli alberi. Vengono stanati e abbattuti senza pietà, come fossero pericolosi terroristi e le stupidaggini che si inventano per levarseli dai piedi sono varie: sono pericolosi, che detto dalla specie che sta facendo fuori tutte le altre specie, è tragicamente ridicolo. Sporcano, che detto dalla specie più inquinante del pianeta è altrettanto tragicamente ridicolo. Le vere ragioni sono sempre le stesse: fare profitti e i profitti si fanno spesso prendendosela con i deboli e con la natura che tanto non si può difendere, almeno nell’immediato, poi quando le inondazioni portano via case e paesi, si vede chiaramente chi è il più forte. Ma la quasi totalità dei politici capisce poco e nulla di natura, di tutela ambientale, di cosa ci mantiene in vita; loro vivono per il cemento, per il PIL, per i soldi, tutto il resto è uno scomodo intralcio alla marcia a suon di manganelli, ruspe e bulldozer.
L’ultima performance in merito si stenta a crederla: dopo avere criminalizzato e manganellato chi vorrebbe proteggere gli alberi che appunto ci mantengono in vita, il Comune di Bologna si è accorto che gli alberi fanno ombra, incredibile! Ma quante lauree ciascuno avranno gli assessori della Giunta per concepire un ragionamento così complesso che forse nemmeno Einstein sarebbe riuscito a produrre? I politici sono davvero dei geni: dopo avere cementificato e asfaltato l’impossibile e reso le città dei forni, si accorgono che fa un po’ caldino... E cosa si inventano i geni? Comprano un centinaio di alberelli a cifre stellari che non fanno ombra nemmeno alle formiche, li mettono dentro ai vasi e pensano che questo in estate farà diventare la città più fresca. Ma la cosa ancora più assurda è che in vaso li collocano su piazze completamente asfaltate e dove, ammesso che sopravvivano, ovviamente non potranno crescere granchè e dovranno comunque costantemente essere innaffiati.
Sappiamo bene che PIL, cemento e soldi sono più forti di intelligenza e ragione ma possiamo ricordare ai geni che gli alberi piantati in terra e non abbattuti hanno queste caratteristiche riportate sul libro: Alberi: fermiamo la mattanza di Linda Maggiori:
«Se si considerano sia l’ombra in sé che l’evapotraspirazione si stima che in città un grande albero possa raffreddare come trenta condizionatori, grazie all’assorbimento del calore latente. Gli alberi depurano l’aria, attutiscono i rumori, assorbono acque piovane con le radici favorendo la corretta e graduale percolazione nelle falde e la fitodepurazione; inoltre sono in grado di ridurre la violenza della pioggia con le fronde, rimuovono il carbonio dall’atmosfera e lo stoccano, danno rifugio alla biodiversità locale e la preservano. E più gli alberi sono adulti e possenti, più i benefici sono maggiori. Secondo i calcoli e le osservazioni (modello i-Tree) realizzati da Rita Baraldi , dell’Istituto per la BioEconomia (IBE), se sostituiamo un pino di circa 50/70 anni con una tamerice giovane si ha una perdita del 95% per quanto riguarda la capacità di assorbimento delle polveri sottili (PM 2,5) e una perdita del 97% della capacità di assorbimento del temibile biossido di azoto. Analogo discorso vale per il sequestro della CO2, che sarà del 94% meno efficace, e l’acqua intercettata dalla tamerice sarà appena l’1% di quella intercettata dal grande pino; anche la produzione di ossigeno scenderà del 94%».
In merito alla presunta pericolosità degli alberi, la Maggiori afferma che i morti per caduta rami o alberi sono una decina l’anno, paragonabili a quelli morti per i fulmini.
«In Italia di contro ci sono 12.743 decessi per bolle di calore (dati 2023) e oltre 53.000 decessi a causa delle polveri sottili. Bolle di calore e polveri sottili che vengono ridotte dagli alberi. Nell’articolo scientifico The mortality impacts of greening Italy di Giannico OV et al. in “Nature communications”, si stima che in ambito urbano e in quartieri residenziali, aumentando del 25% la copertura arborea entro 300 metri dalle abitazioni si potrebbero prevenire da 21.000 a 42.000 morti l’anno (in media quindi 28.000 morti)».
In merito poi a chi racconta la favoletta che in Italia la superficie boschiva aumenta, la Maggiori riporta il dato del sito Global Forest Watch laddove dal 2001 al 2023, l’Italia ha perso 489.000 ettari di copertura forestale, cioè il 5,2% rispetto al 2000.
Se si volessero davvero salvare le città o farle quantomeno respirare, dovrebbero essere piene di alberi e verde favorendo persone, salute e ambiente; ma poi come si fa a dirlo alle multinazionali, ai palazzinari, ai cementificatori, asfaltatori che muovono tutto dietro alle quinte? No, ma che siamo pazzi, mica si vorrà davvero far star bene le persone e fare qualcosa a loro vantaggio, suvvia non scherziamo! E così continuiamo ad abbattere alberi e prenderci in giro dicendo che si ripianteranno, ben sapendo che per fare quello che faceva un albero di 50 anni abbattuto, serviranno appunto 50 anni. Ma con questi politici geni, ai prossimi 50 anni non ci arriveremo mai. Intanto potete regalare il libro della Maggiori ai vostri amministratori, sperando che ne facciano buon uso, poi rivolgervi anche all’organismo nazionale di difesa degli alberi ONDA e collegarvi ai vari comitati, associazioni, gruppi che si battono per la difesa degli alberi riportati in appendice del libro.
Foto: Lukas per Pexels