La rivoluzione semplice e geniale dell'orto autoirrigante

Un grande grazie a Cinzia Picchioni di "Sereno Regis" per la bella recensione sul libro di cui Paolo Ermani è co-autore insieme ad Alessandro Ronca: "L'orto autoirrigante. Coltivare con poco lavoro e poca acqua in campagna e in città".

La rivoluzione semplice e geniale dell'orto autoirrigante

Un grande grazie a Cinzia Picchioni di "Sereno Regis" per la bella recensione sul libro di cui Paolo Ermani è co-autore insieme ad Alessandro Ronca: "L'orto autoirrigante. Coltivare con poco lavoro e poca acqua in campagna e in città".

La condividiamo qui di seguito con i nostri lettori:

«Cercasi Coerenza disperatamente
L’inevitabile citazione cinematografica nel titolino mi offre l’occasione per scrivere che forse dovremmo cominciare a scrivere il modo in cui un libro è realizzato: carta ecologica, stampa in Italia, inchiostri naturali, circuito solidale. Questi dati li troviamo stampati nella quarta di copertina del titolo presentato. L’argomento si trova ovunque nel web, invece le caratteristiche del libro le scopriamo solo quando l’abbiamo tra le mani. Vi pare?

Anche gli autori
Pure gli autori sono in cammino verso la coerenza, e per lo stesso motivo riporto qui anche le caratteristiche di chi l’ha scritto, il libro:

Paolo Ermani agricoltore, formatore, scrittore, facilitatore, consulente per progetti di pianificazione energetica, ambientale e lavorativa, presidente dell’associazione di promozione sociale non profit Paea. Ha fondato il giornale web Il Cambiamento e il progetto Ufficio di Scollocamento. Collabora con Il Parco dell’Energia Rinnovabile, con La Fattoria dell’Autosufficienza e con la rivista «Vivi Consapevole». Professionalmente, da più di trent’anni, si occupa di ambiente, energia, bioedilizia, stili di vita, economia alternative e propone soluzioni a livello sociale, economico e lavorativo per la costruzione di società che tendano alla prosperità, al benessere, al miglioramento della qualità della vita e alla tutela della natura. Come scrittore ha pubblicato centinaia di articoli e alcuni libri (oltre a quello presentato qui): Pensare come le montagne (con Valerio Pignatta, per Terra nuova Edizioni), Ufficio di scollocamento, Solo la crisi ci può salvare (con Andrea Strozzi), L’Italia verso le emissioni zero.

Alessandro Ronca ha fondato e dirige Il Parco dell’Energia Rinnovabile, struttura all’avanguardia sulle colline umbre. Promuove, diffonde e persegue uno stile di vita sostenibile. È autore di Vivere senza bollette (Terra Nuova Edizioni). 

Approfondimenti
Oltre ai siti indicati, ricordo la Bibliografia (6 pagine in fondo al libro) per chi voglia saperne di più e voglia conoscere le Fonti da cui gli autori hanno attinto per scrivere L’orto autoirrigante; e finalmente ne scrivo qualcosa.

Ci troviamo nel periodo migliore per parlare di un manuale come questo, con l’acqua che o è troppa o è troppo poca! Il libro racconta, illustra, fotografa, insegna come costruire e utilizzare un orto che non ha bisogno di essere irrigato quotidianamente. Anche in città. Sì, avete letto bene. Gli autori, grazie alle loro esperienze, permettono anche a chi ha solo delle piante sul balcone di risolvere il problema dell’abbeverarle durante le vacanze, per esempio. Anche per questo siamo nel periodo giusto per segnalare il titolo di Ronca e Ermani.

Gandhi
Non lasciamoci ingannare dal sottotitolo – Coltivare con poco lavoro e poca acqua in campagna e in città – che fa pensare a un manuale, perché il libro contiene anche tutta una Prima Parte di riflessione sul tema del cibo. Ovvio, per autori come quelli descritti. Ermani la apre proprio con la famosa frase di Gandhi «La Terra fornisce abbastanza risorse per soddisfare i bisogni di ogni uomo, ma non l’avidità di ogni uomo» (p. 10) e prosegue con «[…] in nessun caso si può parlare di scarsità o di impossibilità di dare a tutti il necessario per vivere», p. 11.

