La scuola che vuole bene ai bambini e ragazzi

La scuola vive ormai da tempo una crisi profonda e tutto fa pensare che si tratti di una crisi strutturale. Di per sé, già come è concepita parte male, basata com'è su un nozionismo che si dimentica presto. Un'alternativa possibile esiste ed è la scuola parentale, ma si tratta di una scelta da fare con grande consapevolezza.

La scuola che vuole bene ai bambini e ragazzi

La scuola vive ormai da tempo una crisi profonda e tutto fa pensare che si tratti di una crisi strutturale. Di per sé, già come è concepita parte male, basata com'è su un nozionismo che si dimentica presto, anche perché si basa su aspetti che non servono granchè nella vita reale. Infatti non si insegnano molte delle conoscenze fondamentali, non c’è alcuna relazione con la natura, non si sa coltivare, si sa poco e niente di elementi base della propria salute, pochissima attività fisica, pochissima conoscenza del luogo dove si abita e della sua storia, poco e nulla sulle arti varie, musica, teatro, canto, pittura, sconosciuto l’insegnamento di come aggiustare le cose che si rompono o costruirsi manufatti di vario tipo, di come funziona tutta la tecnologia di cui siamo circondati, di come si cuce e anche di come si cucina.
Praticamente si "allevano" persone con tante nozioni in testa ma disabili alla vita vera, persone che di fronte a qualsiasi difficoltà pratica vanno in tilt e cercano la risposta nella protesi del telefono cellulare che gli viene impiantata appena nati (si stanno facendo ricerche per installare direttamente il cellulare sotto pelle del bambino quando è ancora in grembo della madre, in modo da poterlo chiamare quando si ha bisogno o per fare in modo che ogni tanto ci mandi un selfie da inoltrare ad amici e parenti sui social). Ma la cosa peggiore della scuola attuale è che bambini e ragazzi sono relegati fra quattro mura per ore e ore, giorni e giorni, interminabili anni, fermi, immobili in luoghi spesso malsani e fatiscenti, in un periodo per loro pieno di energia dove dovrebbero stare all’aria aperta il più possibile e muoversi. Questa cattività forzata non può che essergli pesantemente nociva, infatti tanti sono i ragazzi sovrappeso e obesi con problemi di diabete e malattie varie, dipendenti proprio dalla loro immobilità. Nonostante la tanto decantata tecnologia, spesso devono portarsi zaini di libri che pesano più dei bambini stessi. Finite le 5 o 6 ore di lezioni passate immobili e dopo trasporti in auto o con mezzi pubblici, spesso sono sovrastati da una valanga di compiti che li obbligano nuovamente a farsi un'altra ora o due ancora immobili e continuare a studiare. Diciamo che come apprendistato a una vita da obbedienti e servili sudditi, non ce ne sarebbe di meglio, visto che questa anestetizzazione fisica e mentale è propedeutica a futuri posti di lavoro dove non si dovrà fare altro che, anche in questo caso spesso immobili in edifici chiusi, ad obbedire, sgobbare senza chiedersi un perché, tanto si è già abituati. L’unica fortuna che possono avere questi poveri bambini e ragazzi è un qualche raro insegnante ancora innamorato del suo mestiere che magari in qualche modo cerca di alleviare loro la pena senza crimine che hanno da scontare. E qualche insegnante c’è che cerca disperatamente di fare qualcosa di sensato in un sistema che di sensato ha ben poco, ma è un impresa improba contro forze soverchianti e programmi ministeriali da rispettare che da subito tagliano alla radice qualsiasi velleità di insegnamento utile per davvero. Ma chissà se comunque ne vale la pena oppure in maniera più lungimirante e saggia forse è meglio individuare delle alternative. Fortunatamente in Italia per una volta siamo abbastanza avanti, visto che di alternative scolastiche a quelle tradizionali ce ne sono parecchie. Una di queste è la scuola parentale che è addirittura prevista costituzionalmente, per quanto non sia molto conosciuta questa opportunità. Una delle persone più motivate e preparate su tale argomento è Cecilia Fazioni che ha scritto il libro La scuola parentale per le edizioni Terra Nuova.
Il libro è ricco di contenuti e parte dalla spiegazione di cosa sia una scuola parentale ovvero la decisione di vari genitori di mettersi insieme trovando locali e insegnanti o insegnando loro stessi, istituendo gruppi di bambini o ragazzi, ai quali indirizzare insegnamenti che ritengono importanti per i loro figli seguendo comunque anche alcune linee guida tradizionali. Viene poi approfondita tutta la parte legale per la costituzione di scuole parentali, le agevolazioni, gli obblighi, le forme giuridiche che possono avere e infine gli aspetti organizzativi, comunicativi, amministrativi e di possibili costi di un progetto che richiede comunque un certo impegno da parte dei genitori coinvolti.
Anche l’ultima parte del libro è molto interessante perché fa parlare direttamente gli operatori che con i loro esempi ed esperienza danno un quadro esaustivo della varie possibilità didattiche e del perché una scelta del genere fa bene a ragazzi e genitori. Quindi per chi deve scegliere la scuola per i propri figli, può essere molto utile prendere in considerazione questa opportunità e che vale la pena di esplorare per una volta che il nostro paese è avanti su qualcosa.

 

La Scuola ParentaleVoto medio su 2 recensioni: Da non perdere

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