È quasi commovente vedere le scalate sugli specchi che operano i venditori di fumo del business e di tutto quello che gira attorno al profitto. Di fronte all’evidenza, non sanno più cosa inventarsi e tirano fuori un campionario di assurdità tale che si fatica a credere che ci sia ancora qualcuno sano di mente che possa dare loro retta. L’aspetto ancora più paradossale è che loro stessi fotografano il disastro della situazione che hanno creato ma la vorrebbero risolvere esattamente con i modi che hanno determinato i problemi. Lo si potrebbe chiamare il paradosso di Albert Einstein, che molto ovviamente diceva che non si può risolvere un problema se si usa lo stesso tipo di pensiero che lo ha generato. Il famoso economista John Maynard Keynes nel 1930 in Possibilità economiche per i nostri nipoti, scrisse che in futuro si sarebbe lavorato 15 ore a settimana. Nel 1965, una commissione del Senato statunitense affermò che entro il 2000, grazie al progresso tecnologico, gli americani avrebbero lavorato 14 ore a settimana. A occhio mi sembra che le cose non siano andate proprio in questa direzione, eppure abbiamo una tecnologia da fantascienza che ogni giorno sforna prodigi ma invece di ragionare logicamente su quello che si è effettivamente verificato e cioè che la tecnologia ci sta facendo lavorare sempre di più, continuiamo a insistere reiterando il problema.
Vista l’evidenza, quanto ancora abbiamo intenzione di farci prendere in giro? Cosa si aspetta per capire e cambiare? Di fare la fine della giornalista giapponese Miwa Sado che morì d’infarto a 31 anni dopo avere accumulato 159 ore di straordinari in un mese?
La stessa Microsoft fa una fotografia impietosa sul fatto che il lavoro di ufficio, che occupa la stragrande maggioranza dei lavoratori, è diventato un inferno, con tempi e modi pazzeschi. E non che gli altri lavori siano da meno come ritmi.
Costantemente distratti, bombardati da mille input, notifiche, mail, riunioni che piombano ogni due minuti, aumento delle persone che rispondono alle stesse sollecitazioni con il risultato di un caos totale, incapaci di staccare, ossessionati dalla performance, attivi anche fuori l’orario di lavoro, in vacanza, il sabato, la domenica. Altro che tre ore al giorno di lavoro come preconizzava Keynes; una giornata di lavoro che non finisce mai e che sfinisce tutti. Dove l’efficienza tanto decantata è un miraggio e gli stessi risultati ne vengono danneggiati.
Non ci credete? Guardate cosa scrive la stessa Microsoft nel suo Work Trend Index 2025: un viaggio nell’orrore lavorativo.
La giornata lavorativa infinita: una panoramica
1. Mattina: il lavoro inizia prima del risveglio
• Il 40% degli utenti Microsoft 365 è online alle 6 del mattino e controlla le email per stabilire le priorità della giornata lavorativa.
• Ogni giorno, un lavoratore medio riceve 117 email, spesso lette in meno di 60 secondi.
• Si registra un aumento del 7% delle email con più di 20 destinatari), mentre i thread 1to1 sono in calo (-5%).
• A partire dalle 8 del mattino, Microsoft Teams supera le email come principale canale di comunicazione, dando il via alla giornata lavorativa a pieno ritmo. In media, un lavoratore riceve 153 messaggi su Teams ogni giorno feriale.
• Il numero di messaggi per persona è aumentato del 6% su base annua a livello globale, con incrementi superiori al 20% in regioni come l’Europa Centrale e Orientale, il Medio Oriente e l’Africa, e oltre il 15% nel Regno Unito e in Corea del Sud.
Metà giornata: concentrazione impossibile
• Nonostante le ore a cavallo della pausa pranzo (9–11 e 13–15) siano le più produttive per il lavoro individuale perché la concentrazione è più alta, sono in genere il momento della giornata più denso di riunioni (50% del totale delle riunioni avviene in quelle ore). Martedì è il giorno con più riunioni (23%), mentre il venerdì ne ha meno (16%), il 57% delle riunioni sono call ad-hoc organizzate last minute senza la condivisione di un calendario di invito.
• I dipendenti che utilizzano Microsoft 365 vengono interrotti mediamente ogni 2 minuti da una riunione, un’email o una notifica. Questo rumore digitale rende caotico e frammentato il lavoro per quasi la metà dei dipendenti (48%) e oltre la metà dei leader (52%).
Sera: la giornata non finisce mai
• Il passaggio alla giornata lavorativa a “triplo picco di produttività”, iniziato durante la pandemia, non è più una tendenza ma per molti è ormai la norma. La giornata lavorativa di oggi, proprio a causa della sua frammentarietà, si estende ben oltre la sera. Il WTI rivela un aumento delle riunioni dopo le 20 del 16% su base annua, con i team globali e flessibili che costituiscono gran parte di questo incremento. E non si tratta solo di riunioni: in media, un dipendente invia o riceve più di 50 messaggi al di fuori dell’orario lavorativo standard , entro le 22 quasi un terzo (29%) dei lavoratori attivi torna a controllare la propria casella di posta, evidenziando un aumento costante delle attività fuori orario.
• Il WTI mostra anche un aumento significativo dell’utilizzo delle email durante il fine settimana. Quasi il 20% dei dipendenti che lavorano attivamente nel weekend controlla la posta elettronica prima di mezzogiorno, sia il sabato sia la domenica — si svegliano per lavorare, anche nei giorni solitamente dedicati al riposo. Inoltre, oltre il 5% torna a controllare le email la domenica sera (dalle 18 in poi).
E quale soluzione danno i geni del profitto? Ma ovviamente di aumentare il livello tecnologico con il mega pacco della scemenza artificiale, che dicono ci aiuterà a districarsi dall’inferno. Cioè gli stessi che ci hanno cacciato in quell’inferno, adesso ci dicono che ci tireranno fuori. Ma chi può credere ancora a questa buffonata? I risultati sono sotto gli occhi di tutti: la tecnologia al servizio del profitto e quindi contro le persone e l’ambiente, sta distruggendo il mondo e facendoci impazzire di lavoro. Ovviamente nessuna scemenza artificiale risolverà nulla, anzi aggraverà il problema e l’unica vera soluzione è abbandonare questo tipo di lavori e recuperare la dimensione umana e naturale della nostra esistenza, senza se e senza ma.
Per fare una vita che sia tale bisogna scendere dalla ruota del criceto che gira ormai come una centrifuga, non c’è altra via che costruire un lavoro e una società con parametri completamente diversi da quelli che ci vogliono automi gestiti da automi.
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Foto: Vojtech Okenka per Pexels