Alghe tossiche: il lago di Albano si tinge di rosso

Alghe rosse altamente dannose per la salute umana, la flora e la fauna hanno invaso il lago di Albano. All'origine del fenomeno vi è l'inquinamento del bacino, minacciato dall'inquinamento dovuto agli scarichi civili abusivi nonché a fertilizzanti e fitofarmaci utilizzati per le coltivazioni agricole.

Alghe tossiche: il lago di Albano si tinge di rosso
Osservando le immagini sembrerebbe che in quello specchio d'acqua color sangue sia stato commesso un delitto. In effetti, la realtà non è poi così lontana da tale sensazione. A tingere di rosso il lago di Albano, a Castel Gandolfo, sono infatti le alghe rosse altamente nocive per la flora, la fauna e i residenti della zona. Queste alghe velenose che stanno invadendo il cosiddetto lago dei Papi (così chiamato in quanto si trova sotto la Collegiata di San Tommaso, la residenza estiva dei Pontefici) producono una microcistina talmente dannosa per la salute dell'uomo al punto da poter determinare, secondo molti studi, l'insorgere di patologie tumorali. Si chiama Plankthotrix rubescens la mucillagine responsabile di aver tinto di rosso le acque del lago con un fenomeno tipico della sua fioritura invernale. All'origine dello sviluppo massiccio di quest'alga vi sarebbe l'inquinamento “dovuto agli scarichi civili abusivi e alle coltivazioni agricole con quantitativi spropositati di fertilizzanti e fitofarmaci”, come spiega al quotidiano Leggo la dottoressa Antonella Litta, referente dell’Associazione italiana medici per l’ambiente (Isde). Il sindaco di Castel Gandolfo Maurizio Colacchi minimizza la gravità della situazione affermando che il fenomeno delle acque colorate di rosso si ripete da anni, che non ha ricevuto dalla asl nessuna segnalazione per un eventuale allarme o divieto di balneazione e che comunque, per evitare rischi, da circa 7 anni è in vigore il divieto di mangiare il pesce pescato nel lago di Albano. Il primo cittadino aggiunge poi che non si sa se l'alga rossa costituisce un elemento nocivo per la salute o meno. Eppure, secondo i medici esistono possibilità concrete di danni alla salute. Come ha infatti spiegato la dottoressa Antonella Litta, “l’alga produce numerosi tipi di tossine che possono provocare danni a livello epatico, gastrointestinale, polmonare e cutaneo, classificate come sostanze cancerogene di classe 2B dall’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro”. La microcisteina rilasciata nell’acqua, aggiunge Litta, “viene assunta anche dalla fauna ittica che la concentra nelle carni”. La dottoressa ha poi spiegato che la situazione del lago di Albano non costituisce un esempio isolato in quanto simili casi sono stati riscontrati anche nei vicini laghi di Nemi e Vico, dove la situazione è aggravata dalla presenza dell’arsenico. Per risolvere tale problema e tutelare la salute pubblica è necessario secondo l'esperta “intervenire con il controllo delle pratiche agricole e dell’inquinamento, come quello degli scarichi fognari abusivi”. L'alga rossa, d'altra parte, non costituisce l'unica minaccia per il lago di Albano che ogni anno vede diminuire il suo livello di circa 30 centimetri. È il “dramma dell'impoverimento delle falde, martoriate dai pozzi abusivi, circa ottantamila, che succhiano l’acqua tra Pomezia e Velletri”. A denunciare la lenta morte del bacino è Luca Nardi che, al fine di sensibilizzare cittadini e istituzioni, ha fondato su Facebook il gruppo 'Salviamo il lago di Albano' che al momento conta oltre 3000 iscritti.



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