E poi naturalmente ci sono i dati (noti?) sullo spreco «[…] l’Unione Europea ha importato nel 2021 quasi 138 milioni di tonnellate di prodotti agricoli (valore 150 miliardi di euro) e allo stesso tempo ha gettato via 153,5 milioni di tonnellate di cibo. Si butta quindi più cibo di quello che si importa», p. 11; ci sono i dati (noti?) sul cibo per gli animali «[…] il cibo dato agli animali, in una catena alimentare folle, […] potrebbe tranquillamente sfamare più della popolazione attuale se lo si destinasse direttamente alle persone. […] si potrebbero sfamare trenta miliardi di persone», p.11; e a proposito del tema del libro, l’acqua, ci sono i dati (noti?) «[…] per produrre un solo chilo di carne di manzo servono ben 15.000 litri di acqua», p. 12 [Essere Animali].

Tutti/ dobbiamo risparmiare l’acqua!
Di fronte a dati come quelli appena letti lo scoraggiamento è dietro l’angolo, lo so («a che serve risparmiare l’acqua per innaffiare l’orto o il giardino o le piante sul balcone se nel frattempo le industrie consumano 15.000 litri di acqua per produrre 1 kg di carne di manzo», e magari siamo pure vegetariani!!!). Ma coraggio, cancelliamo il pensiero bloccante: «se non posso fare tutto allora non faccio niente» e accogliamo il pensiero del colibrì nella famosa favola africana, qui in una versione breve:

La favola del colibrì
Una antica favola africana racconta del giorno in cui scoppiò un grande incendio nella foresta.
Tutti gli animali abbandonarono le loro tane e scapparono spaventati.
Mentre se la dava letteralmente a gambe, il leone vide un colibrì che stava volando in direzione delle fiamme.
“Dove stai andando?” – chiese il Re della Foresta – “c’è un incendio, dobbiamo scappare!”.
Il colibrì rispose: “Vado al lago, per raccogliere acqua da buttare sull’incendio”.
Il leone domandò prontamente: “Sei forse impazzito? Non crederai di poter spegnere un incendio gigantesco con quattro gocce d’acqua?”
“Io faccio la mia parte” gli rispose il colibrì, poi riprese il volo.

La nostra parte?
Sulla base dell’atteggiamento del colibrì possiamo ora mettere in pratica le indicazioni del libro di Ronco ed Ermani. Tramite capitoli come La monocoltura danneggia l’agricoltura, Gli enormi sprechi idrici, non solo in agricoltura, I tre pilastri (più uno) della nuova agricoltura L’agricoltura leggera: milioni di occupati per una vera sovranità alimentare, Orti collettivi in ogni città e paese e Gli orti irriganti in città anche senza suolo, Ermani ci conduce fino alla Seconda Parte, curata dal Ronca, con indicazioni, fotografie, disegni e istruzioni per costruire e gestire il nostro orto autoirrigante (collettivo o individuale). Scopriremo che ogni vaso o contenitore può essere trasformato in un recipiente autoirrigante! Il tutto è stato provato direttamente dagli autori – e anche da altri – ma è senza copyright:

«L’orto autoirrigante è una invenzione geniale, ma nonostante dietro ci siano intelligenza, studio, esperienza, passione, capacità e spessore umano, si è deciso di donare questa tecnica alla comunità senza pensare troppo agli incassi e agli osanna. È un sistema che può essere veramente rivoluzionario per la sua semplicità e adattabilità, ma questo non rende chi lo ha inventato (Alessandro Ronca) automaticamente un depositario unico della “soluzione”. […] Ecco perché non ci sono copyright si questa idea: è aperta e accessibile a tutti coloro che la vogliono sperimentare e diffondere […] Le idee […] sono fatte per essere diffuse, migliorarsi e migliorare la vita delle persone […]. Auguriamo a tutti buoni, pacifici e collaborativi orti autoirriganti», p. 6..

Grazie. Anche Sorella Acqua ringrazia».

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Pensare come le MontagneVoto medio su 7 recensioni: Buono
Vivere Senza BolletteVoto medio su 17 recensioni: Buono

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